"Le autorità milanesi hanno comunicato che l'arresto è stato un errore, bisogna sapere che gli errori sono umani, ma io ho un problema con il modo in cui è stato fatto" ha detto Tiémoué #Bakayoko riguardo i fatti avvenuti qualche giorno fa.
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Pochi giorni fa è circolato molto questo video, risalente al 3 luglio scorso, in cui il centrocampista francese del Milan veniva brutalmente fermato e perquisito assieme a un'altra persona dalla polizia di Milano.
Molti (troppi) sono intervenuti dicendo che sarebbe tutto normale, e che comunque siccome Bakayoko non si era lamentato allora non c'era nessuno problema e che sicuramente non aveva senso parlare di razzismo. Ebbene, questi discorso sono vergognosi.
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È vergognoso che la Polizia italiana ritenga un comportamento "da cittadino modello" quello di subire un abuso di potere senza reagire o protestare. Anche perché, a quanto pare, Bakayoko non era affatto d'accordo con i metodi usati dagli agenti.
Le parole del giocatore, pubblicate poche ore fa tra le storie di Instagram, smentiscono il disturbante comunicato della Polizia, secondo cui "Se non ci fosse stato il video nessuno avrebbe detto nulla": se un abuso non viene ripreso, allora non è successo?
La trascrizione completa delle parole di #Bakayoko.
"Buongiorno a tutti, spero vada tutto bene. Registro un piccolo video riguardante gli avvenimenti recenti e sul video che avete potuto vedere sui social che mi vedeva oggetto di un controllo, di un arresto.
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"Le autorità di Milano hanno comunicato recentemente che si è trattato di un errore dei poliziotti che si sono resi conti sul momento. L’errore in sé non mi pone problemi, ma la maniera sì. Perché non fare un semplice controllo comunicando?"
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"Nel video che si trova sui social non si vede tutto, anzi credo sia la parte più 'tranquilla' di tutto quello che è successo. Mi sono trovato con una pistola puntata ad un metro da me e dal passeggero."
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"Ci hanno messo chiaramente in pericolo a prescindere dalle ragioni che hanno portato a fare questo. L’errore è umano, ma non so cosa sarebbe successo se non avessi avuto la possibilità di farmi riconoscere per il mestiere che faccio."
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"Ci sono delle domande da porre. Non è giusto mettere così a rischio la vita di una persona ed è il punto che voglio sottolineare, malgrado mi si dica che sia stato un errore. Le conseguenze potevano essere più gravi."
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"Vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno mandato messaggi di sostegno, mi ha fatto davvero piacere. Vi auguro una buona giornata ovunque voi siate nel mondo. A presto."
Precisazione su questo punto: le parole non arrivanerebbero da un comunicato della Polizia, ma le avrebbe pronunciate il portavoce dell'Associazione Nazionale Funzionari di Polizia Girolamo Lacquaniti al programma radiofonico Gli Inascoltabili su New Sound Level.
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L'addio di Morten #Thorsby alla Serie A, con il passaggio dalla Sampdoria all'Union Berlino, fa perdere al campionato italiano uno dei suoi giocatori con la maggiore sensibilità politica sul fronte ambientale.
In questi tre anni alla Sampdoria, il norvegese si è messo in luce non solo sul campo, ma anche sensibilizzando società e compagni su un consumo più responsabile dell'energia e delle risorse.
Per agire nel concreto, Thorsby ha anche dato vita all'organizzazione We Play Green, che si occupa di portare avanti iniziative concrete per far fronte alla crisi climatica, più che mai evidente proprio in questi giorni.
Venerdì scorso, i tifosi del Kaiserslautern (terza serie tedesca) hanno esposto uno striscione contro i Mondiali di #Qatar2022 durante l'amichevole contro l'Hannover 96.
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Pochi giorni prima, già i tifosi dell'Austria Salisburgo avevano esposto altri striscioni di protesta contro il Mondiale che si giocherà nel prossimo autunno.
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In questo periodo, il Qatar sta lavorando alla preparazione in Austria, dove il 10 luglio avrebbe dovuto affrontare il Watford, ma l'amichevole è stata annullata dopo le proteste dei fan del club inglese.
La polizia perquisisce un uomo di colore e intanto tiene letteralmente sottotiro l'altra persona nella sua auto. Tutto si risolve quando capiscono che l'uomo è Tiémoué #Bakayoko del Milan. Ma un simile trattamento non può essere legittimato.
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È facile supporre i motivi di tanta severità da parte della polizia: persone di colore su un'auto costosa. Dagli Stati Uniti all'Italia, questo può bastare a ricevere attenzioni particolari da parte delle forze dell'ordine.
C'è poi anche il problema generale della cosiddetta police brutality, al di là della questione razzismo: solo pochi giorni fa è arrivata l'assoluzione dei 5 carabinieri accusati dell'omicidio di #SerenaMollicone.
Sabato, i tifosi dello Zenit San Pietroburgo hanno esposto questa coreografia contro FIFA e UEFA: "Nel calcio non c'è spazio per politica, dicono". Anche qui, come nello striscione della Stella Rossa di qualche giorno fa, c'è però poco da compiacersi, a ben vedere.
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Non serve ricordare che lo Zenit è un club di proprietà di Gazprom, il colosso energetico statale che da anni viene usato dal governo russo per estendere il proprio controllo, attraverso il calcio, nell'economia occidentale.
Possiamo notare come, nella coreografia della curva dello Zenit, spuntino le bandiere arcobaleno sui cappelli dei magnati: i diritti LGBTQ+ sono indacati come un simbolo dei mali dell'Occidente, in linea con l'ideologia omofoba di Putin.
Esordio con gol decisivo, ieri sera, per Mustapha Elhadji Cissé in #BolognaAtalanta. Fino a inizio febbraio,questo ragazzo classe 2003 giocava in Salento nell'ASD Rinascita Refugees, una squadra di rifugiati e richiedenti asilo.
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Fattosi conoscere nella cooperativa gestita dal mediatore linguistico senegalese Niang Baye Hassane, ha fatto rapidamente strada nella Primavera bergamasca, e già il 13 marzo è stato convocato in prima squadra.
Cissé è arivato in Italia giovanissimo, nel 2019, scappando dalla Guinea, un paese afflitto da gravi problemi di povertà e instabilità politica, e qui da noi ha fatto tutta la trafila dei centri di accoglienza.
Tre giorni fa, l'ex-attaccante del Vitosha Bistritsa (#Bulgaria) Boyko #Borisov è stato arrestato con l'accusa di estorsione. Perché ne parliamo qui? Perché Borisov è soprattutto l'ex-primo ministro bulgaro.
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Borisov è stato infatti Primo Ministro della Bulgaria per tre volte (2009-2013, 2014-2017 e 2017-2021), e in precedenza Sindaco di Sofia. È il fondatore e leader di GERB, un partito liberale, europeista ma anche dai toni populisti
Nell'agosto 2013, scendendo in campo a 54 anni compiuti in una partita di seconda divisione con il Vitosha Bistritsa, Borisov era divenuto il più anziano calciatore della storia del calcio bulgaro.