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Aug 29, 2022 23 tweets 7 min read Read on X
Thread n. 1.
Anno 1961 - Mario ha 26 anni e fa il panettiere.
Il negozietto che ha a Bagno a Ripoli però non gli permette di tirare avanti decorosamente.
E ha preso la decisione.
Lascerà i suoi affetti e cercherà un futuro migliore in un altro Paese.
Qualcuno dice in questo periodo attraversare la frontiera francese è facile.
Basta avere un visto sulla carta d’identità.
Ma lui sa che non gli verrebbe concesso.
Lui è un “miserabile” e ci vogliono soldi per fare il turista o avere un lavoro di là dal confine.
È il 30 dicembre.
Mario ha preso il treno da Firenze verso Ventimiglia. Poi in autostop verso Grimaldi.
Perché da Grimaldi parte il Sentiero della Speranza. Tra Grimaldi e Garavan ci sono due sentieri che si riuniscono all’altezza della linea della frontiera.
Su su fino a quello che chiamano il Passo della Morte. Difficile attraversarlo. Quasi impossibile.
Ma i clandestini italiani non hanno mai smesso di provarci.
E l'unica speranza di un futuro migliore.
I clandestini valutano solo la difficoltà della salita e non quello della discesa: la discesa verso la Francia. Per loro significa una nuova vita, lavoro e finalmente la pace.
Ma la discesa è spaventosa, a piombo, è lei ad aver dato il nome di “morte" a quel valico.
01/01/1962 - Anche Mario è caduto. La notte di Capodanno.

E' il commerciante Fernand Delrue a trovarlo ai piedi della massa rocciosa.
20 giorni dopo.
Ferito, forse aveva cercato di avvicinarsi alle case.
Lui, Mario, il fenicottero numero 87.
Le guide li chiamavano “fenicotteri” perché sapevano che prima o poi avrebbero spiccato il volo.
Sapevano che “sperdutosi il tratturo dei Sette Cammini tra le erbe e la pietraia li aspettava il volo verso la morte".
Prima di Mario era caduta una ragazza.
Si chiamava Rossana Orru, sarda di 24 anni.
Egisto invece lo aveva incontrato sul treno.
Ed era caduto con lei.
Come Giambattista Rovida, 25 anni, che sperava di potersi rifare una vita in Francia.
Fenicotteri.
“Non avevano scampo quelli che venivano portati su al Pont Saint-Louis e con un gesto della mano incoraggiati a proseguire nella notte lungo quello che era chiamato “il cammino della speranza” e portava verso il Picco del Diavolo, che a vederlo dal basso sembra quasi accessibile”
Gli italiani non conoscevano quel pericolo, le guide sì. Per anni gli emigranti italiani hanno rischiato e perduto la vita per passare clandestinamente in Francia o in Svizzera.
Sul Passo della Morte persero la vita 250 “fenicotteri clandestini” x 5.000 lire.
Pagamento anticipato
Furono così tanti i clandestini italiani ad essere uccisi dalla montagna che a Giaglione il sindaco arrivò a chiedere aiuto al prefetto di Torino “non avendo più risorse per dar sepoltura ai clandestini italiani che morivano nell’impresa disperata di valicare le Alpi”.
Chi se le ricorda più.
Quelle tragedie sulle montagne affrontate da italiani disperati, intendo.
Tutto rimosso. Cancellato.

03/12/1925 – Clandestini italiani.
1948 - L'odissea degli emigranti clandestini.
#MdT 1948 - Nel 1947 sono stati 45.000 i clandestini italiani ad entrare irregolarmente in Francia.

Istruzione per entrare da clandestini in Francia.
1948 - Quanti uomini, donne e bambini italiani clandestini devono morire ancora?
1948 - Italiani clandestini, arrestati al confine con la Francia e pure derubati.
1948 - Su ottantamila lavoratori italiani entrati in Francia, la metà sono immigrati clandestini
1948 - Italiani clandestini.
"Donna sorpresa dalla tempesta di neve vide il suo bambino spirarle tra le braccia"
19/04/1949 - I clandestini italiani che tentano di passare il confine della Francia.
Un mercato di schiavi.
Negli anni ’70 in Svizzera c’erano 30.000 bambini italiani clandestini, portati di nascosto dai genitori a dispetto delle leggi contro i ricongiungimenti familiari.
Clandestini italiani in Romania.
31/01/1897 - Gli italiani negli Stati Uniti.
L’inizio del prossimo thread.

Milioni di italiani alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX emigrarono negli Stati Uniti. Le condizioni di vita, soprattutto dei siciliani, erano diventate insostenibili per le classi più povere…

A domani.

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Aug 6
“Ma sì, liberiamo il popolo romano da una preoccupazione incessante, visto che gli sembra troppo lungo aspettare la morte d’un vecchio”.
Tra poco il veleno che ho nell’anello porrà fine alla mia vita.
In fondo sono vissuto sessantaquattro anni.
Non pochi.
Ma con un rimpianto.
Lo avevo detto al mio grande nemico durante quell’incontro a Rodi.
L’incontro tra due veterani.
Stavamo discutendo della nostra vita e delle nostre battaglie quando lui mi chiese quali fossero per me i tre migliori condottieri di tutti i tempi.
Risposi che al primo posto avrei Alessandro di Macedonia.
Poi Pirro, il re dell’Epiro, e poi… me stesso.
Lui aveva sgranato gli occhi esclamando: ”Tu al terzo posto?
Ma allora?
Se tu mi avessi vinto?” “Vabbè in quel caso mi sarei messo al primo posto”.
Read 25 tweets
Aug 5
«Salve Annibale.
Ti disturbo solo per informarti che domani racconterò la tua storia.
Già la conosci perché è contenuta nel libro “Dialoghi col passato”.
Doveroso, visto che in questi giorni sei sulla bocca di tutti per la commemorazione che il ministro Giuli ha fatto di Canne». Image
Mi stai prendendo in giro Johannes?
La battaglia di Canne è stata la più grande sconfitta militare di Roma.
Il ministro Giuli è per caso cartaginese?
Fenicio?
Certo, sono stato definito “"il più grande generale dell'antichità”, ma commemorare la battaglia di anne dopo 2240 anni… Image
«Che vuoi che ti dica.
Come sai nella politica italiana girano “personaggi strani”.
Comunque lui scrive “Duemiladuecentoquarantunesimo anniversario”.
2241.
Perché tu hai scritto “dopo 2240 anni?
Vuoi che un ministro non sappia contare?»
Read 6 tweets
Jul 31
Mi chiamo Fanny Angelina Hesse.
Lo so cosa state pensando in questo momento.
«E questa chi è?».
Un classico
Noi donne tendiamo a essere "invisibili" agli occhi del pubblico, come i microbi, che pur essendo microscopici e spesso ignorati, sono alla base della vita e della biologia Image
Johannes di storie come la mia ne ha raccontate a centinaia.
Molte di queste raccolte nel libro “Non esistono piccole donne” con prefazione di Gabriella Greison.
Noi donne abbiamo contribuito immensamente ai progressi scientifici, ma spesso senza il riconoscimento dovuto. Image
Come detto all’inizio, come i microbi che vengono studiati con strumenti sempre più avanzati per capire il loro ruolo cruciale, è importante adottare approcci sistematici e inclusivi per mettere in luce il contributo di noi donne nella scienza.
Non con un microscopio, certo.
Read 20 tweets
Jul 29
“Freedman” chiamavano quelli come me, cioè un ex schiavo nero.
Una volta tornato libero avevo aperto un negozio nella cittadina di Pulaski, una cittadina del Tennessee.
Ricordo che fuori dal negozio avevo appeso un bel cartello con la scritta "equal rights", eguali diritti. Image
Una sera li vedemmo arrivare.
A cavallo, sei giovani bardati fino ai piedi con l’aria tutt’altro amichevole visto che avevano il volto coperto.
Li affrontai da solo chiudendo dentro casa mia moglie.
“Cosa volete?” gridai loro.
“Un secchio d’acqua” disse uno dei sei.
Glielo porsi e lui iniziò a bere.
Non so come fece a bere tutto il secchio senza prendere fiato.
(In realtà aveva una sacca di gomma nascosta sotto la tunica dove finiva la maggior parte dell’acqua).
Read 16 tweets
Jul 22
È la notte tra il 30 e il 31 gennaio 1968.
La notte del capodanno vietnamita.
Tết Nguyên Ðán, comunemente noto come Tết. Quando i soldati americani erano partiti per il Vietnam era stato detto loro che sarebbe stata una passeggiata.
«Le speranze del nemico sono alla fine»
Questa frase l’aveva pronunciata il generale Westmoreland, comandante supremo del MACV (Military Assistance Command, Vietnam) nel novembre 1967, solo due mesi prima.
Ma stava per accadere qualcosa che muterà il corso del conflitto, e non solo dal punto di vista bellico. Image
Esattamente alle 3 del mattino del 31 gennaio 1968, l’Intelligence americana subirà il più grande smacco della sua storia.
Senza che gli americani ne avessero avuto il minimo sentore, la minima avvisaglia, quella notte il Vietnam scoppiò sotto i loro piedi.
Read 25 tweets
Jul 19
Che la guerra non sarebbe durata pochi mesi, lo capimmo da subito.
Altro che passeggiata militare.
La fortuna per noi giornalisti è che in Vietnam gli americani ci consentivano totale libertà di movimento.
L’unico obbligo era quello di indossare uniformi americane. Image
Naturalmente senza simboli.
Per motivi di sicurezza, ci avevano detto.
Dove trovarle nuove di zecca?
Naturalmente al mercato nero, dove potevi comprare di tutto.
Altro che passeggiata militare.
Ricordo che una volta partecipai ad un’operazione di «search and destroy». Image
L’obiettivo era “cercare e distruggere” un gruppo di una trentina di viet cong nei pressi di un villaggio.
Ma l’amico Egisto Corradi lo aveva scritto con un titolo a sei colonne: «Gli americani in Vietnam combattono come se fossero sordi e ciechi».
In effetti come dargli torto.
Read 25 tweets

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