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Sep 26 • 7 tweets • 2 min read
#italyelections #ITAelections22 🇮🇹
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1/ Meloni reaps the benefit of being the only opposition to Draghi’s technocratic government. All the parties which supported Draghi (including Berlusconi and Northern League, now in coalition with Meloni) have lost votes.
2/ The party most vocally advocating a return to technocracy (Renzi-Calenda) has obtained a decent but modest result (much less than Monti in 2013, for ex). Draghi’s technocratic gvt was obviously less popular than what most mainstream media believed (or wanted you to believe)
3/ The winning coalition is basically the same which has already governed three times with Berlusconi. The overall result of the coalition is modest if compared with Berlusconi’s heydays. But 2/3 of coalition votes go to the far right this time. This is victory of the far right.
4/ The 5 Star Movement (also in the Draghi's coalition), 32% in 2018, comes out substantially diminished. But is still alive and the third party in Italy. Nobody would have bet a cent on this result (about 15%) a few months ago. This is also a personal success of former PM Conte
5/ A coalition of centre-left parties could have won this election or at least substantially reduced the success of the right . PD refused to coalesce with 5SM (with which it had governed for most of the legislature). A political failure of epic proportions for PD leadership.
6/ Nevertheless, PD are masters at losing elections and winning governments. No doubt they bet on instability within the right-wing coalition to create the opportunity for a new technocratic government (after all, the parties which supported Draghi would still have a majority).
7/ For this reason, although the next prime minister will be far right and from fascist roots, she will likely be more moderate than she would wish. Coalitions are just electoral cartels, no commitment. A (credible) threat to break away makes Berlusconi the kingmaker /end

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Jan 11, 2021
Visto che oggi mi pare ci sia un certo interesse per il tema della mobilitá intergenerazionale, vi propongo alcuni grafici che ho utilizzato qualche tempo fa in una public lecture. A qualcuno potrebbero interessare 1/n
Innanzitutto chiarisco che studiare la trasmissione intergenerazionale di reddito, capitale umano etc è difficile. Servono dati molto dettagliati che colleghino le generazioni. Spesso non ci sono o non sono accessibili. Ma negli ultimi anni si sono fatti molti progressi 2/n
Gli studi disponibili ci danno un quadro a livello internazionale di questo tipo. Qui valori alti significano che il reddito da lavoro dei padri è maggiormente correlato con quello dei figli (quindi bassa mobilitá) 3/n
Read 13 tweets
Oct 20, 2020
Parlare di MES ha utilitá che ormai tende a zero, come i tassi d’interesse sui titoli di stato. E allora perché si continua a parlarne? Il motivo non é il risparmio d’interessi, dubbio e comunque minimo. In realtá il partito del MES é composto di due fazioni molto diverse... /1
La prima é la fazione del vincolo esterno. Del MES non vogliono i soldi ma le condizionalitá. Alcuni si fidano di piú della UE. Altri vogliono meno spesa pubblica e stato sociale ma oggi fanno finta di preoccuparsi della sanitá, aspettando tempi migliori per lacrime e sangue. /2
La seconda é la fazione dei politicanti e di quegli amministratori locali che fondano il consenso sul foraggiamento delle clientele. Non gliene frega niente di MES, Europa, condizionalitá o stato sociale, purché arrivino soldi da spendere: “o Franza o Spagna purché se magna”. /3
Read 5 tweets
Dec 16, 2019
Visto che c’é stato un certo interesse, vi ripropongo questi grafici, spiegati un po’ meglio e in italiano. Aggiungo poi altre informazioni per chiarire che il Labour non aveva molto da guadagnare da una posizione piú nettamente schierata per Remain (tipo revocare art. 50) 1/
@CarloClericetti @martafana @StefanoFassina @maxdantoni @DeBortoliF @quimichela @GalbiatiRoberto Il grafico di sinistra mostra tutti i collegi vinti dai Laburisti nel 2017 e in cui il secondo partito erano i Tories. In ordinata mostra il margine di vittoria del Labour. In ascissa la percentuale di voto Leave nel Brexit referendum del 2016 2/
@CarloClericetti @martafana @StefanoFassina @maxdantoni @DeBortoliF @quimichela @GalbiatiRoberto Il grafico di destra fa lo stesso per i seggi che il Labour ha ceduto ai Conservatori. In pratica il LAB ha perso quasi esclusivamente collegi in cui aveva un margine di vittoria relativamente basso e in cui il Leave era forte. I CON erano gli unici schierati per Brexit
3/
Read 14 tweets
Dec 11, 2019
domani si vota nel Regno Unito. Per seguire i risultati con cognizione di causa vi servono due cose:
1) conoscere il sistema elettorale: 650 parlamentari verranno eletti in collegi uninominali con "first past the post" (chi prende piĂş voti vince il seggio)
2) questo grafico
👇
In ascissa riporta la percentuale di voto leave nel Brexit referendum del 2016. In ordinata il margine di vittoria o sconfitta dei Conservatori nel 2017 (solo per quei distretti in cui i Conservatori hanno vinto o perso per meno del 10%): sono i distretti che veramente contano
Linea verticale = 50% di voto Leave
Linea orizzontale = 0 margine fra Conservatori e rivale + vicino nel 2017
Nel quadrante in basso a destra ci sono i "target" dei conservatori, che hanno impostato tutta la campagna su Brexit: seggi che hanno perso x poco ma con molti "leavers"
Read 9 tweets
Oct 18, 2018
Ecco un esempio sublime di provincialismo e anglofilia disinformata: "Nel caso delle élites italiane [...] di selezione competitiva e meritocratica se ne e’ vista poca , al contrario del resto del mondo occidentale e in particolare di quello anglosassone" corriere.it/opinioni/18_ot…
la trasmissione intergenerazionale del reddito, ad esempio, in Italia é simile a quella del Regno Unito e degli USA. Maggiore mobilitá intergenerazionale invece nei paesi scandinavi
negli USA (come dappertutto) i ricchi investono + degli altri nell'istruzione dei figli (lezioni private, vacanze-studio etc). Il grafico mostra che il divario di spesa fra top e bottom 20% si é allargato nel tempo con conseguenze immaginabili sull'eguaglianza delle opportunitá
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