Il 30 ottobre 1922 #Mussolini è al Quirinale per sottoporre al Re l'elenco dei #ministri.
Si conclude così la Marcia su Roma, azione dimostrativa più che effettiva, che ha però costretto corona e politica a prendere una decisione: Mussolini sarà il nuovo capo del #governo.
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Il governo Mussolini non è assolutamente un monocolore fascista, anzi, ma ricomprende esponenti di diverse forze politiche con le quali il fascismo ha avviato, e concluso, trattative politiche prima e durante la Marcia su Roma.
Vediamo chi sono i suoi membri.
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Mussolini, oltre alla carica di Presidente del Consiglio dei Ministri si tiene anche l'interim agli Esteri e agli Interni.
Alberto de' Stefani, nazionalista prima e fascista poi, già professore di Scienza delle Finanze all'Università di Padova, è Ministro delle Finanze.
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Giovanni Giuriati, veneziano, figlio di un deputato della Sinistra Storica, nazionalista e irredentista, avvocato e massone, è capo di gabinetto di D'Annunzio a Fiume per poi aderire al fascismo. È Ministro per le Terre Liberate dal Nemico.
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Aldo Oviglio, avvocato e massone bolognese, già membro del Partito Radicale Storico, si avvicina ai Nazionalisti con la Grande Guerra. Consigliere comunale è presente alla “strage di palazzo d’Accursio” del 1920, dopo cui si iscrive al Fascio. È Ministro della Giustizia.
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Stefano Cavazzoni, cattolico moderato e sociale ma antisocialista, già consigliere comunale e provinciale a Milano, è fra i fondatori del Partito Popolare Italiano. In contrasto con Don Sturzo accetta di diventare Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale.
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Vincenzo Tangorra, di umili origini fa carriera partendo dal ruolo impiegatizio alla Corte dei Conti fino a diventare professore universitario di Scienza delle Finanze a Pisa e direttore della Rivista italiana di sociologia. Cattolico, aderisce al PPI. È Ministro del Tesoro.
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Gabriello Carnazza, membro di una delle storiche famiglie catanesi, suo padre è senatore, il nonno deputato, il fratello deputato, lui è massone, avvocato e professore universitario, liberale giolittiano e già sottosegretario nel 1920. È Ministro dei Lavori Pubblici.
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Giovanni Antonio Colonna, duca di Cesarò, figlio di un deputato della Sinistra Storica, fa parte della sinistra liberale e radicale, con tendenze fortemente nazionaliste. È il fondatore di Democrazia Sociale assieme a Carnazza e Labriola. È Ministro delle Poste e Telegrafi.
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Giuseppe De Capitani d'Arzago, possidente di famiglia nobile, deputato nelle fila liberali dal 1913, collegio di Milano. Ferocemente antisocialista, è il rappresentante politico degli industriali milanesi e amico strettissimo di Salandra. È Ministro dell'Agricoltura.
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Teofilo Rossi di Montelera, socio della famosa ditta vinicola Martini & Rossi, deputato liberale fin dal 1897, è un massone ed un giolittiano di ferro. Già sindaco di Torino e Ministro dell'Industria e del Commercio nel governo Facta, viene confermato nell'incarico.
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Luigi Federzoni, bolognese, antimassone e nazionalista, fondatore con Corradini della rivista "L'Idea Nazionale", è deputato dal 1913 e dopo la guerra diventa il personaggio che fa da collegamento fra destra liberale, monarchia e Mussolini. È Ministro delle Colonie.
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Armando Diaz, generale, capo dell'Esercito, eroe di Vittorio Veneto e senatore, sconsiglia il Re sull'usare la forza per sopprimere la Marcia su Roma.
È Ministro della Guerra.
Paolo Thaon di Revel, ammiraglio e senatore, è uomo di fiducia del Re. È Ministro della Marina.
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Giovanni Gentile, professore universitario a Palermo, Pisa e Roma, assieme a Luigi Einaudi e Gioacchino Volpe è tra i firmatari nel 1919 del manifesto del Gruppo Nazionale Liberale, che rivendica uno stato "forte" contro burocrazie e consorterie. È Ministro dell'Istruzione.
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Il 17 novembre 1922 la Camera dei Deputati concede la fiducia al governo Mussolini con 306 voti favorevoli, 116 contrari e 7 astensioni. Qui il verbale del dibattito con il lucido, e preveggente, intervento del socialista Filippo Turati. storia.camera.it/regno/lavori/l…
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Come scrisse Salvemini il governo Mussolini non era una cesura, ma una continuazione, seppur inconsueta, di un percorso politico, iniziato fin da Nitti, per ridimensionare la forza del parlamento rispetto all'esecutivo per assicurare governabilità ed efficienza.
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«La "dittatura" di Mussolini non è una novità. Tutta la vita parlamentare italiana è stata vita di "dittatura". Crispi fu un dittatore, Giolitti, Salandra, Boselli, Orlando. La Camera italiana non ha mai domandato di meglio che dar pieni poteri al presidente del Consiglio.
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(...) La novità di Mussolini di fronte agli altri, è che si appoggia ad una organizzazione armata: la quale forse continuerà ad imporlo al paese, anche quando sia venuta meno la fiducia miracolista di questa luna di miele.»
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Errata Corrige (@elonmusk give us the edit button!!!)
16/18:
"... un percorso politico, iniziato fin da Crispi ..." (non Nitti)
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Il verbale dell'audizione del sottocomitato della sicurezza interna del Congresso USA sulla Propaganda Comunista, ottobre 1954.
Molto divertente...
La testimonianza della Sig.ra Markward, parrucchiera infiltrata nel Partito Comunista Statunitense per conto della FBI.
"Usavano tutti questi sforzi per suscitare le emozioni delle persone e fargli pensare che il Partito Comunista è quello che è lì a combattere per le minoranze e che i partiti Democratico e Repubblicano sono solo strumenti di Wall Street e che ci porteranno via i soldi."
Ieri avevo promesso di mostrarvi i dazi che il Ducato di Milano, sotto il governo del ramo spagnolo degli Asburgo, imponeva sulle merci che transitavano per il Naviglio Grande all'inizio del XVII secolo.
Li troviamo in questo volume compilato da Giovanni Battista Settala.
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Come leggiamo nell'intestazione Giovanni Battista Settala è cancelliere nella Magistratura delle Entrate Straordinarie e dei Beni Patrimoniali del Ducato di Milano.
È lui che nel 1573 amplia il Naviglio della Martesana, opera che ha eco in tutta Europa.
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E qui sembra di tornare all'attualità, non solo i dazi, ma il doppio ruolo, pubblico e privato, dei maggiorenti milanesi.
Settala infatti non è solo il cancelliere del Magistrato straordinario, ma è anche socio nell'impresa incaricata di ampliare il nuovo naviglio.
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Il 22 settembre 1985, il Plaza Accord scuote l’economia globale.
Scopri come si arriva a questo storico accordo che cambia i mercati, dà sollievo temporaneo agli USA, ma innesca anche una bolla in Giappone, con effetti che durano decenni.
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Nel 1981 la Federal Reserve, guidata da Paul Volcker, alza di oltre il doppio i tassi d’interesse per domare l’inflazione degli anni ‘70.
È il così detto "Volcker Shock": l'inflazione frena, il dollaro si rafforza, ma a caro prezzo per l’economia statunitense.
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Il dollaro USA si apprezza del 50% rispetto a yen e marco tedesco.
Il dollaro forte serve oltre che per l'inflazione anche per attirare capitali per finanziare la “Reaganomics” che combina tagli alle tasse e aumento della spesa militare, ma crea un deficit di bilancio enorme.
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Cosa è rubare?
Nel XV secolo avevi violato il settimo comandamento:
"Se ha facta usura cioè guadagnato o desiderato di guadagnare d’alcuna cosa prestata numerabile come sono danari, etc., mensurabile come è grano, vino, olio, et di simili, ponderabile, che si presta a peso."
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Così scriveva il beato Marco da Montegallo, frate minore francescano ma anche dottore in legge e medicina, nel suo Libro delli comandamenti.
Ma anche, se non fosse chiaro:
"Se ha prestato sopra alcun pegno per haversene quello fructo finchè gli si renda quello ch’è prestato."
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Neppure lo sconto per il pagamento anticipato sfuggiva al peccato:
"Se ha comperato cosa alcuna per minore pregio che quello che vale per averlo pagato innanzi tempo."
E anche vendere a credito non si salvava:
"Se ha venduto più caro per la credenza che gli ha facta o fa."
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Cosa ci dice la storia economica riguardo la decisione cinese di smobilizzare le sue riserve investite in titoli di stato USA?
Che un sistema finanziario/commerciale è arrivato al termine e che probabilmente Trump non è matto come sembra.
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La logica del commercio internazionale è basata su un concetto semplice, che poi alla fine è comune alla vita di tutti i giorni: se una nazione importa dei beni o li paga esportando altri beni, o li paga vendendo delle attività, o si segna a debito.
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La prima opzione è banale: paghi i beni importati con quello che ricavi da quelli esportati, non devi chiedere niente a nessuno e sono tutti felici. Un po' come tu paghi la spesa con lo stipendio derivante dal tuo lavoro.
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Neutralità e Pacifismo vengono spesso confusi, ad arte o per ignoranza.
Ma la neutralità ha plasmato la storia mondiale per 500 anni, sfidando imperi e guerre.
Lo storico Leos Müller rivela in questo suo libro come la Neutralità ha influenzato l’ordine internazionale.
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Müller offre 4 ragioni per studiare la neutralità:
- ha forgiato l’ordine mondiale moderno;
- promosso il libero scambio;
- sostenuto l’economia di piccoli stati;
- dato vita al diritto internazionale, influenzando organizzazioni come la Società delle Nazioni e l’ONU.
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Cos’è la neutralità?
È la scelta di non prendere parte in un conflitto armato tra stati sovrani.
Si divide in: occasionale (per una guerra specifica), volontaria a lungo termine (tipica di piccoli stati) e permanente (garantita da accordi internazionali).
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