Thread by @avantibionda

Che le parole non siano “solo parole” lo sapeva bene mussolini che proprio da quelle partì per fondare la sua politica nazionalistica e rafforzare la centralità dello stato, il potere della propaganda, il consenso popolare e alimentare l’odio antisemita creando un orgoglio

nazionale che portasse a odiare tutto ciò che non era italiano.
Da qui: eliminare (e proibire) forestierismi (le “parole ostrogote”, le chiamava) sostituendoli con termini italiani, o italianizzando quelle straniere in uso (a breve il nostro ministero della sovranità alimentare

ci imporrà di nuovo “bevanda arlecchina” al posto di cocktail e vieterà sandwich per il più nostrano tramezzino, dando così un senso al suo, di nome).
E poi, oltre alla censura, il tentativo del fascismo di creare una lingua peculiare, un “italiano nuovo”, adeguato e funzionale

alle dittatura, per il tramite di slogan, neologismi, indottrinamento scolastico e repressione delle diversità.
Se prestassimo più attenzione alle parole, quelle pesanti come “carico residuale”, e quelle buttate là tra le altre, quotidianamente, da anni (e oggi con l’accresciuta

protervia del sentirsi “eletti” al comando, ci accorgeremmo di quanto il presente sia simile a un passato mai rinnegato, neanche nelle parole.
Che la Storia sia non solo cattiva maestra.
#fascismo