Alle ore 19:34 di quarantadue anni fa un violento #terremoto di magnitudo 6.9 colpì l'#Irpinia, una delle aree più sismiche di tutto il nostro paese. Da quel giorno l'intera geologia, sismologia e perfino l'intero sistema emergenziale italiano cambiò radicalmente.
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L'epicentro esatto venne localizzato, dopo diverse ore, nella zona di Castelnuovo di Conza, un piccolo centro abitato che si trova al confine tra la Campania e la Basilicata. È proprio in questa zona che furono registrati gli effetti più gravi di questa complessa sequenza. 2/17 Image
La scossa delle 19:34 venne avvertita in una vastissima zona del nostro paese, le segnalazioni dell'epoca arrivarono fino alla Pianura Padana verso nord e fino alla Sicilia nord-occidentale verso sud, un dettaglio che ci fa capire subito la gravità di quel tragico evento. 3/17 Image
La maggior parte dei danni furono però concentrati tra Campania, Basilicata e Puglia, tre regioni in cui si registrarono decine e decine di centri abitati completamente rasi al suolo. 4/17 Image
Tra questi, i più importanti e conosciuti furono quelli di Castelnuovo di Conza (SA), Conza della Campania (AV) e Balvano (PZ) tre località in cui crollarono la quasi totalità degli edifici cittadini, il che corrisponde al X grado della scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS). 5/17 Image
La scossa provocò danni significativi perfino a Napoli dove furono danneggiati oltre 7.700 edifici, alcuni dei quali crollarono completamente causando la morte di ben 69 persone. Due persone morirono anche in provincia di Caserta, ben più a nord di Napoli. 6/17 Image
Il bilancio finale del terremoto fu catastrofico: 280.000 sfollati, 8.848 feriti e almeno 2.914 morti, un numero impressionante che fu sicuramente aggravato dalla lentezza dei soccorsi che arrivarono nelle aree più colpite soltanto dopo diversi giorni dalla scossa. 7/17 Image
Emblematica in tal senso fu la prima pagina pubblicata tre giorni dopo la violenta scossa dal quotidiano "Il Mattino" che aprì con un "Fate Presto!" scritto a caratteri cubitali. 8/17 Image
La macchina dei soccorsi fu lenta e macchinosa per diversi motivi: all'epoca non era ancora nata la Protezione Civile, un servizio che negli anni successivi ha cambiato e migliorato in modo incredibile la tempestività dei soccorsi in caso di emergenza. 9/17 Image
Inoltre i comuni più colpiti si trovavano in zone molto complicate da raggiungere già in condizioni normali, figuriamoci dopo un evento sismico di quella portata che ha contribuito a far crollare ponti, fatto franare pezzi di strada e di montagna. 10/17 Image
Furono danneggiate in modo irreparabile la maggior parte delle linee elettriche e di radiotrasmissioni che servivano per comunicare con le zone più colpite. La maggior parte di queste zone furono raggiunte dai soccorsi soltanto cinque giorni dopo la scossa. 11/17 Image
Un'altra problematica da non sottovalutare era la mancanza di un istituto come l'INGV. In quegli anni infatti, non esisteva una sala di monitoraggio che potesse registrare e calcolare in modo tempestivo l'area epicentrale della scossa per poter coordinare meglio i soccorsi. 12/17 Image
Nonostante tutti questi problemi tecnici comunque, il terremoto dell'Irpinia fu un evento davvero complesso da inquadrare e da studiare. Anche se lo chiamiamo "terremoto" infatti, quello del 23 novembre fu un evento multiplo. 13/17 Image
Ovvero un tipo di evento sismico composto da ben tre terremoti di magnitudo compresa tra 6.4 e 6.6 (totale Mw 6.9) che sono avvenuti nell'arco di 40 secondi e che ruppero quattro segmenti di faglie differenti, per questo la scossa è stata avvertita molto a lungo. 14/17 Image
Il terremoto dell'Irpinia fu anche anche il primo in Italia ad essere studiato grazie alla paleosismologia. La scossa creò infatti un rigetto della faglia in superficie alto ben 1.20 metri e lungo oltre 38 km, un vero e proprio laboratorio a cielo aperto. 15/17 Image
Il terremoto del 1980 fu un evento che cambiò radicalmente anche ciò che si pensava sul meccanismo che scatenava i forti terremoti appenninici italiani. In quegli anni infatti, si pensava che l'appenino fosse una catena nata da un processo di compressione, l'esatto opposto! 16/17 ImageImage
Il terremoto dell'80 fu invece estensionale. Con quella terribile sequenza sismica insomma, i sismologi capirono che l’Italia centrale e meridionale si stava ”stirando” dal Tirreno verso l’Adriatico, teoria che fu poi confermata durante i terremoti di Colfiorito e l'Aquila. 17/17 Image

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Nov 23
Ma qual è stato il sistema di faglie che ha generato il terribile #terremoto di magnitudo 6.9 avvenuto in #Irpinia nel 1980? Cerchiamo di spiegarlo brevemente in questo thread grazie alle informazioni ricavate dagli studi del geologo Paolo Galli (e colleghi). 👇🏻🧵 Image
La faglia che ha generato il terremoto del 1980 è stata localizzata ai piedi del Monte Marzano ed è una faglia estensionale, ovvero un tipo di sorgente sismogenetica che genera terremoti in cui il blocco di roccia scende prevalentemente verso il basso per via della gravità. Image
Il terremoto del 23 novembre 1980 in particolare, ha prodotto un abbassamento del terreno di oltre un metro il che ha permesso alla faglia che ha generato il terremoto di arrivare in superficie e di essere riconoscibile per ben 38 chilometri, una valore piuttosto importante. Image
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Nov 15
Da quando mercoledì scorso è iniziata la corposa sequenza sismica in corso al largo delle Marche, sui social è tornata in voga la teoria popolare secondo la quale tanti piccoli terremoti scaricano a poco a poco l'energia prevenendo una scossa più forte. Ma è davvero così? NO! 🧵
La scala Richter è infatti una scala logaritmica, il che vuol dire che ogni due decimi di magnitudo l'energia sprigionata dal terremoto raddoppia, in pratica in questa scala 2+2 non fa 4 ma 2,2. Proviamo a fare un piccolo esempio pratico con lo scenario marchigiano:
A puro scopo esemplificativo pensate se TEORICAMENTE il sistema di faglie coinvolto al largo delle Marche fosse carico e pronto a produrre un terremoto di magnitudo 6.0. E bene dissipare tutta quell'energia con una sequenza di terremoti di magnitudo inferiore è impossibile.
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Aug 27
Esattamente 139 anni fa avveniva una delle eruzioni vulcaniche più potenti e distruttive che si sono verificate nel corso della storia moderna dell'umanità. Stiamo parlando della terribile eruzione prodotta dal vulcano #Krakatau (o Krakatoa) il 27 agosto del 1883.
L'eruzione del 1883 è iniziata durante il mese di maggio con delle sporadiche ma intense esplosioni che si sono susseguite per interi mesi, un fenomeno che aveva stupito e affascinato moltissimi marinai locali.
Secondo i racconti dell'epoca tale attività tendeva a generare delle modeste colonne eruttive che occasionalmente si elevavano in quota anche per 9-10 chilometri e provocavano una modesta ricaduta di cenere e lapilli in tutta l'isola principale presente al centro della caldera
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May 20
Alle ore 04:03 del 20 maggio di dieci anni fa, un forte #terremoto di magnitudo 5.8 stava per dare inizio ad una lunga e stressante sequenza sismica che ha interessato l'Emilia Romagna, più precisamente un'ampia zona delle province di Modena, Ferrara e Reggio Emilia. 🧵👇🏻
La scossa del 20 maggio ha avuto un epicentro localizzato nei pressi di Finale Emilia, un piccolo comune che si trova a circa 30 chilometri di distanza da Ferrara.
Il terremoto in questione è stato avvertito dalle Marche alla Toscana e dal Friuli al Piemonte, con i maggiori danni che si sono concentrati tra Mirandola, Canaletto, Cavezzo e Finale Emilia, una particolare area in cui sono state registrate anche sette vittime.
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May 19
Durante la scorsa settimana, mentre la pagina si trovava momentaneamente in pausa, il cratere di sud-est dell'#Etna è tornato a dare spettacolo con una nuova bellissima eruzione effusiva che ha avuto inizio nel corso della serata di giovedì 12 maggio. Foto di @VjKar 🧵👇
L'eruzione è iniziata con l'apertura di una piccola frattura eruttiva sul fianco settentrionale del cratere di sud-est, la nuova vetta del vulcano attivo più alto d'Europa.

Essa ha iniziato ad alimentare una colata di lava piuttosto viscosa - ovvero poco fluida - che con il passare dei giorni si è espansa tra la Valle del Leone e la parte più alta della Valle del Bove, una particolare area dell'Etna completamente deserta. Foto di Claudio Bert
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May 18
Il 18 maggio di 42 anni fa stava per avere inizio una delle eruzioni vulcaniche più importanti ed iconiche della storia della vulcanologia moderna. Stiamo parlando della catastrofica eruzione che ha interessato il vulcano St. #Helens, negli Stati Uniti. 🧵👇 Image
La sequenza sismica che ha preceduto l'eruzione del 18 maggio è iniziata nel corso del pomeriggio del 20 marzo con un importante terremoto di magnitudo 4.1, un evento che ha messo in allerta gran parte dei vulcanologi della zona. Image
Con il passare delle settimane, il numero e l'intensità dei terremoti non è diminuito ma anzi, in un primo momento ha subito un improvviso aumento che si è poi stabilizzato nei giorni e nelle settimane successive. ImageImage
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