Il contenuto termico delle acque degli oceani (OHC) ha infranto un nuovo record nel 2022, in aumento per il settimo anno consecutivo e il Mediterraneo si conferma il bacino che si scalda più velocemente. Sono i risultati di questo recente studio ▶️ bit.ly/3ZvUbNP (1/9)
Questi fattori fanno presagire un clima futuro sempre più estremo. La forte preoccupazione non riguarda solo la vita e gli ecosistemi marini, ma anche gli esseri umani e gli ecosistemi terrestri…(2/9) #ClimateEmergency#Clima@Climalteranti@CoyaudSylvie @CmccClimate
…visto che gli oceani assorbono il 90% del riscaldamento che si è verificato negli ultimi decenni a causa dell'aumento dei gas serra; e i pochi metri superiori dell'oceano immagazzinano tanta energia termica quanto l'intera atmosfera terrestre. (3/9)
Nel solo 2022 l’OHC nei primi 2.000 m di profondità è aumentato di circa 10 ZJ, cioè 1J seguito da 21 zeri. È una quantità pari a circa 100 volte la produzione mondiale di elettricità e che potrebbe mantenere in ebollizione 700 mio di bollitori da 1,5 l per un anno intero! (4/8)
Il Pacifico settentrionale, l'Atlantico settentrionale, il Mar Mediterraneo e il gli oceani australi hanno registrato il contenuto l’OHC più alto dagli anni Cinquanta. (5/9)
Per quanto riguarda il Pacifico, vi ha contribuito anche la persistenza del suo stato di Niña, visto che questa condizione idro-climatica sottrae calore dall’atmosfera e lo accumula ulteriormente al suo interno come fosse una batteria, vedi ▶️ bit.ly/3IM5qMg (6/9)
Si conferma quindi il continuo aumento dell’OHC, in abbinamento a livelli sempre più elevati di salinità e ad una maggiore separazione dell'acqua in strati, che può ridurre o annullare il rimescolamento tra la superficie e le zone più profonde. (7/9)
L'indice di contrasto della salinità ha raggiunto il livello più alto mai registrato nel 2022 e questo denota un’estremizzazione in atto causata da una continua amplificazione dei flussi di acqua in atmosfera. (8/9)
Tra le tante conseguenze, l’alterazione del modo in cui il calore, il carbonio e l'ossigeno vengono scambiati tra oceano e atmosfera. Questo, a sua volta, si riflette sulla biodiversità e sugli spostamenti delle specie ittiche. (/end)
Sono stato un po’ in giro in montagna, in questi ultimi giorni. Sempre sopra i 2000 m, spesso anche fino ai 3500. La situazione criosferica è pessima. La pochissima neve caduta durante l’ennesima stagione di magra, ha posto basi pessime per la salute dei ghiacciai. 🧵❄️🧊🔥(1/10)
P.e., qui siamo sul passo carrozzabile + alto della🇨🇭, Novena 2500m, il 17/6. L’anno scorso c’era molta neve e il passo era ancora chiuso a quella data. Quest’anno la poca neve se ne stava andando a vista d’occhio. Si vede anche lo stato pietoso del vicino ghiacciaio Gries.(2/10)
La feroce seconda e ancora attuale #heatwave2025 di questa torrida estate appena iniziata, che ci ha consegnato il secondo giugno ➕ caldo di sempre sta facendo il resto con gli interessi. Fonde già ghiaccio vivo, a giugno e con ancora almeno 3-4 mesi di fusione! 😱(3/10)
Come già previsto tempo fa, l’#estate2025 in area alpina sta partendo con il botto: a differenza della scorsa, quest’anno il primo mese estivo si sta rivelando molto caldo e stabile e lo sarà fino a fine mese. Ora la domanda è la seguente: / (mini-🧵) (1/7)
sarà un’estate che parte col turbo ma si inceppa subito, come successo alcune volte negli ultimi 25 anni, per es. durante le estati del 2002, 2005, 2014 o 2021, tutte connotate da mesi di giugno molto caldi ma poi da diffusa e persistente instabilità a luglio e agosto? (A) (2/7)
Oppure sarà una stagione dove il caldo e la stabilità persisteranno fino alla fine, come è stato p. e. il caso durante le estati del 2003, in parte 2012, del 2017, 2018 e 2022 (B)? In pochi casi, la stabilità si è protratta solo fino a luglio, come nel 2006 e nel 2019 (C). (3/7)
Domenica è stato il #WorldOceansDay @WorldOceansDay. 🌊
Per l’occasione, in questo lungo 🧵 parlerò di un importante lavoro di attribuzione che è uscito lo scorso 4 giugno e che riguarda gli oceani, in particolare uno. 👇(1/29) 🌊 🔥🌡️ nature.com/articles/s4158…
Si tratta di un lavoro che stabilisce le cause della potente e protratta heatwave marina che ha colpito il Nord Atlantico (NATL) fra metà 2023 e gran parte del 2024, con strascichi che ancora oggi persistono. Se ne è parlato tanto, ora il punto. (2/29)
Questa ondata di calore marina (MHW) senza precedenti registrata nel NATL è stata, a sua volta, all’origine di una sorta di caos meteorologico estremo e di heatwaves atmosferiche, soprattutto in Europa, in particolare durante l’estate 2023 ma anche nei mesi a seguire. (3/29)
In attesa della prima #heatwave nella regione alpina di questa nascente estate, segnalo 2 studi appena pubblicati che corroborano ulteriormente la crescente tendenza dei fenomeni #ClimateWhiplash. Il primo viene dal gruppo #IACETH 👉 , con altri. (1/7)tinyurl.com/mrxbzfs
Ti dice che l'impatto della siccità improvvisa sugli ecosistemi globali viene amplificato dal caldo estremo – che implica un’elevata domanda di umidità atmosferica – portando a un calo più netto della produttività degli ecosistemi, in particolare nei terreni coltivati. (2/7)
La gigantesca #frana di #Blatten è molto probabile che sia riconducibile al riscaldamento climatico, che 📉 la tenuta del #permafrost e rende quindi meno stabile il terreno roccioso e le stesse montagne. 🧵(1/12)
Riscaldamento che, per come sta proseguendo, rischia di far perdere i 3/4 di tutti i ghiacciai presenti sulla 🌍. È quanto prevede una ricerca appena pubblicata. 👇(2/12) science.org/doi/10.1126/sc…
Un draft di questo lavoro ho avuto occasione di seguirlo su poster in occasione del recente summit dell’#EGU un mese fa, ne ho parlato qui 👇 / (3/12)
Tra il 2015 e il 2022 è scomparso circa il 15% del ghiaccio perenne (#permafrost) sul pendio dello Stockhorn sopra Zermatt. Nei fori di trivellazione, la T è 📈 di ~ 1°C negli ultimi 20 y e il punto di congelamento è ora di diversi m + ⬇️ nel sottosuolo. iopscience.iop.org/article/10.108…
Una singola estate calda, come quella del 2003, 2015 o 2022, può portare alla perdita irreversibile del permafrost sulle montagne di tutta Europa. Per rigenerare il permafrost servono condizioni molto specifiche, difficili da ottenere. /
In molti luoghi, il permafrost alpino ha già raggiunto il punto di non ritorno o è sul punto di farlo. Ciò significa che da questo momento in poi la sua scomparsa accelera autonomamente e non può essere arrestata senza cambiamenti significativi nel clima. /