Pubblichiamo una riflessione della scrittrice e giornalista Marina Terragni, femminista e autrice di numerosi saggi sulle donne. Per il suo contributo alla campagna
#avvenireperdonneafghane, Terragni si è ispirata al ritratto di una sfollata della provincia di Herat, della fotografa romana Laura Salvinelli. La giovane vive in un campo nel mezzo di un deserto di sabbia e pietra senza nessuna assistenza da parte del governo afghano...
...La
ragazza sembra una piccola regina che forse venderebbe il suo regno per una scuola. Ricordo bene cos’è stata la scuola, la maestra con il grembiule chiazzato di gesso che mi ha aiutato a capire chi avrei voluto essere. Nel campo dove la ragazza vive, sfollata in mezzo un deserto
di sabbia e pietra, non ci sono bagni, ospedali e nemmeno scuole. Come tante altre crescerà semianalfabeta, così è stato deciso da una leva di maschi paurosi e violenti...
...La più bella lezione – questo vorrei – che ho mai fatto. Per prima cosa dovrei chiederle perdono perché
qui, vicini come siamo, abbiamo dimenticato lei e le sue sorelle: non meno dimenticabili e dimenticate, altre catastrofi si sono messe in primo piano. Ci si abitua a tutto, anche a violenze come queste, a quella ributtante paura maschile che lì si mostra al suo grado più elevato,
paura di non riuscire a controllare la sapienza e la forza di chi – le donne – ogni giorno rimette al mondo, in qualunque luogo del mondo...."
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
#Cutro#Piantedosi
Umiliare e dare le colpe ai poveri per nascondere i fallimenti dell'Occidente.
Che oltre cinquanta di quei naufraghi venissero dall’Afghanistan non è passato inosservato, ma è stato per così dire notato a metà, la sola metà del discorso che consentisse di
dare la colpa a loro e non a noi. Ancora il ministro Piantedosi, ineffabile, ha fatto notare che lui è stato educato alla responsabilità, cioè a chiedersi cosa può fare lui per il suo Paese (lo stiamo vedendo, ndr), e non cosa deve fare il suo Paese per lui. Un ragionamento che
finisce per battere lì: come sono irresponsabili questi afghani, che invece di fare qualcosa per il loro Paese – che so, combattere a mani nude i talebani a cui abbiamo lasciato un patrimonio di armamenti da far spavento – decidono di partire in condizioni precarie e pericolose.
"L’accademia, locata nell'Auditorium 'La Porta del Parco' di Bagnoli, accoglierà gratuitamente 100 artisti – senza limite di età - formandoli attraverso un percorso sperimentale della durata
di tre mesi che culminerà in estate con la realizzazione di 8 produzioni - dedicate a Troisi e il trio La Smorfia - e con eventi dal vivo che si terranno ad agosto in Piazza Plebiscito in occasione della terza edizione di «Restate a Napoli»....
...Esattamente come ai tempi in cui
nasceva La Smorfia – commenta Enzo Decaro - (contemporaneamente a tutte le bellissime, e ancor oggi insuperate espressioni teatrali, musicali e artistiche della Napoli di quegli anni) la parola d'ordine è sempre più "cooperazione", porte aperte al pensiero che circola, nella
"Per la stessa ragione, il preteso inno d’amore di Roberto Benigni è stato così imbarazzante: perché la Costituzione è tutto tranne che uno strumento di celebrazione del potere costituito. La Carta – diceva Piero Calamandrei –
“è una polemica contro il presente, contro la società. Perché quando l’articolo 3 vi dice ‘È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli d’ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana’ riconosce con ciò che questi ostacoli oggi ci sono, di
fatto, e che bisogna rimuoverli. Dà un giudizio, la Costituzione! Un giudizio polemico, un giudizio negativo contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare”. Ebbene, la retorica fluviale di un Benigni autoridottosi a cantore dello stato delle cose è esattamente il
"Se state leggendo questo messaggio è segno che non sono più a questo mondo. Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che
ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, uguaglianza e libertà”. “Sono tempi difficili, lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza: mai! Neppure per un attimo. Anche quando
tutto sembra perduto, e i mali che affliggono l’uomo e la terra sembrano insormontabili, cercate di trovare la forza e di infonderla nei vostri compagni. E proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve. E ricordate sempre che ‘ogni tempesta inizia con una singola goccia’.
Abbiamo lavorato fino a sabato sera e poi, con un WhatsApp, e non con una lettera di preavviso come da legge, ci è stato detto di non presentarci al lavoro il lunedì mattino perché eravamo
licenziati. Noi siamo comunque andati per far valere le nostre ragioni, ma non ci hanno fatto entrare». Davanti a questa situazione e all’annuncio che di settimana in settimana ci sarebbero stati altri licenziamenti, la folta comunità pakistana impiegata alla Itaci si è
compattata e si è rifiutata di prestare servizio, dando vita a uno sciopero e a una manifestazione di protesta per tutta la giornata...
...si rivendicavano, fra l’altro, un regolare contratto di lavoro di 8 ore, che adesso c’è, e tutti i pagamenti, compresi gli straordinari.
#Siria
"La Sira è sottoposto a pesanti sanzioni dall’Unione Europea, si inviano aiuti, ma nessuno parla di allentare le pesanti sanzioni che gravano sul Paese dal 2011, e che sono state rinnovate per un anno a maggio dello scorso anno. Si tratta di
sanzioni pesantissime.”..
...Sanzioni (blocco delle esportazioni del petrolio e delle transazioni finanziarie, embargo su assistenza beni di prima necessità…) che hanno prodotto fame, miseria, epidemie, disoccupazione… costringendo innumerevoli milioni di persone a scappare
dalla Siria”...
....“Il Consiglio ha prorogato di un altro anno”, scriveva il Consiglio d’Europa in comunicato stampa lo scorso anno , “fino al 1º giugno 2023, le misure restrittive dell’UE nei confronti del regime siriano a causa della repressione che continua a esercitare