A Roma, le reliquie dei martiri su cui sono eretti altari e basiliche sembrano solo memoria di un tempo lontano. Eppure, oggi, si muore, e sempre di più, in tante parti del mondo per il solo fatto di professare la propria fede. 1/8 @RomanoAng@santegidionews
Si muore in terre di guerra, violenza e dittature. Ma ancora oggi, donne e uomini rispondono e resistono alla violenza della persecuzione “senza la forza delle armi”. Lezione e testimonianza anche per chi non ha fede. Testimonianza della potenza della forza debole. 2/8
A loro, morti nel XX e nel XXI secolo, è dedicato il Memoriale realizzato dove poggiano le fondamenta della Chiesa di San Bartolomeo all’Isola, e frutto di un lungo lavoro di documentazione, inaugurato ieri. 3/8
Dalla strage degli armeni alle vittime dei totalitarismi, ai cristiani che muoiono in Africa, in Asia, le cifre sono impressionanti.
“Il martirio non serve ad evocare le colpe” di chi uccide, ha ricordato Andrea Riccardi, della Comunità di @santegidionews 4/8
“Il martirio cristiano non può essere usato per giustificare ideologie dell’odio” .
“Possono sembrare sconfitti dalla storia”, aggiunge, ma insegano che “si può con la mitezza combattere la guerra. La forza debole può fare la pace”. 5/8
“Non sono vite sprecate”, ma vite che ci dicono che vale la pena “vivere per gli altri e vale la pena anche morire”.
La casula rossa è quella Oscar Romero, il vescovo salvadoregno, voce dei senza voce, ammazzato sull’altare. 6/8
A Romero, David Maria Turoldo ha dedicato parole che raccontano di una vita spesa per la dignità dell’uomo. Come quelle di tanti altri, di chi è morto per non dare ai poveri cibo avariato nell’Est del Congo, per aver detto no alla criminalità 7/8
per aver portato una Bibbia sotto il braccio, per aver esercitato il proprio ministero.
Grazie @RomanoAng , rettore della basilica per questa giornata. #pace 8/8
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Sono 78 anni oggi, da quando è entrata in vigore la carta #Onu. Il mondo, uscito dalla #WWII , immaginava strumenti per risolvere le controversie senza armi. Volevamo un mondo in #pace e abbiamo provato a rendere concreta quella che sembrava utopia. 1/7un.org/en/about-us/un…
Da corrispondente ho seguito il lavoro di questa e altre organizzazioni si punta il dito come esempio di fallimento. Vero che il multilateralismo ha dimostrato tutti i suoi limiti, che in molti teatri si è rivelato inefficace o peggio, che molto, moltissimo non funziona. 2/7
Eppure, abbandonare quel sogno, è estremate pericoloso perché significa smettere di impegnarci nell’architettura di un mondo comune, dove il dialogo è bene supremo. Significa tornare a relazioni, bi o multipolari del tutto contingenti, dove l’ultima parola è il potere. 3/7
È una spirale che sembra senza via d’uscita e mi chiedo quanto ne siamo davvero consapevoli. Uranio impoverito. Corsa al riarmo, ovunque. E dobbiamo leggere con attenzione e spavento le conclusioni di ieri del Consiglio europeo. shorturl.at/yGJTZ 1/9 #ucraina
Oltre il richiamo potente al diritto e alla giustizia, alla difesa dell’aggredito, le parole sembrano contraddire ogni lezione della storia su come si tenta di costruire un dialogo. Un testo che parla di #pace in cima, come fosse davvero centrale, ma è solo testo di guerra. 2/9
Va letto tutto e bene. Riferendosi all’impegno nel progetto di pace di Zelensky sembra dirci: “ci stiamo provando”. Se mai si dovesse spingere oltre il coinvolgimento europeo, diranno forse “noi avevamo un progetto”, “abbiamo sostenuto i dieci punti”? 3/9
1/7 Le ragioni per cui l’Occidente dovrebbe cambiare la sua strategia e sostenere il #negoziato, stanno tutte nelle die tragiche previsioni della guerra in #Ucraina: escalation nucleare o guerra lunga e globale. washingtonpost.com/world/2023/02/…
2/7 A dirlo è un’analisi recentissima della RAND corporation, il più importante think tank americano che fornisce analisi si difesa e sicurezza alle forze armate americane e cha ha contato trai suoi membri generali e personalità come Kissinger. #pace
3/7 RAND aveva previsto un attentato come quello alle Torri Gemelle e ora ci dice che “poiché il conflitto finirà probabilmente con un negoziato, evitare una guerra lunga richiede sforzi” in questa direzione. #ucrainarand.org/pubs/perspecti…
Restiamo sgomenti, stupiti di fronte al fuoco che piomba dal cielo, rabbiosi davanti alle città ucraine colpite dalle armi russe. Indignati ci diciamo che la Russia non avrebbe dovuto: una città non è un ponte, la rappresaglia è senza misura.
1/24 @peoplepubit#pace
Stupore, sgomento e sorpresa.
Eppure era stato annunciato dalla Russia che ha invaso e da Cassandre che nessuno vuole ascoltare. Questa è la guerra. Più che sgomento dovremmo guardarci dentro e chiederci cosa stiamo sbagliando. 2/24
Ci stiamo convincendo dell’ineluttabilità della guerra smettendo di interrogare la storia e la scienza. Vestiamoci di umiltà, chiniamo la testa perché l’esito di una guerra ha una sola certezza: la morte. A volte neppure finisce, e vincere non basta alla #pace. 3/24
#25settembre C’è una cosa peggiore di un pessimo governo: convincerci che un futuro migliore sia impossibile, togliere alla #politica il suo significato alto e ideale, farci credere che non abbiamo potere, che sono tutti uguali. Farci scegliere il disingaggio. #elezioni2022 1/9
Il disingaggio, la disillusione, sono la più potente arma di chi non ha a cuore la vita collettiva. Farci credere che non siamo comunità, ma individui. Ecco la vera vittoria dei peggiori. Con il #VOTO, difendiamo l’essere comunità e la politica come costruzione del futuro. 2/9
Votando ci ricordiamo che la politica la fanno gli esseri umani, che i nomi sulle liste cambiano e che se oggi non ci piacciono, domani potrebbero essere diversi. Ma non lo saranno se avremo distrutto l’idea che la politica conta. 3/9 #Elezioni
La tecnologia militare contribuisce in modo potentissimo al fascino che la #guerra esercita. E si, purtroppo è fascino.
La storia dei conflitti, la storia militare, bisogna iniziare a depurarla da questo mostruoso richiamo. Raccontarla per l’assurdo che è. 1/8
Musei, esposizioni che mostrano morte con lo stesso criterio dell’arte, che si passa vicino a un fucile e non ti viene più in mente che è stato pensato per ammazzare. Ripenso ai corsi che ho seguiti: militari o ex militari a spiegare cosa produce un’arma su un corpo.2/8
A spiegare come è stata studiata per far più danni possibile, a quanti più morti ha contribuito la scienza. Sarà che stavamo lì per capire come evitare di finire cadaveri, sarà che i soldati avevano perfetta contezza dell’orrore, ma c’era silenzio e dolore. Nessun fascino. 3/8