#MdT 29/12/1973 - Oggi le baby pensioni sono entrate in vigore col decreto Dpr 1092.
Il 1973 se ne sta andando e molte cose sono accadute.
Il 14 gennaio il concerto di Elvis Presley, “Aloha from Hawaii” i il primo della storia della Tv ad essere trasmesso nel mondo via satellite.
Il 27 gennaio gli accordi di Parigi hanno definitivamente messo la parola fine alla guerra del Vietnam e il 4 aprile a New York è stato inaugurato e aperto al pubblico il complesso “World Trade Center”, le famose “ Torri Gemelle”.
Il 17 dicembre, un gruppo di terroristi ha attaccato un aereo della Pan Am a Fiumicino provocando 30 vittime.
Anno difficile, di forti tensioni sociali e gravi difficoltà economiche.
Una crisi petrolifera ci obbliga all’austerità e costringe molti di noi a sacrifici.
Ma non tutti
Quel Dpr sta per rendere alcune categorie privilegiate.
Si concede ai soli dipendenti pubblici la possibilità di andare in pensione dopo 19 anni 6 mesi per gli uomini.14 anni 6 mesi e un giorno per le donne con prole, e 24 anni 6 mesi e un giorno per i dipendenti enti locali.
E così, mentre “La collina dei ciliegi” di Lucio Battisti imperversa al primo posto nella classifica dei 45 giri, il governo introduce una riforma che inciderà fortemente sulla sostenibilità del sistema.
In fondo tutto tornava.
Ai “soliti noti” erano richiesti sacrifici: la domenica a piedi, illuminazione ridotta, cinema chiusi alle 22 e fine trasmissioni Tv alle 22.45.
Ma se applichi misure di austerità, se sei costretto a fare provvedimenti non digeriti da una parte del Paese, il consenso lo devi pure recuperare da qualche parte, accidenti.
Classico modo di fare politica senza rendersi conto dell'irresponsabilità e soprattutto dell’insostenibilità di questo genere di misure.
Si capiva già allora perché molti continuassero a votare quei partiti.
Chi mai avrebbe voluto cambiare chi gli garantiva di questi privilegi?
Tornando alle baby pensioni.
Mediamente queste persone hanno potuto rimanere in pensione per 41 anni.
Per chi è andato in pensione tra i 35 e i 39 anni gli anni di pensione stimati sono 47,4.
Cittadini che riscuoteranno più o meno il triplo dei contributi versati.
Quanto ci sono costate le pensioni baby?
Secondo i dati forniti da Pasquale Tridico i baby pensionati sono costati complessivamente 102 miliardi di euro alle casse dello Stato.
"Attualmente, l’Inps eroga ancora 185 mila baby pensioni, che costano circa 2,9 miliardi di euro all’anno. Circa 36 mila vanno a uomini e 149 mila a donne".
Naturalmente i colpevoli non sono i baby pensionati, che hanno solo utilizzato una legge dello Stato.
Le baby pensioni verranno eliminate dal Decreto legislativo 503 del 30 dicembre 1992.
In alcune Regioni, come la Sicilia, nel 2001 stavano pensando come eliminarle.
Qualcuno si starà chiedendo?
Com'era la situazione delle casse INPS in quei giorni? Tipo il #MdT 10/01/1974?
Erano messe male.
E nessuno protestava.
A tutti faceva comodo.
"Avanti, ce n'è per tutti" era il motto di quegli anni.
Per tutti, ma non per sempre.
Prosit.
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Ieri sera ho concluso il thread sugli sprechi nella ricostruzione in Irpinia con:
"Esiste una storia, uno spreco che più di ogni altro può rappresentare quell'enorme sperpero di denaro? Esiste.
Eccome se esiste.
E riguarda una fabbrica che doveva imbottigliare vino".
Iniziamo.
Giugno 1990.
Palazzo San Macuto è la sede della commissione d’inchiesta presieduta da Oscar Luigi Scalfaro.
Oggi è un giorno particolare.
È stato convocato da Scalfaro Elveno Pastorelli, da tre anni commissario straordinario per la ricostruzione.
Nei mesi precedenti sono stati ascoltati Misasi (ministro del Mezzogiorno) e Vito Lattanzio (Protezione civile).
Tutti tendono a minimizzare, a dire che le cose stanno andando bene con la ricostruzione.
Certo, con qualche ritardo, ma secondo loro va tutto a meraviglia.
Gli sperperi di denaro pubblico post terremoto dell’Irpinia sono ormai entrati nella storia di questo Paese.
Una brutta storia, riassunta in dieci volumi presentati al Parlamento il 5 febbraio 1991 e inviati a varie procure da una commissione d’inchiesta presieduta da Scalfaro.
La commissione aveva il compito di verificare l’ammontare dei finanziamenti per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma del 1980.
Di più.
Doveva controllare lo stato di avanzamento dei lavori, le modalità, l’impatto ambientale e territoriale.
Sull’impatto territoriale i tecnici del servizio Impatto ambientale del Min. dell’Ambiente parlarono chiaro: “la scelta dei tracciati dove ricostruire case, industrie e strade è avvenuta indipendentemente dalle condizioni geomorfologiche, geologiche e geotecniche dei terreni.
26 settembre 1983 - “E’ necessario eliminare il pagamento a piè di lista.
Bisogna distribuire i fondi che servono, ma chi supererà il tetto prefissato dovrà risponderne”.
Una dichiarazione di buon senso appena espressa dal Ministro della Sanità del Governo Craxi.
Si chiama Costante Degan, Dc, cattolico.
Una persona perbene, capace di mettere ordine senza stravolgere.
Rispettoso di tutto e tutti.
Craxi ha tre obiettivi: una diversa politica dei redditi, la riduzione dei costi del sistema previdenziale e quelli del servizio sanitario.
Il lavoro, quest’ultimo, proprio di Degan.
Sul primo punto ci sarà da ridere (o piangere) poiché su questo tema lo scontro col PCI è frontale.
Solo a parlare di blocco della scala mobile a qualcuno si sono già rizzati i capelli.
Vedremo come andrà a finire.
Correva l'anno 1983.
Quando Pietro Longo arriva al Bilancio, nel Governo Craxi, nel FIO ci sono ancora 1.210 miliardi assegnati, ma non ancora spesi.
A questi stanno per aggiungersi quelli assegnati per il 1984.
Ma cos'è il FIO?
Facciamo un passo indietro.
A un anno prima.
Anno 1982.
Viene creato il Fondo per gli Investimenti e l’Occupazione (FIO) con lo scopo di "sostenere gli investimenti pubblici, soprattutto tramite l’analisi di progetti di rapida esecuzione e di importante impatto sociale, in situazioni di restrizioni della spesa statale".
Giorgio La Malfa ha avuto un’idea straordinaria per quanto riguarda i progetti presentati al FIO.
I finanziamenti gestiti da questo ente, almeno quelli effettivamente destinati agli investimenti, sono risorse pubbliche che devono essere spese con lungimiranza.
Pur nella disgrazia ebbi la fortuna di non vederle separate.
Sono infatti morto il 25 ottobre 1945, quattro anni prima della perdita di una delle mie gemelle.
Sicuramente non avrei resistito all’immenso dolore di quella separazione.
In fondo erano da sempre le mie creature.
Le mie bellissime creature.
Mi chiamo Francesco Rotundi, nato a Foggia il 10 luglio 1885.
Come nacque l’amore per quelle come loro?
Avevo quindici anni, quando durante una gita scolastica al porto di Manfedonia ebbi l’occasione di vederle.
Erano bellissime.
E cominciai a sognare.
A sognare di progettarle, intendo.
Da qui gli studi e la laurea in ingegneria navale a Genova.
Poi l’entrata in Marina, e come ufficiale del Genio navale l’incarico di direttore degli Arsenali di Venezia, Taranto e Napoli.
Ma quel sogno era sempre lì.
Fino a quando…
Un tempo era un vanto.
Oggi solo un lontano ricordo, anche per i più anziani.
I più giovani molto probabilmente non l’hanno mai visto, neppure in fotografia.
Dispiace, perché fu qualcosa di straordinario.
Perché la mia, anzi la nostra, fu un’impresa straordinaria.
Una sfida quasi impossibile.
Alzare quel prestigioso trofeo, intendo.
Creato nel 1838 era stato vinto per venticinque volte dagli inglesi, sette dai tedeschi e una dagli americani, nel 1852.
Nemmeno una volta da noi italiani.
Una sfida quindi, "quasi" impossibile.
Il piano era stato preparato in gran segreto quando era ancora in allestimento nei Cantieri Ansaldo di Sestri Ponente.
Era il 1931 e sarei stato io il suo comandante.
Mi chiamo Francesco Tarabotto, Capitano superiore di lungo corso diplomato all'istituto Nautico di Genova.