Sabato è stato formalmente incoronato #CarloIII, il nuovo re del Regno Unito, e come era prevedibile diverse tifoserie di calcio non hanno fatto mancare la loro disapprovazione. A partire ovviamente da quella del #Celtic, che sta per confermarsi campione di Scozia.
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Lo striscione è stato esposto ieri contro l'Hearts of Midlothian, ma già qualche giorno prima, sfidando i Rangers in Coppa di Scozia, erano stati fatti cori contro la monarchia britannica.
Proprio sabato, invece, erano stati i tifosi dell'Hibernian di Edimburgo a esporre uno striscione contro l'incoronazione del monarca: "Fanculo l'incoronazione, sfamate i poveri!".
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Sempre sabato, stavolta in Inghilterra, i tifosi del #Liverpool hanno fischiato l'inno britannico e intonato lo stesso coro dei fan dei fan del Celtic di qualche giorno prima.
Già alla morte della Regina Elisabetta II, madre di Carlo III, avvenuta lo scorso settembre, c'erano state contestazioni negli stadi. La prima, di Conference League, fu quella dei fan del club irlandese Shamrock Rovers.
Un altro irlandese, il centrocampista del Wigan James McClean, scelse di non prendere parte al minuto di silenzio in Championship per la morte della sovrana.
Sempre a settembre, i tifosi scozzesi di Celtic e Dundee United avevano realizzato cori contro la monarchia ("Se odi la Famiglia Reale batti le mani!" ed "Elisabetta è nella bara!").
L'ex-nazionale inglese e oggi opinionista sportivo Trevor Sinclair era stato addirittura sospeso da TalkSport per avere ricordato il razzismo istituzionalizzato nel Regno Unito e il ruolo della monarchia in questa situazione.
Cori razzisti contro #Vlahovic durante #AtalantaJuventus, poco fa: il serbo è stato bersagliato da cori che lo chiamavano "zingaro". L'arbitro Doveri ha sospeso momentaneamente il match, facendo partire l'avviso del rischio sospensione della partita.
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Il fatto è che poco dopo Vlahovic ha segnato il 2-0, e i cori sono ripresi: a regolamento, la partita andava sospesa, ma così non è stato. Anzi, Vlahovic è stato ammonito per aver reagito agli insulti.
Situazione simile a quella che in Coppa Italia portò all'ammonizione di Lukaku, poi revocata per intervento del presidente della FIGC Gravina. Si conferma una grave inadeguatezza della classe arbitrale italiana e della Federcalcio davanti al razzismo.
Ieri, nell'anniversario della morte dell'attivista politico nordirlandese Bobby Sands, i tifosi del Celtic Glasgow hanno esposto uno striscione per Khader Adnan, attivista palestinese morto in carcere in Israele il 2 maggio, a seguito di uno sciopero della fame.
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Lo striscione è stato srotolato fuori dallo stadio del Celtic da alcuni esponenti della Green Brigade, il principale gruppo della tifoseria del club.
Khader Adnan aveva 45 anni ed era membro del gruppo radicale Jihad Islamica. Le autorità dicono si sia lasciato morire, ma una ong israeliana afferma che lo stato aveva respinto una sua richiesta di ricovero.
"Nessuna nazionale supporta le calciatrici madri come fanno oggi gli Stati Uniti. E questo è qualcosa per cui abbiamo lavorato davvero duramente" ha detto Alex Morgan, l'attaccante degli USA, favoriti ai prossimi Mondiali femminili.
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L'attaccante 34enne del San Diego Waves si riferisce al fatto che nella squadra americana giochino oggi tre calciatrici che sono anche madri, come Crystal Dunn, ma anche la stessa Morgan, che ha dato alla luce una bambina nel 2020.
La questione della maternità nel calcio femminile (e nello sport in generale) è stata a lungo un problema, non solo sul fronte dei diritti ma anche del pregiudizio secondo cui una gravidanza segnasse la fine della carriera agonistica.
Riccardo #Zampagna, ex-bomber iconico di Messina, Ternana e Atalanta negli anni Duemila, per sua stessa ammissione politicamente schierato a sinistra, sarà candidato a Terni in appoggio al candidato di Fratelli d'Italia.
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Correrà nella lista Terni Protagonista, a sostegno del candidato sindaco Orlando Masselli di FdI, un partito notoriamente di estrema destra.
Nel 2015, Zampagna si era definitivo "l'ultimo bomber di sinistra" in Italia, ricordando la sua storia di calciatore operaio e quella del padre, morto di tumore dopo una vita in acciaieria.
È morto il calciatore tunisino Nizar Issaoui che lunedì si era dato fuoco come gesto di protesta contro la polizia, riportando serie ustioni su tutto il corpo. Un piccolo caso, che nasconde problematiche sociali molto profonde.
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Issaoui, che era senza contratto dopo una lunga carriera nel calcio in Tunisia, si era "condannato a morte", come scritto in un post su Facebook, lamentandosi dello "stato di polizia" in atto nel paese secondo lui.
Tutto è nato da un diverbio con un commerciante, da cui aveva cercato di comprare delle banane, scoprendo che costavano 10 dinar, il doppio del prezzo fissato dal governo. Issaoui lo ha denunciato, ricevendo un'accusa di terrorismo dalla polizia.
La Premier League cambia: dalla stagione 2026/2027 non sarà più possibile avere un'azienda di scommesse come sponsor principale sulla propria maglia. È la prima lega sportiva britannica a farlo.
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La decisione è stata comunicata giovedì, di comune accordo tra tutti i club e dopo aver consultato a lungo il governo. È possibile che altre iniziative in questo senso siano prese in futuro.