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May 12, 2023 25 tweets 8 min read Read on X
#MdT 26/09/1983 - “E’ necessario eliminare il pagamento a piè di lista. Bisogna distribuire i fondi che servono, ma chi supererà il tetto prefissato dovrà risponderne”.
Una dichiarazione di buon senso appena espressa dal Ministro della Sanità del Governo Craxi.
Si chiama Costante Degan, Dc, cattolico.
Una persona perbene, capace di mettere ordine senza stravolgere.
Rispettoso di tutto e tutti.
Craxi ha tre obiettivi: una diversa politica dei redditi, la riduzione dei costi del sistema previdenziale e quelli del servizio sanitario. Image
l lavoro, quest’ultimo, proprio di Degan.
Sul primo punto ci sarà da ridere (o piangere) poiché su questo tema lo scontro col PCI è frontale.
Solo a parlare di blocco della scala mobile a qualcuno si sono già rizzati i capelli.
Vedremo come andrà a finire.
Degan è intenzionato a rispettare le sue dichiarazioni.
Non tanto l’inadeguatezza del servizio dato ai malati, ma per quanto riguarda il costo di questo servizio. Prima problema: quanti debiti ha la Sanità?
Nessuno lo sa, tanto meno il Ministero che di questo dovrebbe occuparsi. Image
L’unica cosa certa è che i gestori delle USL così mal gestite sono principalmente colleghi del suo partito. Infatti, su 647 USL il 58,7% sono gestite da democristiani.
Il 19,3% socialisti.
Il 17,9% al PCI e via via fino alle briciole.
I debiti sono enormi, tanto che fornitori e vincitori di appalti minacciano di fermare tutto.
E’ dura pensa Degan, soprattutto se nessuno sa esattamente quanti soldi servono. Image
#MdT 30/09/1983 - Il Governo è riunito.
L’ordine del giorno è: "gestione economica e finanziaria delle USL".
Hanno appena deliberato di istituire per ogni USL un collegio di revisori che accerti ammontare debiti, situazione patrimoniale e contabile ed eventuale necessità di spesa Image
Leggo il decreto legge 463 e resto sbalordito.
Per esempio su chi dovrà controllare la spesa delle USL gestite dalla politica.
Contabili o ragionieri? E quando mai.
Capito, sicuramente dovrà essere un revisore.
Niente di tutto questo. Image
Un solo requisito è necessario.
Il fatto di essere stati al servizio della Pubblica Amministrazione.
Di più.
Saranno nominati solo dal Ministero del Tesoro, dalle Regioni e dalle assemblee delle USL.
Tradotto significa che la politica, che controlla le USL e che ha causato tutti i disastri, sarà controllata e verificata... dalla politica.
Come fai a non definirli dei “fenomeni”. Image
E così tutto continuò come prima.
Con fatture gonfiate, appalti truccati, forniture inutili. La politica aveva vinto ancora una volta.
E i cittadini?
Continuarono a non capire che accettando di fatto queste situazioni stavano distruggendo il futuro dei loro figli. ImageImage
E i debiti dei fornitori?
Insistono nel voler essere pagati prima della famosa relazione dei revisori.
Che fare? Semplice.
I politici sono o non sono dei fenomeni?
Paghiamoli questi debiti.
Come?
Autorizzando chi ha debiti... a contrarne di nuovi per pagare quelli vecchi.
Debiti arretrati, interessi che si sommano ad altri debiti, a cui si aggiunge sicuramente un prezzo elevato a causa della corruzione.
E infatti.
Servono soldi. Soldi a volontà.
Degan ha appena dichiarato che quelli previsti dalla finanziaria ’84 non bastano.
Soldi, è bene dirlo, già aumentati del 10% rispetto all'anno precedente.
Ora ne serve un altro 10%.
Soldi, sprechi, soldi e sprechi.
Arriviamo agli anni '90 Image
La situazione è degenerata, ma i partiti di governo hanno sempre esercitato sulle unità sanitarie un controllo serrato.
In pratica spesa, assunzioni e sprechi sono sempre state lasciati degenerare in santa pace. Image
Francesco De Lorenzo, non perdeva occasione per farsi bello sfoggiando il suo impegno per riformare il sistema sanitario.
L'Italia dava i primi segni di insofferenza e disgusto. Nel nord, alle elezioni regionali, alcune forze politiche si facevano chiamare "leghe" e non partiti. Image
E dopo le regionali presentò il suo "libro bianco".
E furono accuse precise, circostanziate.
I responsabili delle USL candidati alle elezioni che stampavano volantini a spese dell'unità sanitaria, auto e carte di credito delle USL utilizzate in campagna elettorale Image
Ispettori della Tesoreria e del Tesoro compilarono anche loro un dossier sulle USL.
Da museo del crimine.
Assunzioni illecite, promozioni senza merito, ricette inventate, ospedali pubblici vuoti e cliniche private piene.
Assenteismo e inefficienza all'ordine del giorno. Image
In una USL acquistati in un anno 7.500 termometri al costo di 13 milioni.
Sparirono tutti.
Per non parlare della sparizione dei farmaci. D'altronde nel 1985 Cappiello procuratore della Corte dei Conti aveva scritto: i bilanci di 9 USL su 10 sono frutto di sprechi e malaffare. Image
De Lorenzo denunciava le irregolarità.
Quando però la magistratura cominciò a dedicarsi a lui scoprirono che si faceva dare dai produttori di medicine non solo miliardi (che finivano nelle casse del partito), ma anche quadri antichi, tappeti e gioielli Image
Furono anni così.
Con ministri come De Lorenzo, ma anche come Prandini, responsabile Lavori Pubblici
Che a fine luglio "impose regole più severe contro la giungla degli appalti
Così titolarono i giornali.
Purtroppo il salto dai "requisiti" alla modalità non fu mai effettuato Image
Parliamo di appalti e mondiali di calcio.
Nel 1989 erano stati stanziati per stadi e opere pubbliche 3.151 miliardi di lire.
Dopo i mondiali il ministro Conte fornì il primo bilancio.
Il conto era salito a 6.868 miliardi di lire.
All'Anas assegnati 688, spesi 2.781 miliardi. Image
Conte in Parlamento tranquillizzò tutti dicendo che era tutto regolare.
Vista l'urgenza avevano assegnato velocemente 757 appalti di cui 656 a "trattativa privata".
Si erano svolte con asta pubblica "solo" il 2,6% del totale.
Una cosa che in Italia non bisogna mai fare. Image
Dettaglio finale: i progetti per l'inizio dei campionati erano 233, ma solo 95 erano stati realizzati.
80 avevano completamenti "marginali" dissero Conte e Prandini, 58 non erano stati realizzati. Nessuno scoppiò a ridere e Conte e Prandini continuarono ad amministrare il Paese. Image
Ma torniamo alla Sanità.
Tra sprechi, ruberie, appalti truccati, furti negli ospedali e qualche caso eclatante.
Come nel 1998, quando si scoprì che nella ASL Napoli 5 un medico di famiglia aveva prescritto in un solo anno clisteri per 3 miliardi di Lire.

Prosit. Image

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Jun 22
«Si metta vicino alla parete e osservi attentamente la stanza».
La cosa gli era sembrata perlomeno strana.
Le aveva parlato dei suoi problemi, di quel periodo buio dal quale non riusciva a uscire.
Cos’era?
Un nuovo gioco?
Comunque obbedì.
«Ora osservi tutto quello che si trova in questa stanza e si concentri sulle cose di colore nero».
Vabbè, di cose nere ce n’erano parecchie.
La scrivania ne era piena, la libreria, i vasi e poi soprammobili di tutti i tipi.
«Forse sta testando la mia memoria», pensò l’uomo.
Cominciò ad osservare e memorizzare tutte le cose di colore nero e la loro posizione.
Non era poi così difficile.
Aveva sempre avuto una memoria fuori dal comune. Dunque.
Alcuni libri, l'elefantino, un porta vaso, la stilografica...
Era pronto.
L’avrebbe stupita.
Read 7 tweets
Jun 20
Siamo sempre stati abituati ai cataclismi.
Normale se vivi su un’isola dove i terremoti sono all’ordine del giorno da secoli.
Se al centro si eleva il monte Aso, il più vasto vulcano attivo del mondo.
Per non parlare del vulcano Kirishima e a sud quello di Sakurajima. Image
Eravamo abituati ai cataclismi, noi dell’isola di Kyushu, la Sicilia nipponica.
Sapevamo cosa fosse la paura, vivevamo da sempre con la paura.
Perché proprio a noi?
Perché quella nostra suggestiva città adagiata sulla costa ovest di Kyushu ricca di templi buddisti? Image
La città dove Pierre Loti aveva vissuto la sua avventura con Madama Crisantemo e in seguito pure quella del tenente Pinkerton con Butterfly.
Una città stupenda.
Sviluppata intorno alla baia dove confluiscono come una sorta di Y azzurra, quei due fiumi, l’Urakami e il Doza. Image
Image
Read 18 tweets
Jun 2
Nell'ultimo thread di qualche giorno fa, Johannes vi ha raccontato del problema della mancanza di carburante della Regia Marina Italiana durante la seconda guerra mondiale.
Almeno secondo l’opinione dell’ammiraglio Bragadin.
Fosse stato solo quello il problema. Image
L’ammiraglio Iachino lo mise nero su bianco, quando parlò di una guerra “più assurda che sfortunata”.
E uno dei motivi di quella guerra assurda riguardava proprio me che, laureato in ingegneria, lavoravo all'Istituto Superiore delle Trasmissioni. Image
Una guerra assurda, portata avanti da un irresponsabile.
Lui la Marina la voleva luccicante, una splendida Marina da parata e da propaganda.
E al diavolo se le navi da guerra non erano dotate di ecogoniometri per gli “avvistamenti” subacquei e di radar per quelli aeronavali. Image
Read 25 tweets
May 31
Me la ricordo bene quella sera.
Era il 26 aprile 1942 e l’Ammiraglio Varoli Piazza mi convocò nel suo studio.
Lo faceva spesso con me, ufficiale della sezione “Attività del nemico”.
Per discutere sulle ultime notizie dei movimenti delle forze navali britanniche in Mediterraneo
La ricordo bene perché capii subito che qualcosa non andava.
Dall’espressione del viso, e poi da quel gesto di vivo sconforto.
Quando mi mostrò quel foglietto.
Solo in quel momento pronunciò quella frase.
“Guarda qui, siamo a zero”.
L’intestazione del foglio era: “Situazione giornaliera delle rimanenze di nafta”.
Cioè il combustibile per far muovere le nostre navi.
Mi si ghiacciò il sangue nelle vene quando lessi l’ultima cifra: 14.400 tonnellate.
Non era possibile.
Non era possibile.
Read 25 tweets
May 30
Da tre anni eravamo al porto di Massaua, nel Mar Rosso, presso il Comando Navale dell'Africa Orientale Italiana in appoggio ai sommergibili.
Nel febbraio del 1941, l’Eritrea, dopo essere stata investita dalle forze britanniche, ormai era condannata.
Eravamo bloccati. Image
Ma qualche nave avrebbe potuto lasciare il Mar Rosso e salvarsi.
Tra queste la nave coloniale “Eritrea”, la mia nave. Duemilacento tonnellate di dislocamento, velocità massima sui 19 nodi, sei mitragliatrici e due coppie di cannoni da 120/50.
In totale 200 uomini d’equipaggio. Image
Mi chiamo Marino Iannucci, capitano di vascello e quella che sto per raccontarvi è la storia di un viaggio incredibile.
Una storia che meriterebbe maggior risalto.
Tutto ebbe inizio quando ricevetti l’ordine di abbandonare il Mar Rosso.
E mettere in salvo la nave. Image
Read 25 tweets
May 28
Oggi è il 29 marzo 1941.
Ho scritto un ultimo messaggio alla mia famiglia.
Ho affidato poi il messaggio al mare, dentro una bottiglia.
Povera mamma mia.
Mi chiamo Francesco.
E sto per morire.
Ho solo il tempo di raccontarvi come siamo finiti in questo lembo del Mediterraneo Orientale.
Imbarcato sul Fiume, incrociatore pesante della Regia Marina italiana, classe Zara. Image
Lui, quello che ha fatto anche cose buone, era piuttosto contrariato per le continue delusioni e i ripetuti rovesci della nostra marina.
Prima la mazzata nella notte di Taranto dell’11 novembre del 1940.
La Cavour quasi colata a picco e la Littorio e la C. Duilio danneggiate. Image
Read 24 tweets

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