#22maggio se si guarda ai numeri gli F16 all’Ucraina non avranno grande impatto nei cieli. Sono pochi, in pratica sostituiscono materiale perso in combattimento
La loro fornitura rappresenta peró una svolta pericolosa sul piano del coinvolgimento occidentale. Ecco perché
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Si parla molto di addestramento dei piloti ucraini, i quali però sin dal loro viaggio dell’estate scorsa a Washington dicono di essere gia pronti (non è da escludere che siano già stati addestrati in segreto). Il vero punto a mio avviso è la manutenzione. L’aviazione Ucraina
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è di scuola sovietica e usa materiale sovietico. Parliamo di ingegneria basata sulla semplicità per affrontare l’impatto del clima (dal ghiaccio al deserto) e per poter essere distribuita a partner anche in Paesi a bassa scolarizzazione e tecnologia. L’industria bellica Usa
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ha sempre puntato invece alla performance senza badare alla conseguente complessità. Come dimostra il caso afghano quando ANA AAF passarono da materiale sovietico a quello Usa, diventarono completamente dipendenti da contractor stranieri per la manutenzione. Si dirà che
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gli ucraini hanno un livello di scolarizzazione e (diffuse) competenze ingegneristiche superiori a quelle afghane. Ma questo vuol dire solo che i tempi di dipendenza da service esterni saranno più brevi (parliamo comunque di anni non mesi).
E qui arriva il punto chiave.
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Trasferire gli F16 significa un passo ulteriore verso l’impegno militare occidentale diretto. Quando fornisci un jet non è come mandare un M4 e tre caricatori ad un fante, devi fornire un assistenza che è globale.
Se i numeri restano questi gli F16 non cambieranno i rapporti
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di forza nel controllo dello spazio aereo ma rappresentano un salto di qualità nel nostro coinvolgimento. Fino a quando ci basterà “contenerlo” tra opache brigate internazionali, organizzazioni di veterani, service tecnici? In Vietnam comincio tutto con i consiglieri militari
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Aggiungo al thread questo bel lavoro su immagini satellitari della BBC, i russi hanno passato l’autunno/inverno a fortificare le loro posizioni. Ennesimo elemento che conferma lo scenario di un lungo conflitto
#23maggio i russi hanno vinto a Bakhmut. Immagini @nytimes dovrebbero andare in un museo della pace
Raccontano bene cosa sia la vittoria (fantasma che tutti vogliono abbracciare) in una guerra, in particolare in una guerra d’attrito: macerie, morte
1/16 nytimes.com/2023/05/22/wor…
Che cosa significa la presa di questo pugno di macerie? Partiamo dal tema sul quale tento spesso di riflettere: la narrazione. Per mesi l’Ucraina ha detto che si trattava di un obiettivo non strategico, di russi disperatamente alla ricerca di una vittoria “purchè sia”
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La stampa e gli analisti (non solo italiani) hanno rilanciato questo punto di vista. Preciso che è fisio-logico che le parti in guerra usino le bugie come arma. È assurdo però che l’informazione acriticamente accetti l’esistenza di un campo della verità e di uno della bugia.
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#14maggio la visita di Zelensky a Roma arriva in un momento cruciale scrive il @nytimes
Dalle dichiarazioni pubbliche (di cosa è accaduto in privato lo sapremo forse in futuro) appare chiaro che ad un metaforico bivio romano ci siamo ulteriormente
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incamminati verso la guerra rinunciando alle opzioni di pace (quelle del Papa). Il tour europeo di Zelensky è per serrare le fila degli alleati e incassare nuovo supporto militare. Tra Zelensky e il Papa (@nelloscavo ricostruisce lo scenario) le cose non
2 avvenire.it/mondo/Pagine/d…
sono andate chiaramente bene (il bivio della pace appunto) stando alle dichiarazioni del presidente ucraino così sintetizzabili “gli ho chiesto di condannare i crimini russi in Ucraina, perché non ci può essere uguaglianza tra la vittima e l’aggressore”
“la guerra è in Ucraina,
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#30aprile ho analizzato l'ormai famigerata intervista a @ellyesse su @vogue_italia se allacciate cinture di sicurezza ve la racconto in un lungo thread. Se però volete fare da soli, ecco l'intervista che al solito tanti hanno commentato e pochi letto
1/25 vogue.it/article/elly-s…
L'intervista è di 3764 parole (incluse didascalie foto) di queste 45 dedicate alla risposta sul power dressing (da cui la cit dell'amicromia che ha fatto titolo ovunque).
1/80 dell'intervista. 293 caratteri spazi inclusi su 23749
Voi direte beh magari nel resto
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dell'intervista non dirà nulla di interessante. Falso. @vogue_italia ha ottenuto quell'intervista a tutto campo che tanti colleghi (come capita in questi casi) hanno presumibilmente inseguito per settimane.
La Schelin parla di Musica, Leader politici di riferimento,
3/25
Per capire a cosa assomigli battaglia dì Bakhmut si veda “niente di nuovo sul fronte occidentale” e si ascolti podcast linkato al 12/12
Capire invece perchè da mesi si combatta a Bakhmut (un tempo città da 70k abitanti) resta ancora molto difficile.
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Per mesi gli ucraini (e il coro occidentale) l’hanno definita una battaglia senza valore strategico, il segno del disperato bisogno russo di una vittoria, per poi di recente cambiare versione l. A mio avviso per i russi Bakhmut è un passaggio chiave per raggiungere
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un obiettivo bellico cruciale: allontanare il fronte dall’aeroporto di Donetsk (l’ho detto più volte) con inserimenti sulle vie di comunicazione stradale e ferroviarie accessibili una volta presa Bakhmut. Quello che non mi è chiaro (ma il tempo ci aiuterà a capire) è perchè
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#5aprile il lavoro dell’inviato è stare in mezzo ai fatti e provare a capirli, fuori dai preconcetti. Questi giorni con il popolo di Trump mi hanno rafforzato in una convinzione: i supporter del palazzinaro sono migliori del loro idolo e incarnano un problema politico chiave
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Di solito vengono descritti come cospirazionisti, bigotti, razzisti, ignoranti. Li frequento dal 2016, sono stato con loro in saloon anti covid, fiere del bestiame, “sagre” delle armi.
Non sono intellettuali del secolo breve nè neomarxisti. Ma non sono nemmeno quel basket
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Of deplorables come li chiamava Hillary. Sono classe media impoverita e working class che sa che non potrà dare ai propri figli/nipoti quello che era stato dato loro dai propri genitori: l’avanzamento sociale.
È gente con cui la sinistra non riesce più a parlare da anni,
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È cominciato tutto con il grido di battaglia della campagna elettorale del 2016 “Lock her up”
“Arrestatela” rivolto dai sostenitori di #Trump a Hillary Clinton.
È finita con #DonaldTrump arrestato il #4aprile di sette anni dopo
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il caso giudiziario senza precedenti che vede protagonista Trump viene paragonato negli Usa a quello di Al Capone, entrambi assediati da inchieste giudiziarie di alto profilo ma incastrati per banali questioni di denaro. A un osservatore distratto la vicenda
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Potrebbe ricordare il caso Lewinsky: un presidente e un’affare di letto.
L’ex-pornostar Stormy Daniels sostiene di aver fatto sesso nel 2006 con Trump, il quale nega. Ma non c’entra nulla il “buon costume” o il mentire. Esattamente come un impeachment (quello Clinton)
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