Si può parlare di #Climate Change senza isterie e pregiudizi in un senso o nell’altro?
Vorrei fare una considerazione storico-scientifica sul significato dell’espressione “Cambiamento Climatico” e sulla sua evoluzione.
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Quando andavo al liceo, tra gli anni ’70 e ’80, studiavamo il cambiamento climatico come qualcosa accaduto nell’intera storia della Terra. Consisteva in processi tettonici, vulcanici, variazioni nella attività solare e alla sua distanza dalla Terra,
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cambi su scala millenaria nella circolazione oceanica e molti altri processi di questo tipo.
Nel 20° secolo ci siamo resi conto che gli uomini potevano intervenire sul clima attraverso l’uso del suolo, la deforestazione,
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l’agricoltura, l’urbanizzazione e anche cambiando la composizione dell’atmosfera, con l’inquinamento atmosferico ma anche con l’emissione di gas serra. Quindi compare ora una componente umana nel cambiamento climatico.
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Quello che ha fatto la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha ridefinito l’espressione “cambiamento climatico” per indicare il cambiamento causato dall’uomo associato con le emissioni.
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Ogni volta che parli di cambiamento climatico, ora, c’è il presupposto implicito che l’unica cosa che lo provoca è bruciare combustibili fossili; sembra che tutto il resto sia un contorno trascurabile.
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Ogni volta che c’è un evento meteorologico grave, un’ondata di calore, un uragano, un’alluvione, diamo la colpa alle emissioni di fossili, piuttosto che alla variabilità climatica naturale del tempo
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E’ stata fatta una subdola ridefinizione che ha preso campo nei media e nell’opinione pubblica.
L’IPCC si sta concentrando esclusivamente ai cambiamenti provocati dall’uomo; danno per certo che tutto il resto è ininfluente.
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In realtà non sappiamo quanto abbiano influito, dal 1950 ad oggi, le cause umane rispetto a quelle naturali. Nella seconda metà del 20° secolo c’è stata anche un grande massimo solare.
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Le circolazioni oceaniche nel Pacifico e nell’Atlantico stavano contribuendo al riscaldamento negli ultimi 25 anni ‘900. Queste cose sono completamente ignorate, se non respinte, rispetto all’argomento che tutto il riscaldamento dipende dai combustibili fossili.
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Questa complessità non arriva all’opinione pubblica, convinta com’è che la scienza climatica è semplice da capire. Come, infatti, non si può esser d’accordo sul fatto che il riscaldamento è dovuto solo all’effetto “coperta” dello strato di CO2 presente nell’atmosfera?
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Dietro la transizione verde di Ursula von der Leyen
Il 15 Maggio Ursula Von der Leyen durante la conferenza intitolata "The Beyond Growth Conference", di fronte a un pubblico rapito, si è espressa in questo modo:
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“In primo luogo, quando la pandemia ci ha colpito, il nostro piano di ripresa, NextGenerationEU, si è concentrato non solo sul riavvio delle nostre attività economiche dopo i blocchi, ma anche sulla trasformazione del nostro modello economico.
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Con una spinta alla decarbonizzazione di industrie, energia e trasporti. Con un'enfasi sulle competenze digitali e sull'infrastruttura digitale. Oltre alla crescita, NextGenerationEU si prende cura del futuro della prossima generazione “
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La storia ambientalista delle Nazioni Unite ha inizio negli anni ’80.
Il suo programma ambientale mirava fondamentalmente alla costituzione di un governo mondiale con connotazioni anticapitaliste.
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Gli ambientalisti odiavano i grandi produttori di petrolio e si attaccarono alla questione del cambiamento climatico come un veicolo perfetto per le loro battaglie. Quando è stato fondato, l’IPCC aveva lo scopo di influenzare tutta la politica ambientale
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dei vari governi mondiali.
Il primo rapporto del 1990 era un documento abbastanza onesto e diceva che sì, il pianeta si è riscaldato, ma non vediamo nulla che vada oltre la variabilità naturale ed elencava tutta una serie di cose su cui non c’erano certezze di nessun tipo.
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Ma insomma, da cosa sono motivati gli allarmisti visto che si si approfondisce bene la scienza ci dice che non c’è nessun motivo di preoccupazione per il futuro del pianeta?
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Perché hanno questa agenda che vede al primo posto l’eliminazione dei fossili quando abbiamo visto che negli ultimi 16 anni tutti gli sforzi e i miliardi spesi non hanno prodotto nessun risultato utile sulla riduzione della CO2?
R. Lindzen risponde così: “ Sin dal tempo della prima Giornata della Terra, il movimento ambientalista ha capito che il settore energetico, la ragione del nostro tenore di vita e del nostro benessere in occidente, è fondamentale e deve essere tenuta sotto controllo.
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Viene selezionato un piccolo gruppo di scienziati, tra quelli che hanno scritto i vari capitoli, e viene incaricato di scrivere una riassunto di tutto, una sintesi in forma di bozza.
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Poi, in una grande sala, iniziano una serie di incontri con migliaia di persone composte da diplomatici, burocrati e funzionari ambientali dei governi di tutto il mondo. Gli scienziati rimangono ma è un gruppo così piccolo, che non ha più voce in capitolo.
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A questo punto si comincia ad esaminare frase per frase la bozza. Ogni pagina viene proiettata su un grande schermo, ed è il momento in cui i vari diplomatici cominciano a litigare e a dire:
”No, no, dobbiamo togliere quella frase…“
La giornalista d’inchiesta canadese, Donna Laframboise, ha condotto un’indagine sul quarto rapporto di valutazione IPCC per determinare quante delle fonti del rapporto sono state sottoposte a revisione paritaria .
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Il risultato è stato che 21 dei 44 capitoli del rapporto utilizzavano meno del 60% di fonti sottoposte a revisione paritaria, mentre le altre fonti erano materiale non sottoposto a revisione paritaria, comunemente chiamato "letteratura grigia “
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cioè non sottoposta a revisione tra pari.
Nel 2013, Laframboise aveva ricevuto bozze trapelate della sezione IPCC Fifth Assessment Report WG II su Impacts, Adaptation and Vulnerability.
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Tutta la verità, nient’altro che la verità
L’IPCC dice la verità? Sì
La dice tutta? No
Vediamo un esempio
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Leggendo l’ultimo rapporto (AR6) si trova questa affermazione “Ci sono più morti dovuti a ondate di calore”. Questa è una affermazione assolutamente vera. Ma è l’unica affermazione sulle morti dovute alle condizioni climatiche.
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Quando si leggono le ricerche sulle conseguenze relative alle temperature estreme, quello che trovi è che ci sono 10 volte più persone che muoiono per il freddo estremo rispetto a quelle che muoiono per il caldo estremo nel mondo.
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