Piccolo thread domenicale sulla Gagauzia, minuscola regione autonoma tradizionalmente filorussa della Moldova, in queste ore protagonista di vicende turbolente che potrebbero avere ripercussioni europee. 1/
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Nel 1990-1992, con il crollo dell'URSS e le tensioni etno-nazionaliste nei Paesi secessionisti, la Gagauzia riuscì, al contrario della Transnistria, a negoziare una certa autonomia dal governo Chisinau, e a far respingere l'ipotesi di fusione tra Moldova e Romania. 2/
La Gagauzia ha mantenuto un forte rapporto con la Russia: il russo è la lingua più parlata, il rumeno quasi zero. La regione è la più povera della Moldavia e dipende fortemente dai sussidi di Chisinau. La produzione industriale è insignificante. 3/
Con un'economia non competitiva e improduttiva, alcuni segmenti sociali gagauzi -tradizionalisti, protezionisti, sovranisti- temono che l'integrazione della Moldavia con l'UE ridurrà ulteriormente il loro tenore di vita. 4/
Un paio di settimane fa, le elezioni per il governo della Gagauzia hanno visto prevalere, in una contesa tra populisti filorussi, la candidata del Partito Shor Yevgenia Gutsul, che ha promesso un "ufficio di rappresentanza" a Mosca e relazioni migliori con la #Russia. 5/
Nel frattempo, due eventi: 1) la Corte costituzionale ha rinviato al 12 giugno la sua analisi sulla costituzionalità di un ban governativo al Partito Shor. 2) il grande raduno pro-UE del 21 maggio a Chișinău, fortemente voluto da🇪🇺 Roberta Metsola e 🇲🇩Maia Sandu. 6/
Chișinău è in difficoltà: se la candidata di Shor sarà autorizzata a entrare in carica, cercherà di consolidare i legami con la Russia e trasformare la Gagauzia in un'enclave gestita da oligarchi. Non disdegnerà OK ai fondi UE/moldavi, ma geopoliticamente sarà vicina a Mosca. 7/
D'altra parte, se la Corte dovesse mettere fuorilegge Shor (che ha un notevole consenso anche tra i filorussi del resto della Moldova), si rischia una spaccatura sociale notevole, come mostrano le proteste a Comrat (capitale Gagauzia) subito dopo le indagini di Chișinău sulla… twitter.com/i/web/status/1…
Secondo il governatore in carica di #Gagauzia , Irina Vlah, è che comunque più moderata e filo-occidentale della neoeletta Gatsul, la manifestazione pro-UE del 21/5 non è stata altro che una trovata elettorale organizzata dal governo e dal presidente della Moldova Sandu.
Ieri in #Gagauzia si è svolto Congresso dei Deputati plenario per discutere della legge sull'autonomia e dei rapporti con il governo della Moldova. L'ultima volta successe negli anni '80 e '90, quando i gagauzi dichiararono unilateralmente autonomia e indipendenza. 10/
E lì il neogovernatore della Gagauzia ha parlato con la TASS e ha accusato le autorità di Chișinău di essersi impegnate in "tentativi di tagliare il cordone ombelicale" con partner tradizionali nella CSI. Ha anche detto che i moldvavi sono ostaggio di "russofobi pazzi". 11/
Ma anche il governatore uscente Vlah, ci è andata giù duro, invitando i "partiti di opposizione" in🇲🇩 a unirsi per cacciare l'attuale governo pro🇪🇺. Da giorni Vlah accusa regolarmente il governo🇲🇩 e Sandu di tentare di consolidare una dittatura. Non c'è un bel clima. 12/… twitter.com/i/web/status/1…
Al Congresso straordinario c'è persino chi ha proposto secessione. Alla fine, è stata approvata dichiarazione in cui si dice che il governo della #Moldova sta violando l'autonomia della #Gagauzia ed è stata approvata una risoluzione che concede al governo centrale 3 mesi per… twitter.com/i/web/status/1…
La Gagauzia è l'ennesimo caso di crisi del mondo post-sovietico, lacerata tra richiami "sovranisti", nostalgici e assetti filo-UE/NATO. Ma non bisogna trarre conclusioni troppo allarmate: l'élite gagauza non ha interesse a isolarsi del tutto e rinunciare bruscamente a fondi🇪🇺.🛑
Alcuni antimperialisti un po' spaesati condividono gli eventi per il Donbass e per "i martiri di Odessa" organizzati dal centro sociale Terra dei Padri e con un tale Luciano Lago. Lago è un estremista di destra di vecchia data che celebra personaggi come il neonazista Stefano… twitter.com/i/web/status/1…
Questo è un evento del 2020 organizzato da Terra dei Padri in collaborazione con Italexit di Paragone: partecipava anche Fazi che è parte attiva della casa editrice che ha pubblicato il libro contro la Nato scritto da un Giulietto Chiesa svizzero, con la prefazione di Carlo… twitter.com/i/web/status/1…
Tra i più fedeli collaboratori di Terra dei Padri - e di tutta la galassia duginiana, eurasiasista, pro-invasione - c'è il giornalista Borgonovo, che l'anno scorso ha pubblicato un libro con Luciano Canfora che squalificava la resistenza ucraina. Mi chiedo se queste mescolanze… twitter.com/i/web/status/1…
Dallo storico Franco Cardini che demolisce le ragioni ucraine ma poi difende "l'onestà" dei repubblichini di Salò, ammiratore del socialista "nero" Sorel, alla galassia rosso-bruna che si ossessiona con Azov, la destra anti-sistema sta giocando con l'Ucraina una partita sporca.🧵
Partiamo dai fatti recenti: con striscioni con il simbolo del fascio littorio, canzoni della Rsi, minacce e saluti fascisti, c'è stata irruzione dei neonazisti di Do.RA. (Comunità militante dei Dodici Raggi) durante la celebrazione del 25 Aprile a Azzate, in provincia di Varese.
Il capo dei DO.RA., quando tempo fa è stato chiesto il rinvio a giudizio per 52 dei loro per ricostituzione del partito fascista, si è limitato a commentare: «Magari! Il problema è che non abbiamo i numeri per farlo». Ad Azzata s'è seminato il terrore tra famiglie e bambini.
Gustoso saggio dello scrittore Alessandro Lolli che mette in discussione la categoria liberale di "complottismo", la cui esistenza finisce, secondo lui, per far auto-delegittimare i marxisti. Trovo ineccepibili le premesse ma alcuni problemi restano: machina-deriveapprodi.com/post/complotti…
Andrebbero approfonditi i motivi che spingono tanta sinistra a distanziarsi dai "complottista": colpa della sovra-socializzazione del ceto riflessivo oppure anche terrore per la tendenza di alcuni segmenti a raccogliere senza discernimento su Internet ogni battaglia anti-sistema?
Lolli rifiuta giustamente il "complottista" come "soggetto delirate". O nemico antropologico. Ma l'attitudine anti-mainstream e anti-sinistra post-1989 che propone un semplice e puro rovesciamento delle "verità dominanti" va analizzata come parte di un soggetto a sè stante.
1/ Per vent'anni i movimenti noglobal hanno attaccato il cosiddetto «uomo di Davos» in quanto simbolo di una èlite ipocrita che pontifica sui mali del mondo scollegata dalla realtà.
2/ Quei movimenti portavano con sé una debolezza strutturale: isolati da un centro-sinistra che credeva di poter trarre vantaggio dalla globalizzazione, proponevano una rivolta che attaccasse anche il capitalismo conservatore e il nazionalismo di ampie fette di borghesia.
3/ Negli attacchi delle nuove destre nazionalpopuliste a Davos, invece, c'è questo cambio di paradigma: l'élite non viene attaccata in quanto tale ma in quanto «woke».
La caduta del governo e le elezioni anticipate hanno colto piuttosto di sorpresa la galassia antisistema in Italia, che dovrà sudare per raccogliere le firme necessarie a presentarsi. Qui proveremo a descriverla in una mappa, pur nelle difficoltà di uno scenario in movimento.
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Parliamo dei partiti che, almeno sulla carta, per ora si dicono inconciliabili con qualsiasi compromesso con csx e cdx. Del M5S, che sta al centro della galassia perché con la sua forza gravità può modificare il corso di tutti gli altri con un semplice sussulto, c'è poco da dire.
Conte per ora non ha un programma ma solo del risentimento verso gli ex alleati. Ha parlato di giustizia sociale e sarà associato a temi di sinistra come Rdc, la cautela geopolitica e continuazione dei bonus. Rischia di non potersi reinventare e di essere scalzato da Dibba.
Vuoi le reazioni al mio articolo sul Foglio sulle alleanze "rossobrune", vuoi le ragioni che muovono queste alleanze, vuoi il dibattito sulla cancel culture portato avanti da altri mi porta ad affrontare la domanda: per chi scriviamo? Chi è oggi "pubblico" degli intellettuali?🧵
Operazioni come Di Battista "reporter" per TPI/Il Fatto, Borgonovo e Cacciari che dicono di sì a chiunque ci devono far riflettere sul senso politico di ciò che scriviamo. Molti di noi abitualmente scrivono per approfondire senza preoccuparsi di seguire un percorso, una linea.
Se alcuni segmenti controcorrente della borghesia hanno una serendipità che li fa scrivere per chiunque, altri si fanno fin troppi problemi per il contenitori, e altri si buttano alla cieca, in maniera un po' generica, nel mercato delle idee, raccolti da chi se li prende.