LO STATO NON SI MOBILITA? CI MOBILITIAMO NOI! Alcune foto dalla manifestazione avvenuta ieri a #Bologna a cui hanno preso parte numerosi movimenti e migliaia di persone.
10.000 #stivali sotto la Regione #EmiliaRomagna! 1/7
É passato un mese dall'alluvione ed ancora le popolazioni colpite non hanno visto nessun tipo di mobilitazione e supporto dallo Stato. 2/7
Lo stesso Stato che ogni giorno incoraggia il ripetersi di queste catastrofi, investendo nel fossile e quindi nella crisi climatica anziché cercando delle soluzioni. 3/7
Le persone hanno sofferto e soffriranno ancora di più, occorre unirsi e pretendere di essere ascoltatɜ! 4/7
Unirsi e mobilitarsi. 5/7
Il sonno della Regione genera morti.
Quello del Governo è sonno eterno. 6/7
Mentre un disegno di legge del governo approvato alla Camera e in approvazione al Senato impone un'idea di sicurezza che criminalizza l'emarginazione e il dissenso, alle persone vengono negate le vere sicurezze di cui hanno bisogno... 1/5
La sicurezza che case e imprese non vengano portate via da un'alluvione, che la siccità non privi dell'acqua intere comunità e non distrugga i raccolti, che il territorio non sia sventrato e inquinato da miniere e trivelle.
Che si possa tornare a casa dal lavoro.
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Tutte sicurezze che aziende come #ENI mettono in costante pericolo con le loro attività di estrazione, lavorazione e distribuzione del fossile.
5 morti, 26 feriti, alcuni in gravissime condizioni, il bilancio dell'esplosione di #Calenzano.
Ma...
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Da ieri Acquedotto Pugliese, società che gestisce l'accesso all'acqua per 4 milioni di abitanti, ha ridotto la pressione in rete per "affrontare la perdurante #siccità che sta causando disservizi in vaste aree del Sud e minaccia sempre più la disponibilità idrica in #Puglia". 1/5
#AcquedottoPugliese spiega che «nonostante la tecnologia messa in campo e le azioni di risparmio, le scarse piogge e le temperature oltre la media nei territori dove sono situate le fonti da cui si approvvigiona la Puglia continuano a ridurre la disponibilità di acqua».
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Avete letto bene, nonostante tecnologia e impegno della popolazione, le cause della #CrisiEcoclimatica continuano a portare i loro effetti devastanti in quanto determinate dall'aumento delle emissioni climalteranti dell'industria del fossile e degli allevamenti intensivi.
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Le prime testimonianze che arrivano da #Bologna sono agghiaccianti.
Durante il primo giorno di #G7, una donna che si era recata all’interno del @comunebologna per capire come stessero le persone di XR a cui la DIGOS aveva preso i telefoni e per provare a mediare è stata fermata, fatta spogliare integralmente e costretta a piegarsi sulle gambe.
“Normale prassi”: queste le parole degli ispettori di Polizia e degli agenti della DIGOS di Bologna. Peccato che sia stata l'unica tra venti persone a essere sottoposta a questo trattamento.
Il club governativo più esclusivo del Pianeta, il #G7, composto da Italia, UK, USA, Francia, Germania, Canada e Giappone, in questi giorni sta militarizzando la #Puglia, per occupare dal 13 al 15 giugno il resort extralusso di Borgo Egnazia.
Già 650 i militari arrivati. 1/6
Le modalità aggressive ed elitarie spiegano bene le intenzioni di questi 7 governi che si riuniranno per consolidare il proprio potere sul resto del mondo.
In particolare con le loro politiche su fonti fossili ed armamenti, causa della crisi ecoclimatica, sociale, umanitaria. 2/6
Nonostante abbiano a disposizione tecnologie e risorse finanziarie, queste 7 economie, che rappresentano il 38% del PIL mondiale, non stanno facendo neanche il minimo indispensabile per ridurre le emissioni.
Il 2023 è stato l'anno più caldo mai registrato. 3/6
Una giornata che spesso viene erroneamente interpretata come una festa, che viene di frequente strumentalizzata dai media e, come se non bastasse, dalle istituzioni stesse. 1/6
Ma l’8 marzo non è una festa. L’8 marzo è un giorno di lotta, di protesta, di disobbedienza: l’8 marzo serve a tutte e tutti noi per fermarci, riflettere, capire a che punto siamo e cosa ancora è necessario fare.
2/6
Le persone più marginalizzate in società sono anche le stesse che pagano le conseguenze più gravi della crisi climatica - conseguenze sociali, politiche ed economiche che vanno a colpire specialmente le donne dei paesi a basso e medio reddito.
3/6
#Siccità del #Po, ricercatori riportano l’impatto della #CrisiClimatica: “nelle secche gli organismi acquatici diminuiti del 50%”.
La secca del 2022 è stata la peggiore in 216 anni di dati e le parole di un ricercatore a @fattoquotidiano ne rivelano i devastanti effetti. 1/5
“Il #CambiamentoClimatico sta impattando il regime idrologico dei nostri corsi d’acqua, spingendoli sempre più verso i loro estremi: alluvioni e secche sono due facce della stessa medaglia”.
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Alberto Doretto è un ricercatore di Alpstream, il Centro che si occupa dello Studio dei Fiumi Alpini di Ostana, in provincia di Cuneo, vicino alla sorgente del #Po.
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