Sembra che il #Titan non fosse sicuro, che la sua realizzazione non sia stata sottoposta a verifiche, un mini sub che deve andare ad oltre 4000 metri di profondità deve avere caratteristiche costruttive molto precise, resistere ad oltre 400 kg/cmq è impegnativo per qualsiasi⤵️
Materiale. Supponiamo che abbia resistito alla pressione e sia rimasto incastrato o travoltò ad un pezzo del relitto cadutogli addosso, non ci sono molte possibilità di mettere in atto, in breve tempo, un’operazione di salvataggio anche con droni o robot subacquei in grado⤵️
Di raggiungerlo portando cavi per il recupero (considerate che un cavo da 8mm di spessore di 400mt peserebbe 1250kg). Analizziamo quindi le possibilità di sopravvivenza (le 96 ore) che sono “teoriche” computate grazie alla capacità dei serbatoi di O2 e la disponibilità degli⤵️
assorbitori di CO2 (calce sodata) e dal calcolo teorico del consumo medio di ossigeno di un essere umano. Sarò sincero nel dire che all’equipaggio non resta molto tempo da vivere e non certo le 96 ore teoriche.I veicoli subacquei che possono portare un equipaggio devono essere ⤵️
Realizzati con scrupolose e irrinunciabili regole di sicurezza. Nel mio mini sub MMI, in versione salvataggio sommergibili, era possibile imbarcare 8/9 individui da recuperare in più rispetto all’equipaggio di 2 piloti +2 tecnici per un tempo limitato alla risalita
Fisica del mini sub dalla massima profondità di intervento (300mt) alla superficie, anche in questo caso,comunque, era previsto un periodo minimo di sopravvivenza garantito di 48 ore , oltre a tutta una serie di sistemi di emergenza idonei a permettere allo scafo rigido di⤵️
Tornare verso la superficie anche senza propulsione. Spero, naturalmente, che il Titan possa riemergere con tutto il suo equipaggio sano e salvo, da esperto però ho certezza che non lo rivedremo più. Il mare è un ambiente ostile e pericoloso per tutti coloro che lo vivono per ⤵️
Lavoro e non perdona, superficialità, impreparazione, dilettantismo e spavalderia. #Titanic
@Aelois_ qui alcune considerazioni di un pilota di minisub (me medesimo) se possono aiutare
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Punta Raisi, fine dicembre 1978, il DC9 Alitalia “isola di Stromboli” era precipitato in fase di atterraggio provocando 108 morti e 21 sopravvissuti. I subacquei MM furono incaricati di recuperare le scatole nere, il relitto e i corpi. Ero tra quei sub e questo è l’episodio ⬇️
che mi ha insegnato tantissimo sul vivere, sulla fiducia negli altri, sulla fiducia in se stessi, sulla solitudine e l’amore.
Pochi giorni prima avevo recuperato il cadavere di uno steward, quello di una bimba, una anziana signora olandese, un corpo decapitato e quindi ⬇️
consideravo l’immersione, che stavo per fare, un momento di relax perché dovevamo “imbragare” la coda del velivolo per procedere al suo recupero.
Ci portano con il gommone nei pressi di una boa da cui partiva un cavo d’acciaio che arrivava sul fondo a pochi metri ⬇️
01 Ci stavamo preparando da quasi un anno, io e il mio equipaggio del Minisub Woodstock, volevamo dimostrare che il nostro bestione era capace di fare quello per cui era stato costruito: recuperare l’equipaggio di un sommergibile impossibilitato a tornare in superficie.
02 Woodstock (chiamato così per il suo colore e per la sua attitudine ad imitare il famoso uccellino amico di Snoopy, di volare a casaccio e a testa in giù) aveva dimostrato buone qualità ma anche alcune criticità su cui avevamo lavorato per ridurle e eliminarle.
03 Avevamo fatto molte immersioni per conoscere a fondo il suo comportamento e i suoi limiti, fatto molte esercitazioni di ricerca e appoggio su un simulacro di portello di sommergibile e ci sentivamo pronti a fare per la prima volta una Subex: