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Le fatiche di Eracle/Ercole e altri miti legati all'eroe
🧵🧵🧵🧵🧵🧵🧵 1. Il leone di Nemea
Come prima fatica, Euristeo ordinò ad Eracle di uccidere il famigerato leone, dalla pelle invulnerabile a qualsiasi arma, che viveva in una grotta presso la città di Nemea, in Argolide. Dopo una terribile lotta, l’eroe riuscì infine ad annientare la belva strangolandola, ne sollevò la carcassa e la portò direttamente a Micene dove Euristeo, terrorizzato, gli intimò di lasciare d’ora in poi le prove dei suoi successi di fronte alle porte della città. Così infatti accadde da quel momento in poi e, ogni volta, il vile re, timoroso dei terribili mostri che Ercole avrebbe portato con sé, attendeva l’arrivo dell’eroe nascosto in un’urna di bronzo.
Utilizzando gli stessi artigli del leone, Ercole riuscì a scuoiarlo e da allora utilizzò sempre la sua pelle come invincibile armatura.
2. L'Idra di Lerna
La seconda fatica
Addestrata da Era proprio perché fosse in grado di eliminare Ercole, l’Idra era uno spaventoso mostro, terribilmente velenoso, con il corpo di cane e nove teste di serpente di cui una immortale, che viveva sotto un platano presso la palude di Lerna, in Argolide. Ercole tentò di neutralizzarla mozzandone le teste con la spada, scoprendo però con orrore che ogni qualvolta ne tagliava una, dalla stessa ne crescevano altre due. Fu allora che per un’astuta intuizione ispirata da Atena, chiamò in aiuto Iolao, il quale, mentre l’eroe teneva il mostro immobilizzato, cauterizzò le teste tagliate con una torcia, impedendo loro di rigenerarsi. Infine, Ercole seppellì la testa immortale sotto una roccia, squartò la carcassa e immerse nella bile del mostro la punta delle sue frecce, che da allora divennero micidiali e fatali alla minima scalfitura.
Euristeo, tuttavia, non considerò compiuta correttamente questa impresa, a causa del determinante aiuto fornito da Iolao.
3. La cerva di Cerinea
La terza fatica
Nei boschi tra l’Attica e la Beozia, viveva, libera, una cerva sacra ad Artemide, dea della caccia.
Euristeo ordinò ad Eracle di catturarla e l’eroe decise di portare a compimento la sua terza fatica senza che alcuna violenza fosse subita dall’animale. Per un anno, quindi, Eracle inseguì instancabilmente la cerva veloce, raggiungendo l’Istria e da lì il favoloso paese degli Iperborei all’estremo nord del mondo.
Alla fine, quando la bestia si fermò esausta, Eracle le trafisse con una freccia le zampe, sollevò l’animale di peso e iniziò il lungo viaggio di ritorno. Lungo la via, nei boschi d’Arcadia, ebbe a discutere aspramente con Apollo e Artemide, seccati per il trattamento che era stato riservato alla cerva loro sacra, ma compresero infine che Eracle stava seguendo la volontà di Euristeo, istigato da Era, e non certo la propria, ed acconsentirono così a che l’eroe potesse portare a Micene l’animale per dimostrare il successo dell’impresa.
4. Il cinghiale di Erimanto
La quarta fatica
Dalle selvagge pendici del monte Erimanto, in Arcadia, un enorme cinghiale devastava le campagne circostanti: Ercole, inviato da Euristeo a neutralizzare la belva, fu ospitato lungo la strada dal centauro Folo che, onorando i doveri di ospitalità, offrì all’eroe carni arrostite e del vino che teneva gelosamente custodito in una giara. Tuttavia, inebriati dall’odore della bevanda, gli altri Centauri persero il senno e si scagliarono contro i due, ma Ercole, con le sue frecce micidiali, ne fece strage.
Raggiunto il monte Erimanto, l’eroe stanò il cinghiale, gli saltò in groppa, lo legò con pesanti catene e se lo caricò sulle spalle fino a Micene. Lì, venuto a sapere che gli Argonauti erano in procinto di partire per la Colchide alla ricerca del vello d’oro, abbandonò l’animale, di cui si ignora il destino, ai margini della piazza del mercato, e si unì alla spedizione, prima di tornare da Euristeo a ricevere nuovi ordini.
5. Le stalle di Augia
La quinta fatica imposta ad Ercole prevedeva che l’eroe ripulisse le stalle di Augia, re dell’Elide, uomo ricchissimo in greggi e mandrie, e le cui strutture di ricovero per gli animali erano completamente ricoperte da un enorme strato di sterco, causa di una terribile pestilenza che affliggeva tutto il Peloponneso. Dopo essersi accordato per un compenso, Ercole deviò il corso dei fiumi vicini, le cui acque attraversarono stalle e ovili spazzando via ogni sporcizia.
L’impresa non ebbe però la conclusione sperata: da un lato, infatti, Augia, si rifiutò di versare il compenso pattuito, e dall’altro Euristeo si rifiutò di considerare valida questa fatica, in quanto Ercole aveva agito sulla base di un contratto oneroso con il re.
6. Gli uccelli di Stinfalo
Sacri ad Ares, dio della guerra, degli enormi e terribili uccelli abitavano le rive dalla palude di Stinfalo, presso Nemea. Dotati di becchi, artigli e ali di bronzo, erano in grado di divorare uomini e bestie e spargevano nei campi circostanti escrementi velenosi che bruciavano i raccolti. Per aiutare Ercole, che indugiava ai margini della palude senza trovare un modo per addentrarvisi, Atena gli donò delle nacchere, al cui suono, terrorizzati alla follia, gli uccelli si alzarono in volo simultaneamente per scappare dalla palude. L’eroe poté così agevolmente ucciderne in gran quantità con le sue frecce.
7. Il toro di Creta
Per onorare la sua settima fatica, Ercole raggiunse l’isola di Creta, dove si annidava un terribile toro che sputava fiamme dalle narici e devastava tutta l’isola con la sua furia selvaggia. Dopo aver rifiutato l’aiuto del re Minosse, l’eroe vinse da solo la sua lotta con la bestia, che riuscì a trascinare a Micene, dove Euristeo la rimise in libertà, dedicandola ad Era.
8. Le cavalle di Diomede
Diomede era il re dei Bistoni, barbara popolazione della Tracia. Compito di Ercole era quello catturare le quattro cavalle selvagge del re, che venivano usualmente nutrite con i corpi degli stranieri che sventuratamente approdavano in quei lidi. L’eroe riuscì a catturare gli animali, uccidendo Diomede e resistendo agli attacchi dei Bistoni, portandoli infine a Micene, al cospetto di Euristeo.
9. La cintura di Ippolita
Euristeo ordinò ad Ercole, come nona fatica, di impadronirsi della cintura che il dio Ares aveva donato a sua figlia Ippolita, regina delle Amazzoni, le mitiche donne guerriere, che, nella regione del Mar Nero, vivevano in una società matriarcale da cui gli uomini erano completamente esclusi. Giunto a destinazione, Ercole incontrò Ippolita che se ne invaghì e decise di offrirgli la cintura come pegno d’amore; ma Era, assunte le sembianze di amazzone, convinse le compagne della regina che Ercole stava per rapirla: queste allora si precipitarono in forze contro la nave dell’eroe, il quale, dopo aver resistito agli assalti, strappò la cintura a Ippolita e intraprese la via del ritorno.
In viaggio verso Micene, Ercole accorse in aiuto di Laomedonte, re di Troia, tormentato da un terribile mostro inviato da Poseidone, in collera con il re che non aveva pagato al dio il compenso pattuito per la costruzione delle prodigiose mura di Troia. All’arrivo di Ercole, Laomedonte aveva accettato di sacrificare sua figlia Esione al mostro pur di avere salve la propria vita e la propria città. L’eroe e il re stabilirono allora un accordo: Ercole avrebbe ucciso il mostro e salvato Esione in cambio delle cavalle sacre che a Laomedonte aveva ricevuto da Zeus. Ma, dopo che la principessa fu salva, Laomedonte non mantenne, come d’abitudine, la parola data, e l’eroe ripartì per Micene covando nel cuore propositi di vendetta.
10. Il bestiame di Gerione
La decima fatica
La decima fatica portò l’eroe molto lontano dalla Grecia, ai limiti del mondo conosciuto. Scopo era infatti quello di catturare il bestiame di Gerione, custodito da un pastore, nell’isola di Erizia, oltre lo stretto che dal Mediterraneo dava accesso al misterioso Oceano.
Ercole approdò in Libia, si diresse verso l’Oceano, attraversò lo stretto e vi eresse due colonne per lato, da allora note come colonne d’Ercole; raggiunse l’isola, uccise il mandriano e il suo cane e si impadronì degli armenti. Il suo viaggio di ritorno attraversò la Spagna e la Francia meridionale; di qui la Liguria, dove dovette resistere alle popolazioni barbare che volevano derubarlo del suo bestiame. Proseguì in Etruria e si fermò sulle rive dell’Albula, antico nome del Tevere, dove, ospite del buon re Evandro, uccise il mostruoso Caco, anche lui colpevole di un tentativo di furto di parte della mandria. Nel suo lungo ritorno, l’eroe passò poi da Reggio Calabria e si imbarcò infine verso la Grecia, ma, mentre approdava in terra ellenica, Era face impazzire le mandrie che scapparono fino in Tracia. Recuperata gran parte degli animali, Ercole attraversò lo stretto di Corinto, dove lottò vittorioso contro il terribile gigante Alcioneo, e raggiunse, finalmente, Micene.
Quella delle mandrie di Gerione doveva essere l’ultima fatica, ma, poiché la seconda e la quinta non furono ritenute valide da Euristeo, l’eroe dovette affrontare due ulteriori imprese
11. I pomi delle Esperidi
I pomi delle Esperidi erano dei meravigliosi frutti d’oro che Ercole doveva cogliere da un melo, dono di nozze della Madre Terra ad Era, che sorgeva in un misterioso giardino alle pendici del Monte Atlante, custodito dalle ninfe Esperidi. Non sapendo in quale luogo si ergesse la mitica montagna presso cui il gigante Atlante sosteneva sulle sue spalle il peso della volta celeste, Ercole decise di rivolgersi alla profetica divinità marina Nereo, alla foce del fiume Eridano, in Illiria. Nereo cercò di resistere ad Ercole mutando continuamente forma, ma l’eroe lo tenne stretto tra sue forti mani fino a che egli non cedette, indicandogli la via.
Passando per il Caucaso, Ercole liberò Prometeo, colui che aveva rubato il segreto del fuoco agli dei e che, per questo, subiva la punizione eterna di vedersi mangiare il fegato, sempre rinascente, da un avvoltoio. Il gigante, in segno di ringraziamento, gli consigliò di non cogliere personalmente i pomi ma di affidare tale operazione ad Atlante. Il gigante fu ben felice di aiutarlo e di cedere ad Ercole, aiutato da Atena, l’enorme peso del cielo. Al suo ritorno con i pomi, però, il gigante si rifiutò di riprendere il suo compito e si propose di andare personalmente a consegnare i frutti ad Euristeo. Ercole finse di acconsentire, purché Atlante reggesse la volta celeste solo per qualche minuto mentre l’eroe si fasciava il capo. A quel punto, Ercole scappò con i pomi e compì l’impresa.
12. La cattura di Cerbero
Ultima e più faticosa impresa fu la cattura di Cerbero, l’enorme cane a tre teste che custodiva l’accesso al regno dei morti. Dopo essersi purificato presso il santuario di Eleusi, Ercole scese negli Inferi presso capo Tenaro, in Laconia, guidato da Atena ed Ermes.
Attraversato lo Stige con il traghettatore Caronte, Ercole incontrò l’eroe defunto Meleagro che gli narrò la bellezza della sorella Deianira: l’eroe promise di sposarla.
Liberò Teseo, imprigionato per aver tentato di rapire Persefone, poi giunse al cospetto di Ade che gli diede il permesso di portare Cerbero a Micene, purché lo catturasse senza usare alcuna arma. Afferrandolo per la gola, Ercole riuscì a domare il terribile mostro e portarlo così a Micene, dove Euristeo già da tempo si era nascosto terrorizzato nella sua giara. Dimostrato il successo dell’impresa, come promesso, l’eroe riportò il mastino al suo compito, nell’Ade.
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🦑🦑🦑🦑“Squid Game”🦑🦑🦑🦑
Simboli e messaggi nascosti in 🦑“Gioco di calamari”🦑
La serie Netflix 🦑“Squid Game”🦑 parla di poveri che prendono parte a giochi orribili mentre elite “VIPs ” guarda lo spettacolo per divertimento. Attraverso messaggi e simbolismo, “Squid Game ” rivela ciò di cui si tratta veramente: la malattia incurabile dell'élite.
🧵🧵Thread🧵🧵 1. Se ti piace guardare le persone che vengono uccise in stile esecuzione, ragazzo, ho la serie Netflix per te. Si chiama Gioco di calamari e presenta anche un gruppo di persone che cadono da piattaforme alte e si schizzano a terra. In effetti, assisterai a così tante morti brutali Gioco di calamari che non avrai altra scelta che diventare desensibilizzato a loro. Anche i personaggi della serie finiscono per avere intere conversazioni sulla loro infanzia o qualcosa del genere mentre altri vengono colpiti in faccia a circa dieci piedi da loro. A loro non importa più. E neanche tu. E questo è il punto.
Nonostante il fatto che Gioco di calamari presenta livelli estremi di sangue e violenza, il marketing che lo circonda sembra insidiosamente concepito per essere attraente per i bambini.
2.
Questa è una delle immagini che si possono trovare durante la navigazione di Netflix. I bambini potrebbero facilmente confondere questa cosa con un film per bambini e non c'è nulla che impedisca loro di guardarlo.
3.
Il cattivo principale sembra uscito da un episodio dei Mighty Morphin Power Rangers. I suoi lavoratori sembrano pulsanti su un controller Playstation.
In breve, tutto è lì per attirare i bambini della serie per poi traumatizzarli con scene di violenza rara e giochi mentali psicopatici.
🤬Bergoglio ed il Sigillo di Lucifero🤬
L’anti-porta santa gnostica di Rebibbia scelta da Bergoglio traccia su Roma il sigillo di Lucifero.
Completando il post sotto vediamo come Bergoglio abbia voluto consacrare a Satana oltre ogni dubbio l'apertura delle Porte.
🧵🧵Thread🧵🧵
1.
2. Di Andrea Cionci (Quotidianoweb.it) Roma, 29 dicembre 2024 - Da qualche giorno circola sui social un articolo di Amg-News, a firma di tale Medea Greere che, sulle prime, sembra far parte di una certa produzione di basso complottismo in voga negli Stati Uniti.
Il titolo è choccante: “Notizia bomba del Vaticano: si apre il portale e viene rivelato il sigillo di Lucifero nella Notte Sacra!”. amg-news.com/vatican-bombsh…
Tuttavia, sul sito viene riprodotta una mappa di Roma apparentemente autentica e uno strano simbolo.
Abbiamo così deciso di approfondire, stimolati anche dalla lunare decisione di Bergoglio di aprire una “porta santa” del Giubileo in un carcere, in un luogo dove si sedimentano “energie” non certo positive.
Fra le opere di misericordia c’è sì quella di visitare i carcerati, ma non certo di lodarli, vezzeggiarli, o liberarli.
L’antipapa si è invece lasciato andare a dichiarazioni che lasciano perplessi: «I detenuti sono persone buone, quando vengo qui la prima domanda che mi faccio è perché loro e non io, perché ognuno di noi può scivolare l’importante è non perdere la speranza, bisogna attaccarsi alla corda dell’ancora della speranza e aprire i cuori. Aggrapparsi alla corda dell’ancora. La prima Porta Santa che ho aperto è a San Pietro la seconda in questa basilica. Oggi il carcere è diventato una “basilica”, per questo sono venuto qui. Questa è la seconda basilica”.
Per quale motivo un papa dovrebbe stare in prigione? Dietro la sparata buonista sembra celarsi una sorta di rituale apotropaico, visto che il canone 1375 punisce l’usurpazione di ufficio ecclesiastico e l’antipapa rischia grosso.
In molti hanno notato che mentre nell’aprire la porta santa in San Pietro, Bergoglio è rimasto seduto sulla carrozzella, privo di mitria, per aprire la “porta santa” di Rebibbia si è alzato in piedi, con la mitria e la ferula, in pompa magna. Come se la porta di Rebibbia “meritasse di più”. youtube.com/watch?v=kwStfg…
Comunque, abbiamo fatto le nostre verifiche sull’articolo americano il quale sostiene che, sulla carta di Roma, le 4 basiliche papali, San Pietro, San Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore e S. paolo fuori le Mura, insieme a Rebibbia, formino un simbolo luciferino.
3. In effetti la pianta è corretta: le 4 basiliche formano un trapezio, e Rebibbia costituisce un vertice tanto che unendo questi punti con linee rette viene proprio fuori il simbolo riportato da Amg-news. Ma sarà vero che è il sigillo di Lucifero?
Ebbene sì. Come tutti possono constatare su Google immagini, il marchio dell’angelo caduto tanto caro agli gnostici è proprio quello.
🟥Il lato oscuro di Babbo Natale
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(p.s. c'è una imprecisione nell'articolo relativa alla data della nascita di Gesù che è EFFETTIVAMENTE IL 25 DICEMBRE, e lo si sa dal calendario delle Classi Sacerdotali scoperte a Qumran. L'articolo che segue è comunque interessante per l'analis sulla APPROPRIAZIONE effettuata dai Cabalisti, che cercano di oscurare la nascita di Gesù introducendo gli elementi della loro Magia Nera)
1.
2. La figura di Babbo Natale è uno degli archetipi culturali e sociali più radicati nella tradizione natalizia moderna. Sebbene sia universalmente riconosciuto come simbolo di generosità e benevolenza, la sua storia e le sue origini sono molto più complesse di quanto comunemente si creda. La figura di Babbo Natale è il risultato di una fusione di tradizioni kabalistiche, mitologiche e esoteriche, molte delle quali risalgono a culti antichi, riti pagani, e addirittura alla cultura delle società segrete. In questo articolo esploreremo le origini esoteriche di Babbo Natale, esaminando come il suo personaggio si collega a società segrete come la massoneria, i Cavalieri Templari, e i Rosacroce, nonché come la figura di Babbo Natale rispecchi concetti magici e gnostici, tipici delle tradizioni esoteriche e sataniche. 1. Le origini mitologiche
La figura di Babbo Natale ha le sue origini principalmente in San Nicola di Myra, un vescovo cristiano del IV secolo noto per la sua generosità verso i poveri e per la tradizione delle sue opere caritatevoli. La leggenda racconta che questo vescovo donava regali ai bambini e aiutava i bisognosi. Questo ha influito notevolmente nella tradizione del dono natalizio. Tuttavia, la sua trasformazione in un personaggio come Babbo Natale è avvenuta nel contesto di un incontro tra pre-cristiani ed esoterici. Facciamo qualche passo indietro.
1.A. Odin e la tradizione norrena
La figura di Babbo Natale ha radici anche nella mitologia norrena, in particolare nel dio Odin. Durante il periodo delle feste invernali, i norreni celebravano il Yule, un festività che coincideva con il solstizio d’inverno. Odin, conosciuto anche come Allfather, (un dio che governa su tutti i padri, un super Babbo) era una divinità legata alla saggezza, alla morte e alla rinascita, ed era descritto come un vecchio barbuto che cavalcava un cavallo a otto zampe, chiamato Sleipnir, portando doni e benedizioni alle persone.
Questa connessione tra Odin e Babbo Natale è evidente nell’immaginario popolare, dove Babbo Natale (padre della natività) è spesso raffigurato come un uomo anziano e barbuto che viaggia con una slitta trainata da renne. La slitta di Babbo Natale può essere vista come una versione simbolica della cavalcatura di Odin, un mezzo attraverso il quale il dono della saggezza e della luce viene portato alle persone durante l’inverno, un periodo simbolicamente legato alla morte e alla rinascita.
1.B. Il dio norreno Thor e il viaggio notturno
Un altro parallelo interessante è con Thor, il dio del tuono della mitologia norrena, che era anche una figura associata alla protezione dei bambini. In alcune versioni della tradizione norrena, Thor volava durante il periodo di Yule, come una sorta di portatore di doni, un tema che riecheggia il viaggio notturno di Babbo Natale. Thor, come simbolo di potere e forza, può essere visto come un protettore della luce, che in molte tradizioni esoteriche rappresenta la lotta contro le forze delle tenebre.
Babbo Natale, nella sua forma moderna, è un archetipo della generosità e della gioia del dono, ma è anche una figura che racchiude simbolismi più profondi legati al solstizio d’inverno e ai rituali di rinascita. La nascita di Babbo Natale come lo conosciamo oggi si sviluppa principalmente nell’Occidente così detto cristiano, ma le sue origini possono essere fatte risalire a tradizioni pre-cristiane legate al solstizio d’inverno, kabalistiche e magiche. In molte culture antiche, il solstizio rappresentava il confronto tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte, e simboleggiava il ritorno della luce, il rinnovamento e la rinascita. Questa dualità tra luce e tenebre è intrinsecamente legata all’esoterismo, dove la lotta tra il bene e il male è vista come una metafora per il cammino spirituale che l’iniziato deve percorrere per raggiungere l’illuminazione.
3. 2. Le radici esoteriche
Nel contesto esoterico, Babbo Natale non è semplicemente un distributore di regali, ma una figura che simboleggia l’iniziato, il maestro spirituale che guida l’individuo attraverso il cammino del cosù detto “risveglio”. La sua figura di vecchio barbuto e vestito di rosso simboleggia l’antico sapere tramandato, mentre il suo viaggio durante la notte del 24 dicembre è una metafora dell’iniziazione che avviene nel buio prima del ritorno della luce. In molte tradizioni esoteriche, infatti, l’iniziato deve attraversare un periodo di oscurità interiore e di purificazione prima di raggiungere un’illuminazione spirituale. Babbo Natale, quindi, rappresenta non solo un simbolo di generosità, ma anche un archetipo di trasformazione interiore, che guida l’individuo attraverso la sintesi delle forze opposte (luce e oscurità) verso una rinascita spirituale.
Infatti, molte delle tradizioni e dei simboli che circondano Babbo Natale si intrecciano con i rituali iniziatici e le pratiche esoteriche delle società segrete. La figura di Babbo Natale, come un vecchio saggio che porta doni a chi è puro di cuore, riflette un archetipo che è presente in molte tradizioni esoteriche, come la Massoneria, i Rosacroce, e i Templari. In queste tradizioni, l’iniziato è spesso visto come un individuo che riceve illuminazione e conoscenza da un maestro anziano, il quale rappresenta la saggezza universale e il passaggio verso un nuovo stadio di consapevolezza spirituale.
In particolare, la Massoneria ha molti rituali legati alla figura dell’anziano saggio che guida il candidato attraverso le prove dell’iniziazione. Il cammino attraverso l’oscurità verso la luce è un tema comune nei riti massonici, e Babbo Natale, nel suo viaggio notturno, potrebbe essere interpretato come un simbolo della illuminazione che arriva nel periodo più oscuro dell’anno, il solstizio d’inverno. Babbo Natale, in questo contesto, rappresenta la fogura del “Maestro” iniziatico, una sorta di guida spirituale, che porta i suoi “discepoli” (i bambini, simbolo di chi è pronto a ricevere e apprendere) attraverso un percorso di rivelazione e di illuminazione, proprio come accade nelle scuole misteriche dell’antichità.
2.A La tradizione rosacrociana
Un altro legame interessante riguarda la tradizione Rosacrociana, che è nota per la sua enfasi sulla trasformazione spirituale attraverso il simbolismo della luce che trionfa sulle tenebre. La figura di Babbo Natale, che porta regali e doni nella notte rappresenta una metafora della rivelazione spirituale che illumina l’animo umano. Le renne di Babbo Natale, con il loro potere di volare nella notte, simboleggiano la liberazione dalle limitazioni terrene e il trasporto verso un nuovo piano di consapevolezza.
2.B. Il satanismo
La connessione tra Babbo Natale e il satanismo è più complessa e meno diretta, ma non priva di interesse. In alcune correnti dell’occultismo e del satanismo, la figura di Babbo Natale viene interpretata in chiave negativa, come una maschera che nasconde il vero significato del Natale, legato alla morte e risurrezione.
La sua tipica giacca rossa bordata di pelliccia bianca, nel contesto esoterico richiama passione, energia e potere occulto, che, nel simbolismo satanico rappresentano la forza primordiale legata alla disobbedienza divina e all’istinto umano non purificato. L’interpretazione di Babbo Natale come una figura che porta “doni” viene intesa come un parallelismo con la figura del serpente antico (Lucifero) che offre agli esseri umani la conoscenza proibita, un dono che si traduce in corruzione e dannazione.
Babbo Natale che viaggia durante la notte portando i suoi doni attraverso il cielo su una slitta tirata da renne, evoca quella del cavaliere oscuro, una figura che percorre il mondo in segreto, portando misteri e potere nascosto.
Nel contesto del satanismo moderno e delle pratiche esoteriche, il “cavaliere” che viaggia nelle tenebre è un simbolo di potere occulto e conoscenza proibita. Esso rappresenta le tradizioni gnostiche che rifiutano Dio e promuovono la liberazione dell’individuo attraverso il “dono” di una verità nascosta. Il viaggio notturno di Babbo Natale rappresenta una riflessione della discesa nell’oscurità, simbolo di un cammino iniziatico che porta al potere esoterico.
Una delle figure parallele a Babbo Natale nelle tradizioni folkloristiche europee è il Krampus, una creatura oscura e minacciosa che, in molte culture alpine, accompagna Babbo Natale. Il Krampus, che incarna l’aspetto negativo della tradizione natalizia, rappresenta una manifestazione simbolica di forze oscure e demoniche. In alcuni rami del satanismo tradizionale o in pratiche di magia nera, l’idea di una figura che incarna il male e la punizione rappresenta l’archetipo di un potere che opera contro la giustizia divina, simile a come Lucifero punisce l’umanità nel contesto cristiano.
🔴Anna Frank ha veramente scritto il Diario di Anna Frank❓🔴
Questo è Meyer Levin… l’autore quasi certamente vero del “Diario di Anna Frank”. 📕
Ecco come lo sappiamo. 🧵🧵Thread🧵🧵
1.
2. Levin fece causa a Otto Frank (il padre di Anna Frank) nel 1955 per "violazione del contratto" per il suo presunto accordo di produrre un adattamento teatrale del libro. Una giuria gli assegnò 50k. Questo fatto di per sé non prova direttamente che Levin sia l'autore, ma altre prove contestuali ci portano a questa conclusione.
3. Alcuni fatti su Meyer Levin.
-fu nominato da Otto Frank come suo agente copywriter negli Stati Uniti nel marzo 1952
-era uno scrittore affermato ✍️ e un ardente sionista. - durante la seconda guerra mondiale, lavorò nella divisione di guerra psicologica e produsse propaganda - scrisse opere molto simili ad Anna Frank, che lavoravano per risollevare il morale della causa sionista. Libri come Kibbutz Buchenwald e The Illegals.
🚀ELON MUSK🚀
🧵 Thread 🧵
1 - Elon Musk è ebreo e se si di che tipo❓
2 - Elon Musk è "stato scelto" per attuare un Piano elaborato da chi fece anche scrivere un libro 20 anni prima della sua nascita❓
3 - Auspici finali
1. 1 - Elon Musk è ebreo e se si di che tipo❓
Le radici ebraiche di Musk (lato materno)
Elon ricevette il suo nome ebraico in onore del suo bisnonno John Elon Haldeman.
La discendenza di Elon può essere fatta risalire al XVI secolo, quando la famiglia Haldeman (Musks) era originaria di Berna, in Svizzera 🇨🇭 .
2. Andreas Haldimann (circa 1572) è il più anziano Haldemann conosciuto.
Il nome "Musk" fu adottato dalla madre Maye Musk (nata Haldeman).
🧵🧵Re della Sodomia 🧵 🧵
♦️CABALISMO ESOTERICO ♦️ MAGIA NERA♦️
💥CONOSCI I SATANASSI PER COMBATTERLI💥
La SODOMIA è vista come la "porta sul retro" dell'albero sephirotico.
Si ritiene che se sodomi Ialdabaoth (il demiurgo ebreo YHWH) otterrai il suo potere.
[noti che l'atto di Potere e di dominio che carpisce le energie ed i poteri? Genera il Controllo? Lo capisci perché sottopongono le new entry a questo ad esempio nello Show Biz?]
È così semplice.
Questo principio di base è stato seguito per millenni da Greci, Romani, Cabalisti e ALTRO!
1.
2. La CIA, l'MI6, il Mossad, il Tavistock Institute, la DARPA, gli occultisti oscuri, Aleister Crowley e molti iniziati del Sentiero della Mano Sinistra hanno seguito la stessa formula.
Perché?
Come afferma Dion Fortune: "Qualsiasi occultista esperto sa che la Forza Sessuale è in realtà la Forza G-d ".
3. L'attrazione sessuale è la forza più fondamentale in natura, è la Forza di Dio letterale, l'esperienza dell'orgasmo è il momento critico nella coscienza umana e la CHIAVE del POTERE MAGICO. Il momento chiave è quando una nuova vita viene infusa dal regno spirituale nella matrice materiale.
ECCO LA DUPLICE NATURA ASSOCIATA AL SESSO: x.com/brotto_marco/s…
ED OVVIAMENTE I SATANISTI VOGLIONO IN TUTTE LE MANIERE ELIMINARE L'USO SACRALE ED IMPLEMENTARE SOLAMENTE L'ASPETTO MATERIALE CIOE' SATANISMO APPUNTO ED IMPESTARE TUTTI CON IL LATO OSCURO DELLA SESSUALITA'.
Adesso poi con Bergoglio che sdogana, figuriamoci: x.com/brotto_marco/s…