Thread by @JohannesBuckler

Sorrido quando leggo che il blues è nato quella notte all’incrocio tra le Highway 61 e 49 a Clarksdale. Perché vi garantisco che non firmai nessun patto col diavolo, barattando la mia anima, per diventare il più grande bluesman della storia.

Certo. Strano era strano. I vari musicisti che mi avevano conosciuto prima di quella
notte erano concordi nel ritenere goffo il mio modo di suonare la chitarra. Invece ero
riapparso dopo quella notte dotato di una bravura e di un'espressività tali da lasciare
tutti a bocca aperta

Però forse è il caso di cominciare dall’inizio.
MI chiamo Robert Leroy Johnson e sono nato a Hazlehurst (Mississippi) l’8 maggio
1911 da una relazione extraconiugale di mia madre, Julia Dodds. Appena mio padre
ci aveva abbandonati per un'altra donna.

Mi piaceva la musica e mio fratello mi aveva insegnato a suonare l'armonica a bocca,
per poi passare alla chitarra. Niente di speciale quel periodo della mia vita.
Sino al 1929, quando sposai Virginia Travis trasferendomi a Robinsonville.

Non durò molto la nostra unione, perché l’anno successivo, a soli 16 anni, la mia
Virginia morì di parto con la nostra bambina.
Per questo sparii dalla circolazione. Distrutto.
Ritornai nel 1931, accompagnato, seppur per breve tempo, dalla mia seconda moglie
Calletta Craft

All'inizio vi ho raccontato di quella notte all’incrocio tra le Highway 61 e 49 a
Clarksdale.
Non incontrai nessun uomo nero, nessun diavolo che in cambio della mia anima mi
fece diventare il più grande bluesman della storia.
Anche se ero tornato con una tecnica perfetta.

In realtà, dopo la morte di Virginia, avevo incontrato un grande bluesman, Ike
Zinneman che si era offerto di farmi da maestro.
Aveva imparato a suonare la chitarra di notte, al cimitero, tanto che alcuni lo
credevano Satana. Chiunque fosse, Zinneman fu per me un ottimo maestro.

Tra il 1936 e il 1937 ho inciso le uniche ventinove registrazioni conosciute.
Interamente cantate e suonate da me e che mi hanno consentito di entrare nel gruppo
dei bluesmen più influenti del ventesimo secolo.

La mia tecnica è stata una base straordinaria per intere generazioni di musicisti.
Per Bob Dylan, per i Rolling Stones, i Cream, gli Allman Brothers, Johnny Winter,
Eric Clapton, Jimi Hendrix, Jeff Beck e anche per i Led Zeppelin.

Sono morto giovane tormentato dalle donne e dall’alcool.
Suonavo in un locale e avevo una storia con la moglie del gestore.
Non so cosa mise in quella bottiglia di whiskey.
In preda alla confusione e al delirio mi fu impossibile continuare.
Morii dopo due giorni di agonia.

Non cercate la mia tomba, non esiste. Nei dintorni di Greenwood ci sono però tre
pietre tombali con il mio nome.

“La sua musica colpì una corda che continua a risuonare il suo blues a generazioni
che non avrebbe mai conosciuto e rese poesia le sue visioni e paure”.

Sono stato il primo a far parte del Club 27.
Oltre a me, oggi ne fanno parte Brian Jones, fondatore dei Rolling Stones. Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain, Amy Winehouse e molti altri.
Perchè Club27 ?
Perchè avevamo tutti 27 anni quando siamo morti.

D’altronde era previsto nell’accordo con l’uomo nero, il diavolo.
Per diventare i più grandi nella storia della musica gli avevamo venduto l’anima.
E pure il corpo. Prima del compimento del ventottesimo anno di età.

Ehi, non fate quella faccia, dai, sto scherzando