Thread by @FabbioSabatini

Considerato il ruolo fondamentale della divulgazione scientifica in questi tempi, i giornalisti devono imparare come funziona la pubblicazione di un paper. Chiunque può sottoporre qualsiasi cosa a qualunque rivista. A tale stadio, NON ha senso indicare quale sia la rivista.

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Perché se la rivista è rigorosa, nel 99% dei casi l'articolo NON sarà pubblicato. Le riviste più prestigiose sono quelle più rigorose, e hanno rejection rate altissimi.

Per questo i ricercatori non indicano mai nel CV a quale rivista hanno sottoposto i propri working paper.

2/

La differenza è sostanziale, perché anche un truffatore ha la facoltà di sottoporre i suoi lavori a Lancet o Nature o Econometrica. Ma saranno inevitabilmente rigettati. Specificare che sono stati sottoposti a tale rivista dà agli articoli una dignità ingannevole.

3/

Questo non vuol dire che il paper citato dall'autrice di questo pezzo su Repubblica non sia un buon paper. Scommetto di sì. Semplicemente, non si può sapere ex ante se sarà mai pubblicato su Lancet (lo auguro agli autori) o sul giornale del condominio.

4/
repubblica.it/cronaca/2020/0…

In questi giorni assistiamo a un mare di castronerie nella descrizione degli outcome della ricerca scientifica da parte dei media. Qui avevo raccontato un errore tipico: NON esiste alcuna bocciatura dell'Italia da parte di Harvard.

5/

https://twitter.com/FabbioSabatini/status/1244663765850886145?s=20

La divulgazione scientifica ha un ruolo fondamentale perché influenza le decisioni dei policy maker e i comportamenti individuali, dalle azioni potenzialmente dannose per la salute propria e altrui all'osservanza delle regole.

6/

Ci sono molti bravi giornalisti che sanno leggere un cv accademico e sanno raccontare correttamente i risultati di un paper scientifico.

Ma non sono la maggioranza, anzi.

L'avvento della pandemia impone uno sforzo di apprendimento.

7/