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Alitalia, ovvero di come il mercato ha distrutto un'eccellente compagnia e perché la nazionalizzazione (con un serio piano industriale) è oggi l’unica via percorribile
#thread lungo, ma necessario se siete stufi di sentire le solite manfrine liberiste ⬇️
Alitalia è sempre stata una compagnia all’avanguardia. È del 1961 la nascita di Ati, prima sorta di “low cost”: dieci anni prima dell’americana Southwest e oltre trenta prima della loro affermazione in Europa (2/19)
Nel 1969 è la prima in Europa ad impiegare una flotta di soli aerei a reazione. Nel 1970 è fra le prime nel vecchio continente a far entrare in servizio il Boeing 747. Per la serie “siamo da sempre poco produttivi perchè incapaci di innovare” (3/19)
Nel 1993 è la terza compagnia europea per dimensioni. Nel 1995 trasporta oltre il 50% degli italiani che, in quell’anno, avevano preso un aereo. Eh ma signora mia, avevamo la liretta (4/19)
Dopo l’11 settembre 2001 il mercato dell’aviazione civile subisce un tracollo storico. Nonostante questo, l’anno successivo Alitalia riesce a mantenere il bilancio in attivo. Sarà l’ultimo della sua storia (5/19)
Dal 2002 al 2008 il futuro si fa sempre più incerto. Invece di continuare ad investire e rinnovarsi, come aveva fatto per tutta la sua storia, l’imperativo è ormai solo quello di sopravvivere. Si arriva così alla privatizzazione (6/19)
Ve li ricordate i capitani coraggiosi? Nel 2008 l’allegra cordata di personaggi (Colannino, Marcegaglia, Riva, Benetton…) si prende la parte sana di Alitalia. Quella malmessa rimane allo Stato: non sia mai che gli imprenditori debbano rischiare di tasca propria (7/19)
Evviva, è arrivato il mercato che finalmente allocherà in maniera efficiente le risorse e non farà pagare più nulla ai contribuenti. Come no: la gestione privata sceglie di fare concorrenza alle low cost, un gioco al massacro (8/19)
La redditività oggi è quasi solo sulle rotte intercontinentali, che rivestono anche un ruolo strategico (avete presente il turismo?). Investimenti in tal senso poco o nulla: gli ultimi "pezzi grossi" (Airbus A330) sono del 2012. La flotta viene progressivamente ridotta >> (9/19)
>> e la maggior parte degli aerei non sono nemmeno più di proprietà. Fra quelli a lungo raggio solo uno (immatricolato nel 2002) è di Alitalia, gli altri tutti in leasing e pure a prezzi salati (10/19)
Nel 2013 tocca di nuovo al pubblico intervenire per risolvere i disastri del privato. Privatizziamo gli utili e socializziamo le perdite, come da tradizione. Nel capitale entra Poste Italiane e due anni dopo fa la sua comparsa Etihad (11/19)
Gli emiratini vengono da un'esperienza di successo, sapranno sicuramente risollevare le sorti di Alitalia. Certo: si liberano di alcuni pezzi obsoleti (accollandoli a noi) della flotta, fanno man bassa di preziosissimi slot (es. Heathrow) e pochi mesi dopo dopo salutano (12/19)
Quanto ci sono costati questi anni? Se la gestione pubblica ha lasciato sul campo – in oltre mezzo secolo, in cui ha però anche chiuso non pochi esercizi in utile – 3,3 miliardi, quella privata ne ha bruciati più del doppio ma in un quinto (dal 2008 al 2017) del tempo (13/19)
Con quella cifra Alitalia avrebbe potuto rinnovare da cima a fondo la flotta, tornare a competere nel lungo raggio, riaffermarsi nel panorama mondiale. E quella cifra servirà nel medio termine se non si vuole perdere il treno della ripresa post-epidemia (14/19)
Nel mondo ci si sta già attrezzando in tal senso. Parigi ha messo sul piatto 7 miliardi per Air France, Lufthansa ne ha chiesti (e ne otterrà) 10 fra Germania, Svizzera, Austria e Belgio (15/19)
Sono somme che il nostro governo, nemmeno capace di erogare in tempi decenti la cassa integrazione, non ha immediatamente disponibili? Umile proposta: cominciamo a togliere i sussidi alle low cost (16/19)
Sì, ne prendono. E mica spiccioli.
Parliamo di oltre 200 milioni che questi campioni di ipocrisia succhiano ogni anno dalle casse pubbliche. Alla faccia del mercato e della concorrenza (17/19)
Pare poco? Ci compri uno degli ultimi ritrovati: l’Airbus A330neo, 13mila km di autonomia e fino a 440 passeggeri, gioiello della tecnologia europea (18/19)
Poi chiaro. Sappiamo chi c'è al governo. E conosciamo bene le promesse di Patuanelli. Se la nazionalizzazione di Alitalia dovesse fare la fine di quella di Autostrade siamo a posto. Ma questo, come si suol dire, è un altro discorso (19/19)
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