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Anche se di un'incollatura ha vinto il tema che mi aspettavo. Del resto parlando di #universita finite tutti lì ed è bene avere qualche coordinata per capirci qualcosa di più 😃Qui sotto sviluppo il THREAD ⬇️⬇️⬇️
Partiamo da lontano: la legge Casati del 1859 adotta una modalità di selezione del personale docente che, nei suoi elementi fondamentali, resterà riconoscibile fino al 1980. E lo fa con un sistema non sconosciuto agli antichi stati ma lontanissimo da quelli tedesco e francese...
...ovvero i due paesi che offrivano un modello di "adozione" della corporazione accademica da parte della pubblica amministrazione. Niente concorsi per coorti annuali come in Francia, niente selezione ministeriale dei giovani cooptati dai propri pari come in Germania...
...ma concorsi a cattedre singoli, gestiti da una commissione ministeriale per lo più esterna alla sede di destinazione. Qualcosa che non era nemmeno vicino alle selezioni dei paesi anglosassoni, responsabilità pressoché totale di atenei e colleges.
Perché?↘️
Sembra il modo migliore per temperare le esigenze centralistiche della linea ministeriale adottata nel Piemonte sabaudo e confermata dopo l'unità, e la necessità di dialogare con sedi universitarie più antiche del nuovo Stato, radicate nei territori e nella cultura europea
Poi il diavolo è nei dettagli. Per tutto il "lungo governo provvisorio" la nomina dei nuovi professori avviene secondo l'articolo 69, chiamata diretta per "singolare perizia", o meglio per sicuro sentimento filogovernativo del docente, specie nelle cattedre politicamente delicate
Col regolamento di Ruggero Bonghi del 1875 però i concorsi diventano davvero la pratica standard, e si afferma la loro caratteristica peculiare: l'elettività della commissione giudicatrice da parte o delle facoltà o dei titolari di cattedra omologa...
...(in realtà cambia poco perché in ogni facoltà c'è solo una cattedra di ogni materia).
Questo significa che la comunità accademica emerge come grande mediatrice tra interessi centrali e locali, e lo sarà ancora di più quando, dopo diversi esperimenti, nel 1904 nasce la "terna"
...ovvero, ogni concorso ha un vincitore della cattedra in palio e due idonei, che dovranno essere chiamati alle due prossime cattedre. Ogni concorso locale influenza il reclutamento nazionale, e a ragionare in questi termini sono i rappresentanti della corporazione professorale
Un ragionamento che inevitabilmente è l'incontro di interessi di varia natura, e che mette in gioco l'avvenire di molti ragazzi, specie per le discipline che hanno meno sbocchi, visto che alla crescita degli studenti partita a inizio 900 non corrispondono mai più cattedre
E si vede la differenza di atteggiamenti e di influenza delle comunità delle diverse facoltà, con Giurisprudenza e Medicina più forti economicamente e per influenza sugli uffici governativi (del resto da loro, e non a Lettere, qualche concorso si faceva anche prima del 1875)
Eppure le logiche corporative funzionano per la loro fondamentale ragion d'essere: riescono a tutelare l'autonomia di una professione, peraltro indebolita e divisa, nella sfida più dura, quella del fascismo
Per tutta la durata del regime c'è una continua restrizione delle libertà professorali, dal giuramento fino al ritorno alla completa nomina ministeriale delle commissioni, fino a una nuova infornata di assunzioni per chiara fama con Bottai. Eppure...
...un mondo accademico di antifascisti impauriti, fascisti convinti, furbi ed eruditi da torre d'avorio trova nel reclutamento labile punto di congiunzione, al punto che gran parte delle epurazioni universitarie non va in porto perché la nomina era scientificamente inattaccabile
Che poi la vittoria concorsuale corrispondesse alla necessità di "muovere pedine", forse dovrebbe essere rivista secondo il consiglio che in tutti i dottorati USA si dà agli aspiranti nuovi docenti: "in your career, your network is everything"
Il problema è stato non intervenire, nei numeri dei docenti e quindi nella loro selezione, per far fronte a una crescita degli studenti vista fino ai primi anni Sessanta solo come un problema da arginare. Il naufragio della riforma Gui di fronte al '68 è stato il punto di rottura
E non è un caso che, dopo l'esperimento mai decollato dei concorsi nazionali del 1980, appena possibile si sia tornati a una pratica rassicurante, ma ormai inevitabilmente fuori dal tempo come quella della gestione nazionale dei concorsi locali
La modernità impone di scegliere tra le due dimensioni, ma quando nel 2010 è intervenuta con l'ultimo tentativo di legislazione organica sull'università Gelmini aveva troppo altro a cui pensare (risparmiare soldi, essenzialmente) per farsi le domande giuste
P.S.: se vedo che c'è interesse nelle prossime sere a tempo perso vedo di fare anche gli altri, via 😃
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