Lo scrissi l’11 ottobre del 1981.
“Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società”.
Mi riferivo a quattro imprenditori catanesi collusi con la mafia.
“Qualche volta mi devi spiegare chi ce lo fa fare, perdio. Tanto, lo sai come finisce una volta o l'altra: mezzo milione a un ragazzotto qualunque e quello ti aspetta sotto casa...”
"Le indagini deve essere subito chiuse altrimenti i cavalieri potrebbero decidere di trasferire le loro fabbriche al nord".
Per fortuna furono di diverso avviso l'alto commissario Emanuele De Francesco, e il questore Agostino Conigliaro