Proviamoci.
Ragioniamo di diritto.
Torniamo indietro nel tempo.
Siamo nel 2007.
ANAS e Autostrade predispongono uno schema di convenzione unica come previsto dal DL 262/2006.
Il NARS dà parere negativo. Non convince. E' lo stallo 1/
Sì, capite bene.
In caso di decadenza, recesso, revoca, risoluzione ASPI ha diritto a una somma per il mancato guadagno sino a scadenza 3/
Significa che se anche ASPI viola il contratto e questo cessa per il suo inadempimento, il Concedente (lo Stato) deve pagarle un importo consistente.
Quando le fu contestato il crollo del Ponte Morandi, all'inizio, ASPI lo quantificò in 23 miliardi! 4/
a) viene firmata una convenzione unica nel suo genere che riconosce un lauto compenso alla parte contrattuale che non adempie;
b) la convenzione viene approvata per legge.
Non c'è che dire, ASPI è in una botte di ferro 5/
Che fa lo Stato?
Un nuovo Decreto (DL 162/2019), Governo Conte II, che all'art. 35 spazza via questo schema.
Prevede:
a) in caso di revoca, decadenza o risoluzione, nelle more della gara, gestione di ANAS 6/
C' è un problema ed è un tema tipico di uno stato di diritto.
Può un legislatore modificare unilateralmente le condizioni di un contratto?
Gli scogli sono 2: la Corte Cost. e l'UE 8/
Anche in questo caso è intervenuto successivamente. Poteva farlo? Per la Corte sì 9/
Bel punto per il Governo anche perché una delle difese di ASPI era "non sono inadempiente perché potevo ricostruirlo io. Sei tu a non averlo voluto" 10/
Cosa ne penserà la Corte di Giustizia UE? Se consideriamo una vecchia procedura d'infrazione verso l'Italia sul tema (procedura 2006/2419) il rischio che ASPI prevalga è serio.
Ripeto: 23 miliardi stimati. Oltre al danno sarebbe la beffa 11/
Fa venire un'emicrania.
Comprendo tutto, lo sdegno e la rabbia ma occorre agire con cautela.
Per me non vale la pena accanirsi.
Bisogna essere razionali. Trovare una soluzione condivisa