Ma qualcuno, nella foga di criticare lo smart working della PA,ha detto qualcosa contro una dirigenza totalmente incapace di implementare le infrastrutture necessarie per consentire il lavoro a distanza? O si sono limitati a vomitare il solito rant contro gli impiegati?
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Nelle aziende private con cui collaboro, l'odore di lockdown si è cominciato a sentire fin da metà febbraio, previsione che ci ha consentito di implementare per tempo VPN, centralini virtuali e tutto il necessario per far lavorare tutti da casa in modo sicuro ed efficiente. /2
Come è stato possibile prevedere un simile scenario prima che accadesse e, soprattutto, terminare i lavori necessari a consentire a tutti di poter lavorare a distanza in due settimane? Assumendo Nostradamus? Acquistando una palla di vetro su Amazon? Niente di tutto questo. /3
Semplicemente, quelli abituati a fare Risk Analysis e a scrivere i Business Continuity Plan aziendali possedevano già tutti gli strumenti necessari per comprendere subito l'entità del rischio che si stava palesando, la sua probabilità di verificarsi e i possibili effetti. /4
E visto che i BCP vanno revisionati e testati almeno ogni 12 mesi come prevede qualsiasi ISO che contempli il comparto ICT, disponevano già di una buona base di partenza per mettere in atto le contromisure necessarie in caso di repentina indisponibilità dei locali aziendali. /5
Le due settimane sono quindi servite soprattutto a far entrare in testa agli executive che toccava muoversi, chiudendo i (pochi) gap legati all'eccezionalità del caso di specie, potendo fortunatamente già contare su un management staff formato, consapevole e pronto ad agire. /6
Cosa sarebbe successo se il management fosse stato impreparato? Esattamente quello che è successo in alcuni settori della PA, dove gli impiegati *non sono stati messi in condizione* di poter svolgere il loro lavoro, senza alcuna responsabilità, colpa o voglia di non lavorare. /7
Per questo motivo, invece di blaterare sull'inefficienza della PA facendo di tutt'erba un fascio e lasciando intendere (come fanno Rampini, Ichino e altri feroci censori dello SW pubblico) che la colpa è del solito impiegato furbetto, sarebbe il caso di puntare il dito (medio) /8
contro quella marmaglia di dirigenti di nomina politica (e relativo parentame di funzionari da loro promossi, agevolati o altrimenti "piazzati") che a tutt'oggi impesta interi settori della PA, dai ministeri, alle sovrintendenze, fino a quella ridicolaggine delle partecipate. /9
In conclusione: ogni volta che vi viene voglia di aprire bocca contro un impiegato pubblico che non sta lavorando come vi aggrada, chiedetevi se il problema non è ascrivibile piuttosto a chi avrebbe compito di organizzare il suo lavoro: che probabilmente "lavora a distanza". /END
