#2settembre 1840 nasce a Vizzini, piccolo comune nel catanese, Giovanni Verga, ritenuto il maggior rappresentante del Verismo. Esso era un movimento letterario il cui scopo era offrire una descrizione della realtà italiana attraverso una poetica naturalista... 
vale a dire una descrizione in grado di essere oggettiva e veritiera, come se fosse una fotografia. Per quanto concerne la tecnica narrativa nelle opere verghiane si ricorda in primo luogo il discorso indiretto libero ed anche il principio dell’impersonalità, che garantivano...
l’eclissi del narratore ed una maggiore oggettività: per Verga era infatti importante che l’opera sembrasse “essersi fatta da sè”. La prima opera dall’autore dopo l’adesione al verismo fu “Rosso Malpelo”,pubblicata nel 1878, novella che descrive la vita di un bambino miniatore...
vittima dei pregiudizi dovuti ai suoi capelli rossi. Nel 1880 Verga pubblicò “Vita dei campi” una raccolta contenente otto novelle già pubblicate (tra cui “Rosso Malpelo”); il filo conduttore delle novelle risiede nell’ambientazione e nei personaggi:
infatti vengono descritte le vite di pastori, miniatori, contadini, prostitute e briganti nella campagna siciliana. Nel 1883 venne pubblicata una nuova raccolta “Novelle rusticane”, che possedeva una visione più negativa della vita agreste, complice l’irruzione della Storia...
che nella raccolta precedente era praticamente assente. Verga diede anche alle stampe due romanzi: “I Malavoglia” nel 1881 e “Mastro don Gesualdo” nel 1889 che formarono il “ciclo dei vinti”. Ciò che accomuna questi due lavori è lo straniamento e regressione linguistica...
del narratore, la volontà di rappresentare un’analisi sociale ed infine la concezione pessimistica del progresso e dei rapporti umani. La stessa concezione pessimistica che nella visione politica di Verga lo portò a rifiutare la possibilità di un riscatto degli umili...
e quindi a non credere nel socialismo, infatti lo scrittore appoggiò le repressioni di piazza di fine ‘800 e si dichiarò a favore del colonialismo; si schierò con gli interventisti alla vigilia della Prima guerra mondiale e nel fu simpatizzante del neonato movimento fascista.
Giovanni Verga morì a Catania nel 1922 all’età di 81 anni.
