OGGI È L'ANNIVERSARIO DELLA MARCIA SU ROMA. RICORDIAMO "L'ACCOGLIENZA" DI SAN LORENZO E ALTRI QUARTIERI, QUANDO LE CAMICIE NERE VENNERO ACCOLTE A SANPIETRINI E REVOLVERATE
Il #28ottobre 1922 la “Marcia su Roma” raggiungeva i suoi obiettivi. 👇
Vittorio Emanuele III si rifiutava di dare il via allo stato d’assedio che Luigi Facta, presidente del Consiglio, gli aveva sottoposto, consegnando di fatto l’Italia in mano al fascismo. 👇
Nei giorni precedenti quattro colonne di camicie nere si erano mosse alla volta della Capitale, mentre gruppi più piccoli, in tutte le principali città, attaccavano i palazzi istituzionali e più o meno simbolicamente prendevano possesso delle regie prefetture. 👇
Il 29 il re telegrafava al futuro duce che, invece di guidare la marcia, aveva preferito attenderne gli esisti a Milano.
Ormai fuori dalla città erano accampate almeno settantamila camicie nere che attendevano solo il via libera per entrare:
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l'accesso fu dato quando Mussolini e Vittorio Emanuele III si accordarono sulla formazione del nuovo governo.
Non tutti però a Roma accolsero in silenzio l’entrata dei fascisti in città.
I primi scontri si verificarono nei pressi di Borgo Pio, già dal 29 ottobre, 👇
quando i fascisti vennero accolti a lanci di pietre, tegole e qualche revolverata. Poi alcune colonne delle camicie nere decisero di passare per San Lorenzo, un quartiere fortemente popolare, nel quale si erano verificati più volte conflitti piuttosto duri 👇
tra i seguaci di Mussolini e gli antifascisti. Inizialmente per impedire gli scontri il generale Caselli, al comando dei granatieri, cercò di parlamentare con entrambi gli schieramenti, ma mentre quelli di San Lorenzo dissero che non avrebbero attaccato se non provocati, 👇
i fascisti non vollero cambiare itinerario. Alla fine la battaglia fu inevitabile. Secondo alcuni resoconti a sparare per primi furono gli operai di San Lorenzo, secondo altri invece l’attacco arrivò dalle camicie nere. Inizialmente gli antifascisti ebbero la meglio. 👇
Presto però gli uomini di Mussolini tornarono più numerosi ed attaccarono parecchi edifici in tutto il quartiere, uccidendo 13 persone e ferendone oltre 200. Gli scontri non finirono a San Lorenzo ma si rinnovarono al Tuscolano, sulla Prenestina e la Nomentana, 👇
dove gruppi variegati di antifascisti attaccarono diversi drappelli di camicie nere provocando morti e feriti. La sorte di quei giorni era però segnata e le iniziative individuali e di gruppo non poterono fermare l’ingresso dei fascisti in città. 👇
Ingresso che raggiunse il suo apice con la sfilata davanti al Quirinale, all’epoca sede del sovrano. Ma se la Marcia su Roma, da un lato, rappresenta il raggiungimento di un traguardo fondamentale per il fascismo, 👇
dall’altro gli episodi di aperta ostilità che si verificarono nella Capitale e in molte altre città, rappresentarono i primi autentici atti di Resistenza nei confronti della deriva autoritaria che il paese stava imboccando a passi sempre più rapidi.
Fonte: Cronache Ribelli
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Un giorno Rav Avraham Berkowitz fu incaricato di effettuare un giro estivo nei luoghi più isolati del mondo al fine di incontrare ebrei che non hanno contatto né con l’ebraismo né con comunità ebraiche ben strutturate.
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Si ritrovò in Alaska e incontrò una mamma e la sua bambina a Bethel, insieme ad altri studenti incuriositi e molto attenti.
Al termine della lezione la bambina e la madre lo cercarono per poter scambiare qualche parola con lui.
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La giovane donna raccontò la sua vita: nata e cresciuta a Los Angeles in una famiglia ebraica rispettosa delle tradizioni, si sentiva da sempre irresistibilmente attratta dalla natura allo stato grezzo e in particolare dallo stile di vita degli eschimesi. 👇
Il #30ottobre 1943, a #Cassino vengono uccisi due soldati tedeschi che hanno tentato di abusare di una ragazza del posto. Per rappresaglia vengono catturati ventidue ostaggi, destinati alla fucilazione; 👇
l’Abate Gregorio Diamare interviene con una lettera inviata al Generale Hans Valentin Hube, comandante del XIV Panzerkorps: “Ardisco pregare Vostra Eccellenza che, pur salvando le giuste esigenze marziali, la pena minacciata sia limitata il più possibile ai beni 👇
e famiglie dei colpevoli per evitare che tanta altra povera gente paghi il fio di colpa non sua. Perdonatemi Eccellenza se oso fare caldo appello al vostro cuore generoso per questi miei figliuoli spirituali, già tanto provati dalle inevitabili conseguenze della guerra”👇
Il #5settembre 2016 ci ha lasciati Enrica Zarfati, nata negli anni 20 alla Garbatella. Era facile, sino a qualche anno fa, incontrarla nel suo Lotto. Lei che aveva una grande storia alle spalle: una delle poche donne tornata da quell'inferno chiamato Auschwitz-Birkenau. 👇
Era stata catturata a maggio del 44 per delazione fascista; e nel campo di sterminio era arrivata nella calda estate di quello stesso anno. Mortificata nella sua intimità, era solo un numero. Liberata nel maggio del 45 a Rawensbruk, a settembre era tornata nella sua Garbatella 👇
Dedita alla famiglia e al lavoro, la sua era una storia di orrore, raccontata con delicatezza; per quel poco che si poteva. Di lei si ricordano tante cose, tanti momenti tante emozioni. Ci ha donato un "patrimonio" di ricordi; 👇
La notte del #2agosto 1944, un delirante comunicato di Hitler ordina l'immediata eliminazione dei 2897 zingari, tra cui donne, anziani e bambini. Piero Terracina ricordava perfettamente la notte in cui rom e sinti scomparvero da Birkenau: 👇
“Io non avevo ancora 16 anni ed arrivai a Birkenau; quello era un Vernichtunglager (campo di sterminio) dove non è che si poteva morire, si doveva morire.
Erano tutti settori separati che si distinguevano per una lettera che era stata loro associata; 👇
dall’altro lato del nostro filo spinato c’era il settore che era conosciuto come lo Zigeunerlager ovvero il campo degli zingari[…].
In quel campo c’erano tantissimi bambini, molti di quei bambini certamente erano nati in quel recinto […]. 👇
La notte tra il 3 e il #4luglio 1976, un commando di militari israeliani assaltò l’aeroporto internazionale di Entebbe in Uganda, per liberare 106 passeggeri e membri dell’equipaggio del volo Air France 139, tenuti in ostaggio da un gruppo di terroristi palestinesi e tedeschi👇
In quello che fu probabilmente una delle operazioni militari più spettacolari della storia, 190 soldati israeliani volarono per più di 4.000 chilometri, attaccarono un aeroporto difeso dai militari ugandesi e liberarono 102 dei 106 ostaggi, 👇
riuscendo nel frattempo a distruggere buona parte della flotta aerea del dittatore ugandese Idi Amin. Tre ostaggi rimasero uccisi nell’operazione, insieme al comandante del commando, Jonathan Netanyahu, il fratello dell’attuale primo ministro di Israele.👇
Il mio nome è Elena, e mio padre mi ha soffocato con le sue mani. Morire è difficile, ed io ho cercato con forza un respiro che mi svegliasse dall’incubo, ma non riuscivo, non riuscivo a prendere aria. Poi solo uno spasmo ed il caldo dell’urina che mi colava tra le gambe. 👇
Ma non ho voglia di raccontarvi di me, perché è di voi che voglio parlare.Di voi che “il mio assassino era una brava persona che andava all’oratorio”, di voi che il mio carnefice “era depresso per colpa della separazione”, 👇
di voi che giustificate l’abominio perché siete abominevoli.
Non ho più alcun motivo di essere buona, ed è per questo che per ogni immagine che mi ritrae felice con chi mi ha ammazzata, per ogni parola allusiva contro mia madre, per ogni singola sillaba fuori luogo, 👇