Un giorno Rav Avraham Berkowitz fu incaricato di effettuare un giro estivo nei luoghi più isolati del mondo al fine di incontrare ebrei che non hanno contatto né con l’ebraismo né con comunità ebraiche ben strutturate.
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Si ritrovò in Alaska e incontrò una mamma e la sua bambina a Bethel, insieme ad altri studenti incuriositi e molto attenti.
Al termine della lezione la bambina e la madre lo cercarono per poter scambiare qualche parola con lui.
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La giovane donna raccontò la sua vita: nata e cresciuta a Los Angeles in una famiglia ebraica rispettosa delle tradizioni, si sentiva da sempre irresistibilmente attratta dalla natura allo stato grezzo e in particolare dallo stile di vita degli eschimesi. 👇
Andò in Alaska dove si sentiva pienamente realizzata, vivendo in completa armonia con gli elementi della natura, col marito eschimese e con la loro figlia.Con le lacrime agli occhi chiese: “Lei è il primo rabbino che mia figlia abbia mai incontrato. 👇
Da piccola apprezzavo molto le nostre tradizioni che consideravo particolarmente belle. La prego, siccome non so quando avremo mai l’occasione di rivedere un rabbino, dia per favore un messaggio forte dell’ebraismo in modo che la mia bambina non lo dimentichi mai”. 👇
Come insegnare tutta la Torà ad una bambina di dieci anni in qualche minuto? Nel Talmùd si usa l’espressione “Su un piede” (cioè quel breve spazio di tempo nel quale un essere umano sarebbe in grado di stare in piedi appoggiandosi su una sola delle sue gambe). 👇
Pensò: lo Shabbat! Le spiegò che è il giorno sacro della settimana ebraica, in cui ogni anima ebraica si avvicina ad Dio tramite il distacco dal lavoro e dalle altre occupazioni profane, fisiche e materiali, tramite la preghiera, lo studio della Torà e il ritrovo in famiglia. 👇
Enfatizzò il compito assegnato alle donne e bambine ebree nell’osservanza dello Shabbat. Le disse: “Sono loro che lo accolgono accendendo le candele con la berachà (benedizione). E tu che hai studiato la geografia, sai in quale parte del mondo si accendono per prime le candele?👇
“Sì” rispose con sicurezza ”In Australia e in Nuova Zelanda”. Continuò:
“E secondo te, qual è la regione dove una bambina ebrea accende le candele per ultima?” Sorrise : “In Alaska ovviamente!”. Pronunciò la sua risposta con entusiasmo, felice di sentirsi così importante. 👇
“Amanda” concluse solennemente: “Sei l’ultima bambina sul globo terrestre che può accendere le candele di Shabbat. Quando è già entrato in tutte le case ebraiche del mondo e che c’è ancora bisogno di luce e di pace, tutto dipende da te! 👇
Sei tu l’unica a poter svolgere questo difficile incarico: portare la pace dello Shabbat per il mondo intero!”
A partire da quel giorno, Amanda e sua madre accendono con regolarità le candele prima di ogni Shabbat e di ogni festa ebraica.
Il #30ottobre 1943, a #Cassino vengono uccisi due soldati tedeschi che hanno tentato di abusare di una ragazza del posto. Per rappresaglia vengono catturati ventidue ostaggi, destinati alla fucilazione; 👇
l’Abate Gregorio Diamare interviene con una lettera inviata al Generale Hans Valentin Hube, comandante del XIV Panzerkorps: “Ardisco pregare Vostra Eccellenza che, pur salvando le giuste esigenze marziali, la pena minacciata sia limitata il più possibile ai beni 👇
e famiglie dei colpevoli per evitare che tanta altra povera gente paghi il fio di colpa non sua. Perdonatemi Eccellenza se oso fare caldo appello al vostro cuore generoso per questi miei figliuoli spirituali, già tanto provati dalle inevitabili conseguenze della guerra”👇
OGGI È L'ANNIVERSARIO DELLA MARCIA SU ROMA. RICORDIAMO "L'ACCOGLIENZA" DI SAN LORENZO E ALTRI QUARTIERI, QUANDO LE CAMICIE NERE VENNERO ACCOLTE A SANPIETRINI E REVOLVERATE
Il #28ottobre 1922 la “Marcia su Roma” raggiungeva i suoi obiettivi. 👇
Vittorio Emanuele III si rifiutava di dare il via allo stato d’assedio che Luigi Facta, presidente del Consiglio, gli aveva sottoposto, consegnando di fatto l’Italia in mano al fascismo. 👇
Nei giorni precedenti quattro colonne di camicie nere si erano mosse alla volta della Capitale, mentre gruppi più piccoli, in tutte le principali città, attaccavano i palazzi istituzionali e più o meno simbolicamente prendevano possesso delle regie prefetture. 👇
Il #5settembre 2016 ci ha lasciati Enrica Zarfati, nata negli anni 20 alla Garbatella. Era facile, sino a qualche anno fa, incontrarla nel suo Lotto. Lei che aveva una grande storia alle spalle: una delle poche donne tornata da quell'inferno chiamato Auschwitz-Birkenau. 👇
Era stata catturata a maggio del 44 per delazione fascista; e nel campo di sterminio era arrivata nella calda estate di quello stesso anno. Mortificata nella sua intimità, era solo un numero. Liberata nel maggio del 45 a Rawensbruk, a settembre era tornata nella sua Garbatella 👇
Dedita alla famiglia e al lavoro, la sua era una storia di orrore, raccontata con delicatezza; per quel poco che si poteva. Di lei si ricordano tante cose, tanti momenti tante emozioni. Ci ha donato un "patrimonio" di ricordi; 👇
La notte del #2agosto 1944, un delirante comunicato di Hitler ordina l'immediata eliminazione dei 2897 zingari, tra cui donne, anziani e bambini. Piero Terracina ricordava perfettamente la notte in cui rom e sinti scomparvero da Birkenau: 👇
“Io non avevo ancora 16 anni ed arrivai a Birkenau; quello era un Vernichtunglager (campo di sterminio) dove non è che si poteva morire, si doveva morire.
Erano tutti settori separati che si distinguevano per una lettera che era stata loro associata; 👇
dall’altro lato del nostro filo spinato c’era il settore che era conosciuto come lo Zigeunerlager ovvero il campo degli zingari[…].
In quel campo c’erano tantissimi bambini, molti di quei bambini certamente erano nati in quel recinto […]. 👇
La notte tra il 3 e il #4luglio 1976, un commando di militari israeliani assaltò l’aeroporto internazionale di Entebbe in Uganda, per liberare 106 passeggeri e membri dell’equipaggio del volo Air France 139, tenuti in ostaggio da un gruppo di terroristi palestinesi e tedeschi👇
In quello che fu probabilmente una delle operazioni militari più spettacolari della storia, 190 soldati israeliani volarono per più di 4.000 chilometri, attaccarono un aeroporto difeso dai militari ugandesi e liberarono 102 dei 106 ostaggi, 👇
riuscendo nel frattempo a distruggere buona parte della flotta aerea del dittatore ugandese Idi Amin. Tre ostaggi rimasero uccisi nell’operazione, insieme al comandante del commando, Jonathan Netanyahu, il fratello dell’attuale primo ministro di Israele.👇
Il mio nome è Elena, e mio padre mi ha soffocato con le sue mani. Morire è difficile, ed io ho cercato con forza un respiro che mi svegliasse dall’incubo, ma non riuscivo, non riuscivo a prendere aria. Poi solo uno spasmo ed il caldo dell’urina che mi colava tra le gambe. 👇
Ma non ho voglia di raccontarvi di me, perché è di voi che voglio parlare.Di voi che “il mio assassino era una brava persona che andava all’oratorio”, di voi che il mio carnefice “era depresso per colpa della separazione”, 👇
di voi che giustificate l’abominio perché siete abominevoli.
Non ho più alcun motivo di essere buona, ed è per questo che per ogni immagine che mi ritrae felice con chi mi ha ammazzata, per ogni parola allusiva contro mia madre, per ogni singola sillaba fuori luogo, 👇