Luciano Proni, nome di battaglia "Kid". Prestò servizio militare in Albania e in URSS. Fece parte del gruppo dirigente della FGSI di Bologna e fu uno dei promotori della brigata Matteotti Città. Il 23 settembre 1943, con Leandro e Vincenzo Monti, recuperò parte delle armi
abbandonate nella caserma di via Agucchi che servirono per la brigata. Fu uno dei massimi dirigenti della brigata sino al luglio 1944 quando, per la delazione di una donna, furono arrestati numerosi militanti della FGSI.

Quando le brigate nere si recarono ad arrestarlo, nella
sua abitazione in via del Carro 9, riuscì a fuggire fortunosamente in mutande, passando lungo i tetti da un'abitazione all'altra. Si recò sull'Appennino bolognese, tra Pianoro e Monterenzio, ed entrò a far parte della 62ª brigata Camicie rosse Garibaldi. Divenutone il comandante,
la guidò con grande coraggio e capacità militare in tutti i combattimenti che la formazione sostenne nell'estate-autunno. Il 26 settembre 1944 venne colpito al polmone sinistro da un colpo di mitra, in uno scontro con i tedeschi in località Casoni di Romagna (Casalfiumanese).
Lo salvò Medardo Bottonelli "Sfìlatino". Incurante dei tedeschi che avanzavano, se lo caricò sulle spalle e lo portò in una casa colonica dove ebbe i primi soccorsi. Dopo essere stato curato prima da un medico di Castel San Pietro e poi nell'infermeria partigiana di Bologna, in
via Duca d'Aosta 77 (oggi via Andrea Costa), ai primi di ottobre riprese la lotta nelle fila della brigata Matteotti Città. Pare che avesse avuto da Sante Vincenzi "Mario", uno dei massimi dirigenti del CUMER, l'incarico di attraversare le linee per una missione politico-militare
Il 28 ottobre 1944, mentre transitava a piedi in via Barbieri (Bologna), venne identificato da una pattuglia di fascisti e ucciso sul posto. Poiché era privo di documenti, e di conseguenza, la famiglia non potè essere avvertita, venne inumato anonimo. Solo nel settembre 1945 la
famiglia riconobbe alcuni suoi indumenti conservati in un sacco presso l'istituto di Medicina legale di Bologna.

Gli è stata conferita la medaglia d'argento alla memoria.

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26 Oct
26 ottobre 1944 eccidio del Senio a Lugo (RA).
Il 20 ottobre 1944, nella zona tra Lugo e Cotignola, Brigatisti Neri e Nazisti organizzano un rastrellamento senza che azioni recenti contro di loro diano il pretesto della rappresaglia viene catturato un gruppo di giovani Image
partigiani delle frazioni di Barbiano, Zagonara e del sud del Lughese.
La mattina del 25 ottobre uno di loro, Carlo Landi, viene trovato massacrato sulla scalinata d'ingresso della Rocca. Poi i brigatisti, dopo aver rapinato tutto il denaro contante della Banca d'Italia,
consegnarono gli ostaggi ai tedeschi e si danno alla fuga verso Nord. Mentre le famiglie dei ragazzi, convinte che fossero stati presi dalla TODT, continuavano ancora a portare cibo e vestiti di ricambio al custode delle carceri, all'alba del 26 ottobre i tedeschi conducono i
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26 Sep
«All'alba del 26 settembre siamo stati svegliati dal rumore di violente esplosioni: sono i mortai e le artiglierie tedesche che battono Sassoleone. Il bombardamento dura circa due ore, poi più nulla. Rimaniamo con il respiro sospeso, si vedono in lontananza le piccole belve nere
delle S.S. che si aggirano per il paese, poi si ode un grande collettivo urlo che non ha più nulla di umano, seguito da alcune raffiche di mitragliatrice, quindi di nuovo silenzio.

Un quarto d'ora dopo ricominciano le esplosioni tutto il cielo è rossastro e un gran polverone si
alza da Sassoleone: i tedeschi hanno minato il paese. Fra uno scoppio e l'altro, mentre la polvere si dirada, case, chiesa, edifici pubblici appaiono al nostro sguardo, completamente distrutti. Ma gli assassini tedeschi non son ancora soddisfatti, dopo qualche minuto grandi
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21 Sep
Alle ore 21.00 del 21 settembre 1941, giorno che coincideva con il capodanno ebraico, una squadraccia fascista capeggiata da Asvero Gravelli si recò in via Mazzini 25 e qui diede l’assalto ai due locali che la Comunità, ormai molto ridimensionata, adibita alternativamente al Image
culto: il Tempio di rito tedesco, a cui si accede per la scala principale ed il cosiddetto "Oratorio Fanese" che è in cima ad una modesta scala a sinistra dell’ingresso.
Forse a conoscenza della festività, i fascisti pensavano di trovare i locali pieni di fedeli (una funzione
particolarmente solenne era finita solo una mezz'ora prima) e delusi in questa loro aspettativa sfondarono le porte, ma, trovando i locali disabitati, non rimase che distruggere marmi, vetri, mobilio, anticipando le devastazioni del 1943-1944.
Il rabbino capo, Leone Leoni,
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14 Sep
Il 14 settembre 1944 Irma Pedrielli e Ada Zucchelli vendono catturate dalle Brigate Nere a Calderara di Reno. L'operazione si svolse a seguito della delazione di una spia, incarcerate, torturate verranno fucilate il 19 settembre al Poligono di Tiro. Image
Irma Pedrielli (nome di battaglia Wilma) nasce il 27/3/1924 a Calderara di Reno. Entrata nel movimento partigiano, fece parte del reparto femminile della 7ª brg GAP Gianni Garibaldi con funzione di staffetta. Fu addetta al servizio informazioni e collegamenti. Il suo nome fu dato
a un GDD (Gruppo Difesa delle Donne).

Ada Zucchelli (nome di battaglia Olga) nasce il 25/2/1917 a Calderara di Reno. Militò nella 7ª brg GAP Gianni Garibaldi e operò a Bologna e Calderara di Reno. Fece parte del gruppo che preparò lʼassalto alle carceri di S. Giovanni in Monte
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11 Sep
Giuseppina Rippa nasce a Marmirolo nel 1915. Dopo il proclama Badoglio dell'8 settembre 1943 le truppe italiane sono allo sbando, il re è già scappato da Roma, l'esercito si ritrova senza ordini precisi di fronte ad un repentino cambio d'alleanza, offrendo all'ex-alleato tedesco Image
l'occasione di intervenire rapidamente e, in poche ore, disarmare e catturare un grande numero di soldati italiani, poi inviati nei campi di lavoro in Germania.
Anche allo scopo di intimidire la popolazione, camion stipati all'inverosimile di prigionieri venivano lasciati nelle
piazze delle città in attesa del loro trasferimento sui convogli ferroviari diretti in Germania.
L'11 settembre 1943, uno di questi autocarri stazionava a Mantova, nella centrale piazza Martiri di Belfiore. I lamenti dei prigionieri, lasciati senza acqua e cibo da giorni,
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11 Sep
11 Settembre 1944 l'eccidio di Nola
Il 10 settembre due tedeschi alla guida di una motocicletta tentarono di disarmare i soldati italiani e al loro rifiuto decisero di aprire il fuoco.
I soldati italiani (e forse anche qualche civile) risposero al fuoco e uno dei due tedeschi Image
venne ucciso, mentre l'altro venne catturato (nel conflitto cadde anche il civile Giuseppe De Luca).
I’11 settembre i soldati italiani decisero di inviare una delegazione presso le truppe germaniche di stanza a Nola. Nonostante i militari italiani fossero disarmati e
sventolassero il vessillo bianco i tedeschi aprirono il fuoco contro di loro. Uno dei militi italiani, Aldo Carelli, rimase ucciso. Il giorno dopo la divisione corazzata Goering giunse nella piazza antistante la caserma italiana e, nonostante la strenue e coraggiosa resistenza
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