Si tratta dell'ultimo essere umano morto a causa del vaiolo.
Questa è la sua storia, per non dimenticare.
1/n
Il vaiolo è una malattia contagiosa di origine virale che risulta fatale nel 30% dei casi.
Il primo approccio proto-vaccinale per contrastarlo è stata la variolizzazione.
Tale pratica si basava sull'osservazione del fatto che chi guariva dalla malattia, ne era poi immune.
2/n
La pratica (diffusa in Turchia e in Africa) consisteva nel mettere a contatto del materiale infetto preso da un malato con delle scarificazioni cutanee in un individuo sano, provocando così volontariamente il contagio.
Prima ancora una pratica simile era diffusa in Cina.
3/n
La pratica era, come si può immaginare, molto rischiosa ma la mortalità era sensibilmente minore di quella della malattia standard: 1-2% (contro il 30% come visto prima).
Il motivo di questa differenza di mortalità non è certo.
4/n
Forse era dovuta al fatto che la pratica veniva eseguita su persone in salute o, forse ancora, perché si entrava in contatto con una carica virale più ridotta di quanto avveniva con le infezioni naturali.
Questa pratica è stata in uso sino all'arrivo del vero vaccino.
5/n
Nel 1796 Edward Jenner sviluppò il vaccino contro il vaiolo e primo vaccino inventato al mondo.
Jenner intuì che gli esseri umani (spesso le mungitrici) che contraevano il vaiolo bovino, si ritrovavano poi immuni al vaiolo umano.
6/n
Jenner prelevò materiale dalla pustola di una donna malata di vaiolo bovino e lo inoculò in un bambino di 8 anni.
Il bambino si ammalò di vaiolo bovino ed in poche settimane guarì.
Successivamente Jenner gli iniettò vaiolo umano ed il bambino non mostrò sintomi.
7/n
Mentre, probabilmente, inorridirete all'idea di una pratica simile, tanto più su un bambino, ricordate che si tratta di oltre 200 anni fa e ci si riferisce ad una malattia che uccideva nel XVIII secolo circa 400mila europei all'anno (popolazione 120-180milioni).
8/n
Dal 1800, con notevole impegno a livello mondiale e significativi investimenti, si è proceduto con campagne vaccinali mondiali.
Questo straordinario impegno ha permesso di certificare l'eradicazione del vaiolo nel 1980 (ultimo caso registrato di infezione naturale 1977).
9/n
Ma torniamo alla protagonista della nostra storia.
Janet Parker era una fotografa in ambito medico e lavorava all'università di Birmingham, vicino al dipartimento del professor Henry Bedson, il quale stava conducendo studi sul virus del vaiolo.
Janer non si era vaccinata.
10/n
La struttura era inadeguata alla manipolazione di un virus simile e Janet si contagiò (inizialmente si pensò tramite condotti di aerazione ma successivamente questa ipotesi è stata rivista e le cause sono ad oggi ignote).
Il 20 agosto 1978 le venne diagnosticato il vaiolo.
11/n
Famigliari e persone con cui era entrata in contatto vennero messe in quarantena per evitare la diffusione del contagio.
Janet morì il giorno 11 settembre 1978.
Prima di lei, altre due persone morirono in relazione a questo tragico evento.
12/n
Il padre di Janet anch'egli in quarantena, morì di presunto attacco cardiaco mentre stava visitando la figlia in ospedale.
Non fu fatta autopsia per il rischio derivante di infezione da vaiolo.
13/n
Henry Bedson, responsabile del dipartimento di microbiologia in cui veniva maneggiato il virus del vaiolo che contagiò Janet, si suicidò tagliandosi la gola.
In un biglietto attrbuì il gesto all'aver tradito la fiducia di colleghi e amici
Ho sentito qualcuno dire che le zone colpite pesantemente dalla prima ondata sono state colpite solo lievemente nella seconda (quasi come a sottintendere che l'immunità di gregge sia fattibile).
Se analizzo queste città, mi chiedo se viviamo in due mondi paralleli.
La risposta breve è che, al momento, un risposta certa non la abbiamo.
Fatta questa doverosa premessa, alcuni ragionamenti si possono fare e, quindi, li facciamo.
Un thread.
1/n
Partiamo da una considerazione: questo nuovo coronavirus, SARS-CoV-2, esiste da troppo poco tempo per permetterci di sapere quanto dura (e di che tipo è) l'immunità naturale ottenuta a seguito di infezione.
Alcune osservazioni fatte su altri coronavirus indicano 1-2 anni.
2/n
Alcuni studi specifici su SARS-CoV-2, stimano durate inferiori, intorno a 6-12 mesi.