Thread by @LettereTJ

🇺🇸🎙️Sangue, guerra, salvezza, espiazione, redenzione, ricostruzione. La terza puntata della rubrica di @lelemonaco90 sui discorsi inaugurali ci porta al 4 Marzo 1865, quando Lincoln pronuncia il suo più bel discorso, il suo secondo dal portico orientale del Congresso

È una data, con un discorso, che vanno a definire un’epoca. La Guerra Civile non era ufficialmente finita, ma cosa fare col Sud, gli ex-schiavi, gli sconfitti, la parte radicale del partito, i moderati, gli stati schiavisti rimasti nell’unione, era tutto in discussione

Solo ricordando il contesto si può carpire l’enorme sfida di Lincoln. La ricostruzione che aveva in mente si basava su flessibilità e pragmatismo, qualità che il suo successore non aveva, e il discorso doveva legittimare queste non come moralmente neutrali, ma giuste e pie

L’unico modo era ricordare che sradicare la schiavitù fosse un mandato divino, che una lunga guerra era una punizione per un peccato commesso dalla nazione intera, e che il perdono evangelico poteva avvenire solo dopo un mosaico castigo

Lincoln alla fine del discorso, raggiungendo toni da predicatore a parole da giaculatoria, chiede sì charity for all, ma sapendo che l’”American slavery” (non southern) aveva un costo da pagare che non sarebbe finito di lì a poco ad Appomatox

Non tutti capirono le parole. Il vice Johnson era ubriaco. Walt Whitman sul @nytimes scrisse più della cerimonia che del discorso, il NYHerald lamentò la mancanza di termini di pace. C’erano però due, presenti, che capirono perfettamente: Frederick Douglass e John Wilkes Booth

Douglass gli disse poco dopo "Mr. Lincoln, that was a sacred effort.". Lui non vedeva relativismo morale o pragmatismo, ma un dichiarato sforzo di tenere viva la causa anche dopo la vittoria. Uno sforzo interrotto due mesi dopo da Booth al Ford’s Theatre

La sua morte non fu solo un colpo alla ricostruzione che immaginava ma anche alla letteratura presidenziale. Lincoln era cresciuto durante la guerra come pensatore e scrittore, e il discorso ne rappresentava la raggiunta creatività e padronanza dell’immaginario politico americano

Era il culmine di un percorso oratorio che passa per il Proclama di Emancipazione e per il breve e magnifico Gettysburg Address, con i quali questo discorso condivide la ricerca di un fine più alto, divino e costituzionale allo stesso tempo, dietro lo sforzo bellico

Un discorso che purtroppo non raggiunse Johnson, che, ubriaco, aveva dato spettacolo quel giorno in Senato. L’incontro che Douglass ebbe successivamente con lui confermò la cosa. Finì in urla e insulti, riguardo l’allargamento del diritto di voto agli afroamericani di D.C.

Guardando a come il suo successore osteggiò il processo di ricostruzione portato avanti dal Partito Repubblicano, non si può non vedere nel secondo discorso inaugurale un monumento perenne a ciò che gli Stati Uniti persero con la morte di Abraham Lincoln

👉Il discorso: bit.ly/2WlR8bG
👉Un libro su Lincoln e l’America che cercò di creare, di Tiziano Bonazzi: bit.ly/2KvWPRs
👉Sul discorso in sé e la sua eredità il commento di Garry Willis bit.ly/3gQlk8h, e il libro di Edward Achorn amzn.to/2Wnljz4

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