Thread by @stellangelica

no, lavorare da casa in pigiama non vi farà diventare pazzi, ma leggere certe baggianate forse sì:
@skytg24, @tempoweb, @lastampa, @huffpostitalia (e compagnia cantante), perché diffondete #fakenews sullo #smartworking?
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@SkyTG24 @tempoweb @LaStampa @HuffPostItalia Stiamo parlando di questo: tinyurl.com/y8d2fj8n
ma lo trovate anche qui, quasi identico: tinyurl.com/y8jna5wn
probabilmente tutti hanno copiato dalla stessa fonte
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@SkyTG24 @tempoweb @LaStampa @HuffPostItalia infatti in quasi tutti gli articoli si legge : "coloro che lavoravano da casa in pigiama hanno rivelato [...] peggiori condizioni di salute mentale rispetto a chi, avendo figli piccoli, era indotto a vestirsi più normalmente."
Frase priva di senso che nello studio NON C'E'. 3/n

@SkyTG24 @tempoweb @LaStampa @HuffPostItalia Ma non è l'unica stranezza: gli autori della ricerca sono molto onesti nel segnalare i suoi limiti, su cui invece gli articoli glissano. E in molti punti sostengono addirittura IL CONTRARIO di quello che dice il paper.
Vediamo in dettaglio:
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Come già molti hanno fatto notare, la base statistica dello studio è data da 163 impiegati, ricercatori e studenti dell'università che hanno risposto volontariamente a un sondaggio. Quindi un campione ridotto e abbastanza omogeneo.
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Inoltre non parliamo di persone che praticano normalmente smartworking, ma di chi ha lavorato da casa durante il lockdown. Le interviste sono state realizzate tra il 30 marzo e il 18 aprile scorso.
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Il famigerato "pigiama" viene fuori quando gli intervistati hanno risposto alla domanda "cosa indossavi durante il lavoro?". Erano possibili risposte multiple, quindi rispondere "il pigiama" non significa "ESCLUSIVAMENTE il pigiama"
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E chi ha valutato il grado di salute mentale degli intervistati? GLI INTERVISTATI STESSI. Non psicologi, non psichiatri, non psicoterapeuti, non esperti, insomma. Era richiesta un'autovalutazione. Anche questa è un'obiezione che in molti hanno subito sollevato
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Nelle loro conclusioni, gli autori del paper attribuiscono il presunto peggioramento della salute mentale "a una maggiore pressione auto-imposta per mantenere la produttività". NON AL PIGIAMA. Il pigiama non c'entra niente (spoiler: nemmeno lo smartworking)

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"Sì, ma gli intervistati che hanno detto di avere una salute mentale peggiore hanno anche detto di indossare il pigiama". Vero. Ma gli stessi autori del paper precisano che non possono stabilire se l'indossare il pigiama sia una causa o UNA CONSEGUENZA dello stato mentale
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In altre parole, può darsi che qualcuno, sentendosi depresso, non abbia voglia di vestirsi e rimanga in pigiama. O può darsi che, rimanendo in pigiama, qualcuno si deprima. Ancora non si sa. Uno degli scopi di questo studio era APPUNTO quello di studiare il problema...
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...che finora è stato analizzato soprattutto in relazione alle persone ospedalizzate per lungo tempo, e che quindi passano parecchio tempo in pigiama; si pensa che dar loro vestiti "normali" possa ridurre i sintomi depressivi.

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E qui viene il bello: cosa hanno in comune le persone in ospedale e le persone intervistate per lo studio?
Il fatto di essere chiuse in un posto senza poter uscire. Qui lo smartworking non c'entra niente, signore e signori della corte: qui c'entra IL LOCKDOWN.
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Tant'è vero che lo studio sottolinea come i ricercatori più inesperti abbiano avuto problemi a lavorare da casa, lontani dai laboratori, senza poter condurre esperimenti, per causa del lockdown.

I nostri giornali traducono: "i giovani sono in difficoltà".
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In compenso, si cita solo di passaggio l'aumento di produttività rilevato da chi lavora in pigiama; si glissa sul fatto, che il paper invece sottolinea, che il problema più grande durante le videoconferenze di lavoro è stato la perdita di connessione (non il pigiama); 15/n

si tace sull'altra conclusione che per agevolare le lavoratrici occorre redistribuire il lavoro di cura; si ignora la necessità, che il paper evidenzia, di aiutare economicamente gli studenti...
Insomma, l'unica cosa che il paper NON dice, è che lo smartworking fa male
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Non so voi, ma io vedo la mia salute mentale a rischio per le scempiaggini che devo leggere sui giornali, e che davvero mi fanno venire voglia di chiudermi in casa in pigiama.
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