È il titolo di un celebre e bellissimo libro di Albert Hirschman, qui link: mulino.it/isbn/978881524….
Il libro descrive le dinamiche tra impegno individuale e impegno collettivo alla stregua del moto di un pendolo. 1/n
Per esempio, chi, concentrato sul suo benessere privato, acquista ogni genere di beni, una volta ottenuto ciò che desiderava, scopre di non aver raggiunto la felicità attesa. La delusione lo spingerà a impegnarsi in qualche azione di interesse pubblico. 2/n
Ma anche la vita pubblica riserva una quantità di frustrazioni: egli ritornerà così al suo mondo privato. Un aspetto dell’impegno pubblico è la sua natura collettiva e fortemente dipendente dal processo: si tratta di azioni che contengono in sé la propria ricompensa. 3/n
Azioni dotate di valore intrinseco e di una razionalità di processo, dove il segmento dei costi (mezzi) si sovrappone a quello degli esiti (fini). È la razionalità del pellegrino (ma anche dello scialpinista): il tragitto è parte integrante della soddisfazione. 4/n
Chi non partecipa e non "paga i costi”, non è riconosciuto dagli altri come pari e, quindi, sarà escluso dei benefici che il gruppo riserverà solo a chi ha “fatto il percorso assieme”. Lo scialpinista che raggiunge la cima in elicottero, si mangia il panino da solo. 5/n
L’azione collettiva e l’impegno pubblico dove i costi si sovrappongono ai benefici sono una fonte di felicità che si dovrebbe riscoprire. Purtroppo i partiti politici offrono ben poco a riguardo, ridotti a conventicole di correnti in lotta per il controllo delle risorse. 6/n
Ci sono però altre possibilità di azione civico-politica: “coalizioni fusionali” dove saperi e poteri si alleano all’insegna di una o più idee guida, con azioni realizzabili. Ve ne segnalo un paio, di cui faccio parte e che hanno molto contribuito alla mia felicità pubblica: 7/n
1) Il Forum Diseguaglianze e Diversità (@DD_Forum), forumdisuguaglianzediversita.org che tramite la collaborazione tra il mondo della ricerca e quello della cittadinanza attiva intende disegnare proposte generali per l’azione collettiva e pubblica tese a ridurre le disuguaglianze. 8/n
2) L’Associazione Riabitare l’Italia (@LRiabitare), riabitarelitalia.net/RIABITARE_LITA…, un gruppo di esperti, professori, operatori, cittadini, organizzazioni, Imprese, cooperative che hanno deciso di portare avanti un progetto culturale legato al policentrismo territoriale italiano. 9/n
Ricordatevi che l’impegno collettivo è fonte di felicità. Impegnatevi, con altri/e, per un’idea di futuro.
10/10
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Da dove vengono i nostri scopi? I nostri obiettivi e fini? Nel libro Il Velo della diversità (qui: lafeltrinelli.it/libri/alessand…), Alessandro Pizzorno distingue tra teorie intenzionaliste e teorie della recezione. 1/n
Nella prospettiva intenzionalista la razionalità è un predicato dell’attore sociale; mentre in quella della recezione riguarda la manifestazione comunicativa delle ragioni dell’azione di fronte ad una cerchia di riconoscimento che che assegna valore agli esiti dell’azione. 2/n
Il valore delle nostre azioni dipende da “altri” che giudicano come “degno di valore” ciò che facciamo. Il problema del riconoscimento può essere collegato, secondo Pizzorno, a due lacune del paradigma intenzionalista e in particolare della teoria dell’azione razionale. 3/n