Intenzionalità e recezione

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Da dove vengono i nostri scopi? I nostri obiettivi e fini? Nel libro Il Velo della diversità (qui: lafeltrinelli.it/libri/alessand…), Alessandro Pizzorno distingue tra teorie intenzionaliste e teorie della recezione. 1/n
Nella prospettiva intenzionalista la razionalità è un predicato dell’attore sociale; mentre in quella della recezione riguarda la manifestazione comunicativa delle ragioni dell’azione di fronte ad una cerchia di riconoscimento che che assegna valore agli esiti dell’azione. 2/n
Il valore delle nostre azioni dipende da “altri” che giudicano come “degno di valore” ciò che facciamo. Il problema del riconoscimento può essere collegato, secondo Pizzorno, a due lacune del paradigma intenzionalista e in particolare della teoria dell’azione razionale. 3/n
La prima lacuna è l’assenza della dimensione temporale: l’azione ha una durata e l’attore è così soggetto ad un’incertezza di valore. Al tempo T + 1 la cerchia di riconoscimento può assegnare valore a preferenze diverse da quelle che hanno motivato la scelta al tempo T. 4/n
In realtà questa dimensione verticale dipende da una più profonda dimensione orizzontale: l’azione non si conclude con la soddisfazione del desiderio dell’agente, ma dipende dal significato che altri (le cerchie di riconoscimento) attribuiscono agli esiti dell’azione. 5/n
Per questa ragione la possibilità stessa dell’azione dipende da condizioni sociali (stabilità delle cerchie, poste alla base della persistenza dei fini individuali. Di fronte all’incertezza di valore, il soggetto dell’azione si trova come di fronte ad uno tsunami simbolico. 6/n
I cambiamenti delle cerchie e la costante minaccia di significato intersoggettivo attribuito al corso d’azione e ai suoi esiti, sono dei veri e propri shock esogeni: esterni all’azione, improvvisi e non controllabili dall’attore. Come uno tsunami, appunto. 7/n
MA: Al riconoscimento si attribuiscono così solo sempre funzioni stabilizzanti e positive. Esistono problemi generati da un deficit di riconoscimento, ma non c’è spazio per il riconoscimento eccedente. 8/n
Le situazioni di riconoscimento eccedente rimandano a situazioni in cui l’attore deve controllare la cacofonia o l’eccesso di riconoscimento, non la sua assenza. Un eccesso di riconoscimento implica strategie di controllo da parte dell’attore. 9/n
Gli attori sono costantemente “bombardati” da pressioni e stimoli contradditori che rischiano, se non dominati, di generare confusione e smarrimento. Riconoscimento eccedente, appunto. 10/n
Il controllo è l’insieme dei tentativi e degli strumenti che aiutano gli attori a controllare l’incertezza, la confusione e la contingenza dai molti a spesso contraddittori stimoli che provengono dalla struttura sociale/cerchie di riconoscimento 11/n.
Selezionare. Scegliere tra le molte possibili, le proprie fonti di riconoscimento. Non si tratta qui della razionalità della rational-choice, ma della razionalità del pragmatismo: competenza nella gestione dell’incertezza, manipolazione, strategie e routine. 12/n
Una strategia di controllo cruciale è il disaccopiamento strutturale, che riguarda i modi in cui gli attori si “isolano” da legami e dipendenze indesiderati: il disaccopiamento rimanda dunque alle virtù dell’assenza e alle azioni poste in essere per crearla. 13/n
Anche se il valore degli scopi che vi guidano non dipende da voi, potete manovrare le fonti sociali del valore, scegliendo in modo selettivo le fonti del riconoscimento. 14/end

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2 Jan
Felicità privata, felicità pubblica

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È il titolo di un celebre e bellissimo libro di Albert Hirschman, qui link: mulino.it/isbn/978881524….

Il libro descrive le dinamiche tra impegno individuale e impegno collettivo alla stregua del moto di un pendolo. 1/n
Per esempio, chi, concentrato sul suo benessere privato, acquista ogni genere di beni, una volta ottenuto ciò che desiderava, scopre di non aver raggiunto la felicità attesa. La delusione lo spingerà a impegnarsi in qualche azione di interesse pubblico. 2/n
Ma anche la vita pubblica riserva una quantità di frustrazioni: egli ritornerà così al suo mondo privato. Un aspetto dell’impegno pubblico è la sua natura collettiva e fortemente dipendente dal processo: si tratta di azioni che contengono in sé la propria ricompensa. 3/n
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