Oggi vi parlo di una leggenda metropolitana del Capodanno: il cucchiaino inserito nella bottiglia dello spumante.
Questa curiosa usanza è riuscita a scomodare alcuni scienziati che si sono chiesti: "Se si inserisce un cucchiaino da caffè nella bottiglia dello spumante,
quest'ultimo coserva davvero l'anidride carbonica?"
La risposta, ovviamente, è no.
Quella del cucchiaino nello spumante è nata come supposizione pseudoscientifica, ma ancora oggi molte persone ci credono.
Sono stati condotti vari esperimenti e ricerche:
Il primo risale al 1994 ma, essendo un esperimento personale, non ha valenza scientifica: il professor Richard Zare, dell'università di Standford, assieme ad Harold McGee e da altri 7 assaggiatori fece un esperimento in cui lasciarono 10 differenti bottiglie aperte per 26 ore,
e in seguito le assaggiarono una ad una, concludendo che l'uso del cucchiaino non migliora né peggiora la qualità del vino.
Nel 1995 in Francia Michel Valade, Isahelle Trihaut-Sohier e Frédéric Panoïotis
(del "Comitato interprofessionale del vino di Champagne" di Épernay, considerata "capitale" dello champagne) riuscirono a sfatare questa leggenda.
L'esperimento consistette nel prendere diverse bottiglie di Champagne provenienti dalla sfessa vinificazione (stesso tino).
Le svuotarono in maniera differente: alcune rimasero piene, altre vennero svuotate di 1/3 e altre ancora di 2/3.
Alcune di queste bottiglie vennero chiuse con cucchiaini in acciaio inox o argento, altre con un tappo ermetico, altre con un tappo a corona e altre ancora vennero
lasciate completamente aperte.
Le posero in un ambiente a temperatura controllata e controllarono la quantità di gas residuo per 72 ore a intervalli di 8 ore.
Dopo due giorni, si è potuto osservare come tutte le bottiglie aperte (con cucchiaino o senza) hanno avuto un maggiore
decremento di pressione rispetto a quelle chiuse con un tappo. Dunque l'inserimento di un cucchiaino in una bottiglia comporta la stessa perdita di massa se comparata con una bottiglia lasciata totalmente aperta.
I risultati vennero pubblicati sulla rivista scientifica "Le Vigneron Champenois".
Fine.
Chiedo scusa a tutti i nonni e le nonne.
Seguimi per altri tweet che distruggeranno falsi miti sui quali hai basato la tua vita.
Ti offro i pop corn in omaggio.
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“La filosofia è nata in Grecia”, ma vi hanno mai detto perché è nata proprio in Grecia e non da un’altra parte? Io scommetto i miei ricci che non tutti lo sanno. E siccome “non cielo dikono!”, oggi ve lo provo a spiegare io.
Chiedo scusa già da ora ai professori che leggeranno.
Una premessa prima di iniziare: i filosofi possono risultare noiosi per il loro modo di parlare. Ma tanto noiosi. Ecco, io preferisco risultare "non formale" anziché noiosa, quindi provo a spiegarvela a
modo mio. (Non mi faranno mai scrivere un libro, sigh).
Partiamo col dire “Che cos’è la filosofia”. Nulla di eclatante. Filosofia letteralmente significa “Amore per la
sapienza”, ma siccome così sembrava troppo presuntuoso (e già siamo abbastanza presi per il culo)
l’abbiamo soprannominata “Porsi delle domande”. Facile, no?
Oggi ti spiego perché nei supermercati "non trovi mai quello che cerchi".
Questo thread vi permetterà di fare acquisti in modo consapevole.
Vi è mai capitato, facendo la spesa, di acquistare prodotti che non erano in lista? O di sostare nel supermercato più del dovuto?
Ciò accade grazie a una strategia di commercializzazione basata sugli stimoli sensoriali, più comunemente definita "Visual Merchandising".
Il Visual Merchandising è una strategia commerciale che riguarda: l'esposizione del prodotto, l'ambientazione, l'illuminazione e la grafica.
Quindi l'atmosfera da creare per rendere i prodotti "appetibili" agli occhi del consumatore.
Ovviamente la strategia ha il fine di colpire i 5 sensi:
Vista: tutto deve essere visibile con uno sguardo. Qui entra in gioco il cosiddetto "Shelf Marketing" (marketing dello scaffale).
Oggi vi spiego perché l'oroscopo "sembra che parli di voi". Per alcuni sarà davvero un duro colpo, mi spiace.
Vi è mai capitato, leggendo l'oroscopo, di dire "Sembra proprio rivolto a me"? Ecco, ciò accade perché è scritto con il linguaggio miltoniano, conosciuto anche come
"Milton Model".
Il "Milton Mode" era uno strumento del linguaggio che Milton utilizzava con i suoi pazienti per indurli a cambiare i loro schemi di comportamento.
Questo modello contiene una serie di locuzioni e schemi di linguaggio che comprendono: generalizzazioni, affermazioni ambigue e linguaggio indiretto.
Tali schemi permettono alla persona di guardare dentro di sé per evocare la propria immaginazione creativa. In pratica
Perché le guardie si sentono in dovere di picchiare anche chi non rappresenta una minaccia? (THREAD).
In questi giorni abbiamo assistito a vari episodi di violenza immotivata da parte delle forze dell'ordine, in particolare alle proteste (pacifiche) contro Salvini.
Persone picchiate la cui unica colpa è stata indossare una maglietta con su scritto "Restiamo Umani". Per esempio.
Bene.
Avete mai sentito parlare dell'esperimento del carcere di Standford? No? Ve lo cito brevemente.
L’esperimento carcerario di Stanford coinvolse 24 studenti, divisi in due gruppi (prigionieri e guardie carcerarie) in modo casuale. Per aumentare il realismo e ottenere una maggiore immersione in questi ruoli, i prigionieri furono arrestati a sorpresa