All’incontro di oggi al MISE Farmindustria conferma che le aziende farmaceutiche italiane sono pronte ad intervenire in alcune fasi della produzione dei vaccini, ma che ci vorranno fra i 4 e i 6 mesi @RobertoBurioni si domanda perché non ci si è pensato prima e chi è responsabile
Preliminarmente una premessa: ad evitare equivoci non si parla di un fantomatico “vaccino italiano” ma di dare supporto alla produzione dei fornitori contrattualizzati 🇪🇺 che oggi sono in difficoltà a rispettare gli impegni assunti
“è stata ribadita la volontà di partecipare al progetto europeo per il rafforzamento della produzione di vaccini”
Si può ipotizzare che sia andata così.
Semplificando, 🇪🇺 ha chiesto, ad esempio ad AstraZeneca, quanto ti serve per organizzare la catena produttiva e l’approvvigionamento delle sostanze necessarie alla fornitura dei primi 300 milioni di dosi nei tempi pattuiti?
AstraZeneca presenta le sue stime e 🇪🇺 paga anticipatamente (nel caso 336 milioni) tra l’altro (al momento del contratto) a rischio che lo sviluppo del vaccino non vada a buon fine.
(qui estratti pertinenti del contratto depecettato, meritoriamente svelato da @reportrai3 )
Semplificando (ancora), la strategia 🇪🇺 è di affidarsi al fornitore per lo sviluppo della catena di produzione (anticipando i costi)
🇬🇧 e 🇺🇸 da quanto si sa entrano più direttamente nella organizzazione della catena produttiva.
Evidentemente adottando la scelta corretta
AstraZeneca che aveva più volte rassicurato sul fatto di essere già pronta a consegnare le dosi pattuite, inopinatamente, in prossimità dell’autorizzazione EMA, avvisa che ci saranno significativi tagli per (improvvisi...) problemi produttivi
Il contratto stabilisce che in quel caso gli Stati membri offrono ... il best reasonable effort (un’altra volta!) per supportare il produttore in difficoltà che lo richieda (individuando aziende sul loro territorio che intervengano in una qualche fase produttiva).
Qui la clausola
Riassumendo perché ci si muove solo adesso?
Da quello che possiamo intuire:
1. il fornitore aveva la diretta responsabilità di organizzare la catena produttiva e per questo aveva ricevuto in anticipo la somma necessaria (determinata dal fornitore stesso);
2. il fornitore incontra difficoltà nella produzione (se inadempiente o meno dipende da tanti fattori, si vedrà, oggi ciò che conta è che i vaccini arrivino) e chiede il supporto degli Stati membri
3. In tutti gli stati, con la regia 🇪🇺, come previsto da contratto, vengono avviate indagini per individuare aziende idonee a intervenire in fasi produttive del vaccino
4. In questo quadro in Italia vengono individuate le aziende disponibili, ma ci vorrà, ahimè, tempo
Chi è responsabile?
Sempre sulla premessa che non sappiamo tutto per poter dare un giudizio certo, verosimilmente:
1. Il fornitore che non è stato in grado di adempiere, pur avendo stimato (e ricevuto in anticipo) quanto necessario a realizzare una struttura produttiva adeguata
ma che soprattutto solo pochi giorni prima dell’autorizzazione EMA improvvisamente scopre di avere dei problemi, ritardando il possibile intervento di supporto degli Stati membri. Peraltro avendo più volte rassicurato sulla prontezza ad adempiere
2. la strategia UE di delegare al fornitore l’organizzazione della catena produttiva non è stata la più efficace.
Per questa volta, e per quanto sappiamo, non ci sono responsabilità italiane
Per finire, viene il sospetto che anche 🇬🇧 possa avere qualche lieve problema (molto minore rispetto a 🇪🇺 anche per l’intervento spregiudicato ma efficace in sede di licenza Oxford - AstraZeneca). Se è vero che avrebbero chiesto 10 milioni di dosi a Serum
Serum è il gigante indiano sublicenziatario di AstraZeneca capace di produrre un miliardo di dosi destinate ai paesi poveri del mondo.
E anche 🇪🇺 oltre che ad ampliare la produzione in casa inizia a pensare di attingere di lì
Siccome leggo alcune inesattezze sui contratti per la fornitura di vaccini in 🇪🇺 e 🇬🇧 (addirittura sulla misura delle forniture contrattualizzate) può essere utile fare un riassunto degli accordi conclusi al momento da 🇬🇧 e 🇪🇺
Prof, un paio di precisazioni.
La struttura delle negoziazioni dell'UE è ben più complessa di quella rappresentata da Le Soir e poi ripresa da vari organi di stampa che individua in @SandraGallina il motore unico delle trattative con le case farmaceutiche 1/
Le negoziazioni sono condotte da un Joint Negotiation Team composto da sette esperti, indicati dagli Stati, che opera sotto la supervisione di uno Steering Committee cui partecipano i rappresentanti di tutti gli Stati membri
“it appears that 🇪🇺 has a 24% discount on the Pfizer vaccine, paying $14.76 per dose relative to $19.50 in the 🇺🇸 . Some of the difference may reflect that the 🇪🇺 subsidized that vaccine’s development and the cost of shipping the European-made shots across the Atlantic”.
a) "Zona bianca", le Regioni, di cui al comma 16-sexies, nei cui territori l'incidenza settimanale di contagi e' inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive e che si collocano in uno scenario di tipo 1, con un livello di rischio basso;
b) "Zona arancione", le Regioni, di cui ai commi 16-quater e 16-quinquies, nei cui territori l'incidenza settimanale dei contagi è superiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti e che si collocano in uno scenario di tipo 2, con livello di rischio almeno moderato,
nonché
quelle che, in presenza di una analoga incidenza settimanale dei contagi, si collocano in uno scenario di tipo 1 con livello di rischio alto;