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THREAD: LA SUPER LEAGUE, UN FALLIMENTO POLITICO?
A causa del malcontento provocato, il progetto calcistico della #SuperLeague è naufragato appena 48 ore dopo il suo annuncio: ma quali sono le ragioni dietro il suo fallimento?

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Perché la minaccia di creare questa Super League fosse credibile erano necessarie 5 condizioni:
1 Grandi club disposti a uscire
2 Appoggio dei tifosi
3 Sostenibilità economica
4 Appoggio del sistema calcio
5 Appoggio (o quantomeno non ostilità) della politica

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Di queste condizioni, però, solo la prima è stata soddisfatta.

Partiamo dai tifosi. Le loro proteste per strada e sui social sono state la rappresentazione di un malcontento diffuso, come mostra questo sondaggio YouGov condotto nel Regno Unito.

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Difficile immaginare che la Super League non sia stata oggetto di sondaggi prima del lancio. Ma la reazione a un fatto compiuto è certamente più intensa della reazione a un progetto ancora ipotetico e non ancora annunciato.

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TV e sponsor: la Super League è stata lanciata senza alcun appoggio esplicito da parte di broadcaster e media in generale.
Un segno di debolezza se si considera che, secondo il @FinancialTimes, i 12 club contavano di raccogliere 4 miliardi di € annui di diritti televisivi.

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Le TV hanno almeno due buone ragioni per essere scettiche sul progetto Super League:
1 C’è il rischio che sia boicottato dai tifosi
2 Investire sulla Super League significa rendere meno appetibile la Champions, torneo su cui molti dei maggiori network hanno investito

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In alcuni casi i network riprendono il frame imposto da UEFA e tifosi, «calcio delle persone vs calcio delle elite».
Siamo di fronte a una comunicazione politico/sociale da parte dei brand, molto comune nei contesti anglo-americani, meno in quelli dell’Europa continentale.

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Un ulteriore punto di debolezza della proposta della Super League era la carenza di sponsor, al di là di JP Morgan come partner per il finanziamento, al momento del lancio.

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Ancora più sorprendente è che gli organizzatori non abbiano organizzato una risposta da parte di altri rappresentanti del mondo del calcio, come calciatori e allenatori in attività o ex calciatori, il cui parere può influenzare i tifosi.

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Anzi, il fatto che praticamente tutti i calciatori ed ex calciatori coinvolti si siano espressi contro la Super League ha rafforzato la percezione di una vicinanza di intenti tra tifosi e calciatori, contrapposti alle dirigenze dei club.

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Un altro attore di cui i club della Super League non potevano sottovalutare la reazione è la politica, in grado di bloccare sul nascere il progetto di questo nuovo campionato.

Evidentemente, i fondatori della Super League non immaginavano una reazione così forte.

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Ma nessuno si è speso in maniera così forte e decisiva come Boris Johnson, che, sostenuto anche dai partiti dell’opposizione, ha minacciato il ricorso a una «bomba legislativa» per bloccare i sei club inglesi coinvolti nella Super League.

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Non sorprende che mentre Draghi, Sanchez e Macron sono intervenuti con comunicati molto istituzionali, Johnson si è calato molto di più nel frame dominante 'calcio del popolo vs calcio delle élite', come negli esempi in foto.

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Insomma, non garantirsi l’appoggio di parte dei politici in grado di influenzare il successo di un’operazione così ambiziosa è stato uno degli errori fatali. Anzi, possiamo dire che è proprio mancata una indispensabile conoscenza del contesto politico.

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Infine, ecco le parole più usate su Facebook dai politici (in blu) e dai media (in rosso) per parlare della Super League

[post selezionati utilizzando la chiave di ricerca «Superlega»]

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Di tutto questo parleremo stasera, in diretta alle 20.00 su instagram.com/you_trend, con @PIERPARDO, @lorepregliasco e @giodiamanti

Nel frattempo, se volete approfondire il caso, leggete l'articolo a cura di @FCianfanelli
e @maurrrz_

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