Vi racconto una cosa divertente che, a differenza del libro famoso, avrei fatto altre mille volte. Solo che allora non lo sapevo. La mia prima, involontaria polemica politica, di cui è stato causa un #2giugno d’inizio anni 2000.
Credo il #2giugno di vent’anni fa esatti, ma online non trovo riferimenti, e gli articoli del giornale locale di allora sono chiusi in qualche scatolone del trasloco.
Fatto sta che a Vigevano, il paese in cui sono cresciuto, esisteva (e credo esista ancora) un’istituzione che, ne converrete, rappresenta un modello di democrazia da imitare: il Sindaco dei ragazzi e delle ragazze.
Un preadolescente viene votato dai più o meno coetanei di tutte le elementari e medie vigevanesi, e per due anni va in giro a tagliare il nastro nelle occasioni che capitano, dicendo qualche parola dopo il sindaco vero.
Ora, ditelo col senno del poi: potevo io non farmi tentare da un’idiozia tanto solenne? Così, undicenne, mi candidai. E dopo mesi di estenuante campagna elettorale, nel dicembre del 2000, trionfai alle elezioni.
Conquistata la fascia tricolore, mi accinsi dunque a celebrare il #2giugno al Castello sforzesco di Vigevano, al fianco del mio collega maior: il quale, sia detto per inciso, era a capo d’una giunta di destra.
Se la memoria non m’inganna, dicevo, era il #2giugno 2001: quindi il primo 2 giugno da quando festa e celebrazioni erano state ripristinate per volere di Ciampi.
Immaginatemi perciò dodicenne (era trascorso il primo compleanno successivo alla mia elezione). Sono certo che vorrete mettermi in bocca un’orazione incendiaria: piena della cultura politica e della conoscenza delle cose mondane che indubitabilmente avevo, a quell’età.
Non ricordo cosa dissi. Ma le mie parole saranno state urticanti, per sempre impresse nella memoria degli astanti. Qualcosa come: “la repubblica è bella; è meglio della monarchia.”
C’era allora un assessore. Egli è scrittore prolifico: la prefazione d’un suo libro è vergata dalla nobile penna di Gianfranco De Turris. E polemista, vieppiù: chi non ha letto le sue adirate dichiarazioni contro l’Accademia di Svezia, rea di aver assegnato il nobel a Fo e Dylan?
Ma nel giugno 2001, tutto questo io non lo sapevo. Avevo una vaga idea di cosa fosse il premio nobel, e ignoravo l’esistenza a questo mondo, beata gioventù, di Gianfranco De Turris.
Non gradì le mie parole, questo assessore amico di De Turris. E scrisse al giornale locale. Scrisse che denigravo la monarchia. Che ignoravo quanto fosse bella la vita negli stati monarchici.
M’intervistò, allora, il giornale locale. Io dissi che il #2giugno si doveva celebrare la repubblica: perciò avevo pensato che era giusto parlare bene della repubblica. Il surreale botta e risposta tra l’assessore e il bambino finì anche sull’edizione milanese del Corriere.
Poco dopo, l’assessore con il mentore evoliano si dimise, o fu dimesso. In giunta volavano gli stracci già da tempo: tuttavia, mi piace pensare di essere stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Con l’ingenuità d’allora e quel poco di coscienza guadagnata nel frattempo. Nonostante le parate e l’esercito e le celebrazioni sempre uguali e i discorsi patriottardi. Contro tutto questo: w la repubblica, abbasso la monarchia!
PS: secondo me, @sfnsnt sa chi è lo scrittore e politico locale di cui parlo nel thread...
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