#PiccoliGhiacciaiAlpini
Ghiacciaio del Travignolo

#1 I ghiacciai sono uno dei simboli per eccellenza del cambiamento climatico. Sono sue vittime illustri e sempre più spesso ne sentiamo parlare a causa del loro progressivo ritiro o addirittura per via della loro scomparsa. Image
#2 I ghiacciai ci hanno permesso di conoscere il clima del nostro pianeta, offrendoci attraverso i carotaggi di ghiaccio una finestra sul funzionamento del sistema climatico. In ultimo il loro ritiro sarà causa di uno degli impatti per noi più importanti: l'innalzamento dei mari.
#3 Vittime, strumento di conoscenza e fonte di impatto. Questa è la triade che rende i ghiacciai uno dei simboli più completi quando si parla di cambiamento climatico.
I ghiacciai più piccoli mi stanno particolarmente a cuore.
#4 Sarà perché sono proprio essi i più fragili e presto la maggior parte soccomberà. Sarà che i minuscoli ghiacciai disseminati ovunque sulle Alpi trovano dimora in luoghi appartati e selvaggi. Sono questi gli angoli che preferisco e il cui silenzio trovo così ricco.
#5 Purtroppo la battaglia con il cambiamento climatico ha lasciato tracce evidenti sui ghiacciai minori, specie quelli che si trovano a quote non elevate, al di sotto dei 3000 metri. Dopo oltre un secolo di battaglia molti sono scomparsi.
#6 Tanti altri piccoli ghiacciai sono invece ridotti a placche di ghiaccio sporco, mezze sepolte dai detriti rovesciati dalle morene instabili che essi stessi deposero al culmine della piccola età glaciale, ormai oltre 150 anni fa.
#7 Non è però solo il ghiaccio che scompare in quei valloni, bensì anche le storie e le memorie di chi scoprì, esplorò e percorse quei minuscoli ghiacciai. Quando un ghiacciaio scompare perdiamo anche un pezzetto di cultura.
#8 Quello mostrato è il ghiacciaio del Travignolo, il primo dei sette ghiacciai che un tempo trovavano dimora nel gruppo dolomitico che preferisco: le Pale di San Martino.
#9 Fu risalendo i suoi crepacci che i pionieri riuscirono a conquistare le due cime principali del gruppo: il Cimòn nel 1870 (FF Tuckett ed ER Whitwell, accompagnati dalle guide Santo Siorpaes e Christian Lauener) e la Vezzana nel 1878 (DW. Freshfield e CC Tucker, senza guida).
#10 Dopo decenni di tentativi gli inglesi capirono che il modo più semplice per innalzarsi lungo gli appicchi incredibili di quelle vette era proprio risalire il ghiacciaio, portandosi più in alto possibile a suon di scalini scavati a forza con le picche.
#11 Quelle vie alpinistiche furono però presto abbandonate perché ritenute pericolose e scomode. Altre ne furono tracciate lungo versanti meno repulsivi. Già all'inizio del '900 il ghiacciaio ripiombò nel silenzio che lo aveva sempre accompagnato.
#12 Il ghiacciaio del Travignolo era il secondo ghiacciaio delle Pale, superato soltanto da quello della Fradusta che è però quasi scomparso ormai. Oggi è proprio il Travignolo il ghiacciaio principale del gruppo ed è anche l'unico che propriamente può dirsi tale.
#13 Esso è infatti ancora in grado di preservare una minima quantità di neve invernale fino alla fine dell'estate, permettendo un'infima produzione di ghiaccio e un flusso verso il basso che ancora oggi apre crepacci nella coltre gelata degni di questo nome.
#14 Tutti gli altri ghiacciai delle Pale sono invece fossili climatici che non producono ghiaccio da tempo. Se esistono ancora è solo per inerzia e anno dopo anno sono sempre più minuscoli e sottili e presto scompariranno completamente.
#15 Questo ghiacciaio alimenta le sorgenti dell'omonimo rivo che nasce ai suoi piedi in Val Venegia non appena le acque di fusione incontrano le rocce impermeabili degli strati di Werfen, forzando le acque trattenute dal carsismo della dolomia a emergere in superficie.
#16 Il vallone del ghiacciaio sembra un tempio in rovina, le morene testimoniano il dinamismo di questo apparato, ma ogni acquazzone estivo contribuisce a smantellarle, riversando i sedimenti verso valle.
#17 I pascoli più alti della Val Venegia sono in parte sepolti sotto alle colate di ciottoli dilavati dall'antico alveo glaciale. Anche se sempre più piccolo il ghiacciaio del Travignolo è ancora in grado di far sentire la sua voce dalla profonda gola che lo custodisce.

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21 Jun
#PiccoliGhiacciaiAlpini
Ep.2 - Ghiacciaio delle Ziroccole

#1 Tra i ghiacciai delle Pale di San Martino forse questo è il mio preferito. Si trova in uno dei luoghi più selvaggi del gruppo: un vallone laterale della Val Grande, nascosto tra alcuni dei 3000 delle Pale. Image
#2 Praticamente impossibile osservare il ghiacciaio da lontano, la sua posizione lo nasconde alla vista. Se vuoi posare gli occhi sul poco ghiaccio che ancora oggi sopravvive lassù c'è solo un modo: gambe in spalla e camminare.
#3 Qualunque sentiero si decida di percorrere per arrivare al ghiacciaio delle Ziroccole, ci vogliono 3-4 ore di cammino e oltre mille metri di dislivello. Sedersi sulle rocce del Col della Burella e ammirare il cuore di questo settore delle Pale ripaga però di tutti gli sforzi.
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