#GraficaVeneta Un paio di pensieri a freddo sulla questione del giorno, o su quella che dovrebbe essere la vicenda della settimana, almeno per chi lavora a vario titolo nell'editoria (thread) 🔽
1/ Breve recap. Il 21 luglio è stata smantellata una rete di caporalato che coinvolgerebbe anche Grafica Veneta, azienda di Trebaseleghe (Padova) leader europea nella stampa di libri. Tra gli 11 indagati ci sono l'AD e il responsabile security dell'azienda.
2/ I dettagli dell'indagine sono inquietanti, per usare un eufemismo. Uno scenario a metà fra l'Alabama del 1860 e un racconto di Dickens, e molto più violento dei reportage che purtroppo siamo abituati a leggere su ciò che accade oggi, anche in Italia, fra campi e fabbriche.
3/ I lavoratori dell'impresa terzista, pachistani come i loro caporali, erano costretti a turni di 12 ore senza pause, ferie né alcuna tutela. Ogni mese dovevano versare ai loro aguzzini 150 € per dormire anche in 20 in appartamenti dove venivano prelevati alle 5 di mattina.
4/ Gran parte dello stipendio versato loro, inoltre, insieme alle tredicesime, veniva recuperata dagli stessi titolari con prelievi effettuati agli sportelli bancomat usando le carte bancarie dei lavoratori.
5/ Quando i dipendenti hanno provato a ribellarsi affidandosi a un sindacato, i titolari della ditta terzista avrebbero organizzato una spedizione punitiva e i lavoratori sono stati picchiati, legati e derubati di soldi e cellulari.
6/ Secondo la procura di Padova, le aziende che si servivano di questa manodopera (tra le quali Grafica Veneta, dove i pakistani confezionavano pacchi e applicavano bollini e fascette ai libri) «si avvalevano di questi servizi con consapevolezza e palese corresponsabilità».
7/ qui trovate un riassunto più completo della vicenda: ilpost.it/2021/07/27/gra…).
8/ Grafica Veneta e il suo management si dichiarano estranei a ogni accusa (qui sotto il comunicato integrale). Ma, presunzione d'innocenza a parte, in questa storia restano ancora almeno un paio di nodi da sciogliere.
9/ Il primo ha a che fare con questo titolo, che circola da alcuni giorni in Rete (ed è autentico). Mi piacerebbe, ma forse mi illudo, che sbatterci la faccia contro ci costringa a un cambio di visione.
10/ La retorica confindustriale sui giovani - italiani e stranieri - che non vogliono lavorare si scontra ogni giorno con la realtà delle cronache, che ci raccontano come lo sfruttamento rimanga la norma in molti, troppi ambiti.
11/ Compreso quello che sta ai margini, e non solo, della filiera culturale. E qui veniamo a quello che secondo me è il punto più rilevante della storia. Almeno per chi, come dicevo, in questa filiera ci opera.
12/ Grafica Veneta stampa una quota enorme dei libri che scriviamo, pubblichiamo, leggiamo ogni giorno. Da Harry Potter a Barack Obama, dai grandi editori ai piccolissimi, dai big agli scrittori meno conosciuti. Me compreso.
13/ Il mio ultimo romanzo, #Perdenti, è stato stampato a Trebaseleghe, come migliaia di altri. L'ho scoperto solo ora - e lo stesso vale, da quel che leggo in queste ore, per molti altri colleghi - perché per anni ho guardato altrove. Forse colpevolmente.
14/ Cerco i pomodori di Libera, controllo che il mio tonno sia stato pescato con reti a maglie che non intrappolino i pesciolini, lascio sempre la mancia ai rider. E so che anche nel mondo dell'editoria sfruttamento, precariato, esternalizzazioni malate, sono spesso la regola.
15/ Ma, lo ammetto, ignoravo comunque cosa succeda in molti dei passaggi che seguono il mio FILE SENT. Soprattutto ignoravo che il Far West, specie avvicinandosi ai suoi margini, avesse dimensioni e caratteristiche così preoccupanti.
16/ Qualche tempo fa il caso Città del libro (fanpage.it/milano/dipende…) mi ha aperto gli occhi una prima volta. Ora dall'indagine che coinvolge Grafica Veneta arrivano nuove consapevolezze.
17/ È colpa di noi scrittori? Sicuramente no. Degli editori? Forse nemmeno. Ma in quanto parti più visibili del processo, credo che abbiamo un dovere ben preciso, soprattutto nei confronti dei lettori, che questa dinamica subiscono senza conoscerla.
18/ Ovvero parlarne di più, diffondendo comportamenti consapevoli e buone pratiche. In soldoni, per quanto mi riguarda, sarà mia cura, da oggi in poi, verificare che i miei futuri libri non vengano trattati da chi ha subito condanne per reati come quelli di cui si parla oggi.
19/ Non credo sarà facile, ma come ha scritto Stefano Piedimonte, «se i diritti dei lavoratori sono sacri, quelli dei lavoratori in condizioni di svantaggio lo sono ancora di più». Il secondo impegno è parlare più spesso, anche durante le presentazioni, di casi come questo.
20/ Il terzo, per quel che vale, è un piccolo versamento al SI Cobas, il sindacato che ha seguito più da vicino queste due vicende. Alcune delle loro battaglie non le condivido, ma questa sì. E comunque qui la politica c'entra poco. Anzi, uno dei guai è proprio la sua assenza.
21/ Sarebbe bello che altri scrittori, ognuno con i suoi modi, le sue convinzioni, le sue possibilità e il suo pubblico, possibilmente più ampio del mio, facessero qualcosa di simile. / Fine del thread e scusate la lunghezza.

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