Monitoraggio @GIMBE 28 luglio-3 agosto in 6 tweet e 7 grafici
1.Continua la salita dei nuovi casi ma a ritmo meno sostenuto della settimana precedente. Il rapporto casi positivi/persone testate, passato da 1,8% a 9,1% in 4 settimane, ha segnato una crescita più contenuta (10,7%).
2. Salgono i ricoveri in area medica (+36,3% rispetto alla settimana precedente) e in terapia intensiva (+36,5%). I numeri assoluti rimangono bassi, come anche le percentuali di occupazione dei posti letto da parte dei pazienti #COVID19, ma con molte differenze regionali.
3. I decessi sono stabili: 120 negli ultimi 7 giorni (di cui 12 relativi a periodi pregressi), con una media di 17 al giorno rispetto ai 16 della settimana precedente.
4. Dopo oltre un mese di decremento, nelle ultime due settimane torna a salire la percentuale di prime dosi sul totale dei #VacciniCovid somministrati: nella settimana 26 luglio-1 agosto sono un po' più di 1 milione, pari al 29,5% del totale.
5. La campagna vaccinale è ormai dipendente dai vaccini #mRNA, le cui consegne però non sono sufficienti a far decollare il numero di somministrazioni giornaliere.
6. A fronte di una #VarianteDelta ormai prevalente, oltre 2,7 milioni di over 60 non hanno ancora completato il ciclo vaccinale: 1,98 milioni (11%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose e 0,77 milioni (4,3%) devono completare il ciclo con la seconda dose.
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Oggi in Italia la malaria non c’è. Era il 17 novembre del 1970 quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità certificava ufficialmente che il nostro paese si era liberato da questa malattia, prima presente in modo stabile.
(2/n)
Un traguardo che arrivò dopo anni di lotte fatte di bonifiche delle zone paludose, piani di eradicazione ma – soprattutto – DDT, l’insetticida che ci consentì di sconfiggere definitivamente questa piaga.
Per le aggressioni al personale sanitario tutti i provvedimenti di cui si sta parlando (daspo, esercito negli ospedali, arresto in flagranza differito) sono tanto rumorosi quanto inutili. C'è bisogno di molto altro, e qui vi spiego perché.
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A Foggia poco più di una decina di giorni fa cinquanta persone si sono scagliate con violenza contro medici e infermieri. Un evento eclatante ma non di certo unico: in pochi giorni sono balzati agli onori delle cronache i casi di Pescara, Caserta e Genova.
(2/14)
E prima ci sono stati quelli di Asti, Torino, e molti altri, alla fine di un’estate che ha visto le aggressioni nei confronti del personale sanitario susseguirsi quasi quotidianamente.
(3/14)
Finalmente un argomento interessante salito agli onori della cronaca, un tema antico migliaia di anni ma nuovo per molti, finalmente un nuovo scandalo di cui noi medici, scienziati e divulgatori del twitter ci siamo dovuti occupare per salvare il mondo dalla pseudoscienza:
(1/n)
signore e signori, è arrivata la coppettazione. Mi permetto, allora, di sfruttare il tema per un discorso un poco più generale. Io non sono superstiziosa ma mi è capitato innumerevoli volte di stare a tavola con persone che si arrabbiavano perché,
(2/n)
alla richiesta di passargli per favore il sale, glielo porgevo direttamente, anziché limitarmi ad avvicinarlo al loro piatto in modo che potessero prenderlo senza afferrare il salino direttamente dalle mie mani. Portava sfortuna, sostenevano.
(3/n)
De gustibus non est disputandum. Sui gusti non si discute, ci mancherebbe. Ma il latte crudo, specialmente per i bambini piccoli, può essere pericolosissimo.
(1/n)
In questi giorni si parla di nuovo della tragica storia del piccolo Mattia Maestri, il bambino che nel giugno del 2017, a soli quattro anni, sviluppò una grave malattia, la sindrome emolitico uremica, dopo avere mangiato un pezzo di formaggio a base di latte crudo.
(2/n)
Tralasciamo la vicenda giudiziaria e vediamo perché per i bambini questo non è un alimento adatto.
Intanto, che cos’è. Avete certamente sentito parlare di pastorizzazione (il latte che comprate nel frigo del supermercato è fresco e “pastorizzato”), un processo messo a punto
(3/n)
Il morbillo, quell'innocua malattia che dovremmo prenderci tutti "per sviluppare anticorpi naturali che valgono più di mille vaccini", per dirla alla Barillari. Peccato, però, che non tutti possano raccontarla. Roald Dahl perse sua figlia e, nel 1988, del morbillo parlò così:
1/
A sette anni, Olivia, la mia figlia maggiore, prese il morbillo. Ricordo che mentre la malattia faceva il suo corso leggevo spesso per lei mentre era a letto, e non ero particolarmente preoccupato. Poi un mattino, quando ormai stava guarendo, ero seduto sul suo letto...
2/
...e le stavo mostrando come fare degli animali con dei nettapipe colorati. Quando ha provato a farne uno lei, mi sono reso conto che le sue dita e la sua mente non si coordinavano e lei non riusciva a fare niente. «Ti senti bene?» le chiesi. «Mi sento assonnata», rispose.
3/
Cosa c’entra un camion con un grafico che illustra le percentuali di sopravvivenza di pazienti affetti da un particolare (e molto aggressivo) tipo di tumore al polmone? C’entra molto, ed è una notizia bellissima!
(1/n)
Intanto, di che malattia parliamo: un particolare tipo di tumore al polmone che insorge nei giovani, anche prima dei 50 anni, di solito non fumatori, ed è molto aggressivo. Circa il 5% di tutti i tumori al polmone rientrano in questa categoria.
(2/n)
La maggior parte delle persone che hanno questo tumore ricevono una diagnosi quando la malattia è in stadio molto avanzato: ciò significa che ci sono già delle metastasi, rendendo il cancro più difficile da curare.
(3/n)