Ad accompagnare le ss tedesche nel raid criminale a Sant’Anna di Stazzema il #12agosto 1944 furono italianissimi fascisti che le accompagnarono casa per casa a prelevare le persone da trucidare.
Anna Pardini aveva 20 giorni ed è la più piccola delle 560 vittime della strage nazifascista.
Il fascismo che fece anche cose buone è stato solo questa roba qui.
Anche per questo #Durigon va cacciato con ignominia. #12agosto #SantAnnaDiStazzema
Nessuno degli appartenenti alla brigata mussolini, complice dell'eccidio nazista a #SantAnnaDiStazzema fu processato e condannato per crimini di guerra.
Lo stato italiano ha sempre avuto un occhio di riguardo per i fascisti.
In Italia si commemora molto ma si condanna poco.
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Pensavamo che dopo "i cinesi mangiano topi vivi" di Zaia, giudicato il migliore della lega e figuriamoci chi sono gli altri potesse bastare.
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E invece gasparri non ha voluto sfigurare mettendoci la sua personalissima pezza. La domanda è: che deve fare un parlamentare, un politico, per attirare l'attenzione dei vertici delle istituzioni ed essere messo - finalmente - alla porta?
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Ad esempio, riguardo le dichiarazioni di Durigon che vuole intitolare il parco pubblico dedicato a Falcone e Borsellino al fratello di mussolini
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crosetto l'ho commentato molte volte, lo faccio da anni perché mi sembra incredibile che molta gente apparentemente seria gli dia credito condividendo i suoi tweet solo perché come l'orologio rotto ogni tanto pare che funzioni. Ma solo ieri si è accorto di me.
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Ieri sono stata oggetto di un attacco violentissimo da parte di Crosetto che ha chiamato a raccolta tutti i suoi manipoli: non solo fascisti come sarebbe normale ma anche molti renziani e fan di calenda.
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L'ovra del twitter si muove così, appena un tweet scomodo ad una parte politica ottiene un po' di visibilità parte il branco e se una persona non ha la capacità di reagire, soccombe.
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Il problema è proprio questo, perché i politici fanno il loro da sempre, e, certo, i social facilitano l'operazione di discredito, ma quando sono i giornalisti ad aggredire altri giornalisti, specialmente uno, qui dentro? 1/2
Il fatto che Travaglio non abbia mai risposto a nessun insulto, provocazione via social semplicemente perché non sta tutto il giorno qui dentro a spettegolare, a mettersi d'accordo con altri sul che fare, a darsi di gomito e ridacchiare con gli amichetti,
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ad augurare il fallimento di altri giornali e a mandare a quel paese le giornaliste, anzi non ci sta mai non ha mai suscitato la benché minima riflessione.
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Da certe affermazioni si capisce la distanza coi comuni mortali di chi non conosce il lavoro in tutte le sue sfaccettature.
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Quando mio figlio faceva il sorvegliante al centro commerciale lavorava anche a natale e santo stefano, quando, con sommo dispiacere dei liberisti de noantri, quelli che il lavoro non si deve fermare nemmeno con la pandemia, i negozi erano chiusi.
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In base ai turni dovevamo andare a portargli il pranzo o la cena "della festa" perché nella struttura non c'era nemmeno il bar aperto.
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Il 23 giugno 1980, un mese e mezzo prima della #stragediBologna fu ucciso a Roma il giudice Mario Amato, all'epoca sostituto procuratore e titolare di tutte le inchieste sul terrorismo nero nel Lazio.
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Amato stava indagando anche sull'omicidio di Valerio Verbano, lo studente attivista di Autonomia Operaia che aveva raccolto un dossier sui fascisti del quartiere in cui abitava,
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Valerio fu ammazzato a casa sua il 22 febbraio 1980, quattro mesi prima del giudice da due fascisti che erano entrati dicendo alla madre di essere suoi amici.
Gli assassini di Valerio non sono mai stati trovati.
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In un paese dove ci sono voluti 21 anni solo per chiudere le indagini sulla morte violenta dell'allievo parà Emanuele Scieri, 40 per quelle sui mandanti della #stragediBologna e dove solo la caparbietà ostinata di Patrizia Moretti e Ilaria Cucchi
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che non si sono rassegnate alla morte di un figlio e un fratello mentre erano sotto la tutela dello stato che invece di proteggerli li ha ammazzati, tocca pure assistere ai pipponi garantisti/moralizzatori di persone affamate di notorietà
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che pensano di conquistare a botte di like nel social.
L'Italia non è solo quella di Enzo Tortora: è soprattutto quella delle decine di casi mai risolti, quella dei colpevoli mai puniti, delle stragi senza condanne
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