Questa sera a @Presa_Diretta per la prima volta il servizio pubblico si occuperà della vicenda di #Assange, giornalista pluripremiato nel mondo, detenuto in un carcere di massima sicurezza in UK e sottoposto ad abusi perché ha rivelato al mondo i crimini di guerra occidentali. >
La Rai, che dovrebbe essere il faro e la stella polare dell'informazione da dieci anni sorvola e trascura una vicenda surreale, indegna, dove, al posto dei criminali di guerra, viene processato chi ha denunciato i crimini. >
#Assange rischia 175 anni di carcere ma alla maggior parte del nostro giornalismo questo non interessa, non si preoccupa, non pensa che sia una questione di cui, da più di dieci anni a questa parte, si sarebbe dovuto parlare tutti i giorni. #PresaDiretta #AssangeCase #30agosto
Ricordo che Stefania Maurizi, la giornalista investigativa che si occupa del caso #Assange dall'inizio, autrice del libro #IlPotereSegreto che racconta la cronologia dei fatti che hanno portato Assange in carcere, per continuare a farlo ha dovuto lasciare Repubblica e L'Espresso.
Nel 2005 Grillo voleva comprare una pagina del Corriere della Sera per pubblicare l'elenco dei 23 parlamentari allora condannati ma ancora in parlamento.
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L'iniziativa faceva parte della campagna "Parlamento pulito" con cui Grillo voleva sensibilizzare l'opinione pubblica circa l'annosa questione dei condannati in parlamento.
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Il giornale rifiutò limitandosi poi a riportare in un secondo momento l'iniziativa e Grillo fu costretto a chiedere ospitalità all'International Herald Tribune che invece gliela pubblicò: il costo fu sostenuto da una sottoscrizione popolare.
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La polemica sul green pass aiuta molto di più chi vuole censurare anche la benché minima critica all'operato del governo e che approfitta della qualsiasi per tacitare, zittire e mettere in minoranza soprattutto con le cattive i pareri diversi e contrari, altro che i novax. 1/2
Ormai qua non si può più dire niente per non rischiare di fare favori a questo e quello e così la libertà di espressione/opinione/dissenso se ne va allegramente a farsi fottere.
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Il fatto che Gentili metta Barbero, Vattimo e Cacciari nell'elenco dei bocciati pur senza dar loro un voto, perché ai professori non si dà il voto però si possono trattare bellamente come gli scemi del villaggio,
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#PrimoGiornoDiScuola - Come si fa a rendere più digeribile e meno spaventevole l'emergenza sanitaria? Basta cambiare i parametri di allarme.
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Il contagiato a scuola? Si mette in isolamento solo chi è stato in stretto contatto col contagiato ed eventualmente si chiude solo quella classe.
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Che il contagiato abbia passeggiato nei corridoi, sia entrato nei bagni dove sono entrati altri non è ritenuto abbastanza grave da giustificare provvedimenti più rigorosi.
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In un paese dove gli amici di un condannato per mafia possono comprare una pagina di un quotidiano nazionale per fare gli auguri di compleanno al condannato e quel giornale gliela vende e la pubblica,
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lo stesso giornale che ospita Aldo Grasso incaricato di aggredire chiunque si dissoci dal comune sentire imposto dall'agenda politica e mediatica e lo fa falsificando la realtà dei fatti, come ha fatto anche con Presa Diretta,
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l'unico programma che ha avuto l'ardire di parlare del caso Assange per la prima volta al servizio pubblico, di raccontare perché un giornalista vero che ha fatto informazione vera al servizio del mondo intero da più di dieci anni viene trattato come un terrorista
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Questo si chiama character assassination, ovvero il tentativo di distruggere la reputazione di una persona facendo leva sui suoi gusti, preferenze, opinioni, cioè su dettagli assolutamente personali.
Ve li ricordate i calzini azzurri del giudice Mesiano? Ecco. 1/2
E no, non lo fa il troll, l'anonimo nei social ma i "grandi media".
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In molti abbiamo scritto che l'attacco a Barbero sull'adesione all'appello contro il green pass all'università serviva per screditare le sue affermazioni sulle foibe, le stesse di Montanari, a sua volta vittima dell'attacco squadrista per averle espresse, e di rimando lui.
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Per fare un'inchiesta come quella di ieri di #PresaDiretta ci vuole sì coraggio, ma ci vuole anche l'amore per la professione, credere davvero che il dovere dei giornalisti sia quello di mettere a disposizione dell'opinione pubblica la conoscenza dei fatti e la realtà.
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Da molto, troppo tempo invece la maggior parte dei giornalisti italiani non solo non ha più il coraggio ma nemmeno l'amore per la professione, non pensano affatto che il loro dovere sia quello di informare,
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altrimenti non si parlerebbe più degli stati uniti come della nazione maestra di democrazia, dei diritti umani, perfino, davanti alla quale tutto l'occidente si è inchinato per convenienze e opportunismi permettendo che facesse quello che ha sempre fatto:
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