Thread by @AlbertoBagnai

La resa dei tonti (🧵).

Le vicende delle ultime ore offrono un prezioso spunto per diverse riflessioni sul metodo. Ne condivido qui alcune con voi, nella speranza che siano di aiuto ai tanti fenomeni che vedo qui (dove contano il giusto) e altrove. Il tema è ovviamente il #greenpass.

Come dicono quelli istruiti (qui un esempio: more.bham.ac.uk/populism-in-ac…), dal punto di vista organizzativo la Lega è un partito leninista. Ma che cosa significa leninista?

Dal punto di vista organizzativo, vuol dire che la linea viene elaborata e espressa applicando il metodo del centralismo democratico (en.m.wikipedia.org/wiki/Democrati…). Una volta discussa negli organi del partito e espressa dal segretario la linea viene difesa da tutti.

Se su un tema (ad esempio, le terapie vaccinali) la linea più volte espressa è la libertà, ci si attiene a quella, e in base a quella si valutano le varie politiche. Ad esempio: una politica che introduca surrettiziamente un obbligo è evidentemente incompatibile con la linea.

C’è un errore da NON fare, e che purtroppo qualche volta viene fatto, nell’elaborare la linea: anziché prendere le proprie responsabilità e proporre una visione del Paese ispirata ai propri ideali, e misure politiche compatibili, cioè anziché essere parte attiva…

…qualche volta la politica, bisogna ammetterlo, è passiva rispetto alle sollecitazioni (vere o presunte) degli elettori, o dei rappresentanti di certe categorie. La politica che compiace per catturare il consenso, però, si espone a un rischio.

Il rischio è quello che decisioni irrazionali e fuori linea, prese solo perché richieste da elettori o rappresentanti che rappresentano solo se stessi, e che, poverini, reagiscono alle sollecitazioni isteriche dei media, si rivelino contrarie agli interessi di chi le invocava.

Questo rischio è amplificato quando, oltre al leninismo, si abbandona un altro caposaldo dell’ideologia politica: l’appostismo. L’appostismo è una ideologia molto semplice: c’è posto per tutti, ognuno deve trovare il suo, ma poi deve starci e difendere la linea da lì.

Vi faccio un esempio. Io sono un docente universitario, non ho alcuna esperienza né capacità amministrativa, ammiro profondamente i tanti nostri bravi amministratori e non mi permetterei mai di spiegar loro come devono fare il loro lavoro (amministrare). Sarei ridicolo!

Purtroppo, converse is not true. Qui sotto trovate l’esempio di un amministratore che invece di fare quello che sicuramente sa fare (amministrare), non ha obbedito né al leninismo, né all’appostismo, e a settembre si esprimeva così (qui: ilfoglio.it/politica/2021/…).

Poverino, fa un po’ tenerezza! Oggi che tutti (qui: liberoquotidiano.it/news/politica/…) hanno capito che il #greenpass è un provvedimento irrazionale, il nostro amministratore si espone al rischio che qualcuno gli rinfacci di essere stato un po’ irriflessivo!

Non lo farò certo io! Siamo una squadra, giusto? Quindi non ci spariamo addosso, no? Non andiamo a raccontare la prima cosa che ci passa per il capo (e che poi dovremo smentire) a giornali che non sono nostri amici e vogliono solo seminare zizzania, giusto?

Qui il punto è molto semplice: la linea del partito è quella del buonsenso, che non paga ogni sabato, ma non fallisce mai. A Roma abbiamo il telefono, ma anche le automobili e il cervello, e quindi sapevamo quello che sarebbe successo nei territori nostri e altrui.

Leninismo è chiedere, quando non si capisce (a me succede cento volte al giorno), anziché andare a smerdare il partito sulle pagine di giornali che (legittimamente) non sono nostri amici e che non vedono l’ora di mettere zizzania.

Appostismo è rendersi conto che, ad esempio, essere un docente universitario non aiuta a essere un buon amministratore, ma aiuta in una cosa mediamente più utile: rendersi conto dei propri limiti.

Non è colpa mia se seguo il dibattito internazionale, non è colpa mia se so leggere i dati, non è colpa mia se sono in contatto assiduo con colleghi epidemiologi delle migliori università mondiali, non è colpa mia se sapevo ieri quello che avreste chiesto oggi!

E non ci voleva nemmeno tanto! Quelli tanto sensibili alle richieste di Confquesto o Federquello si sono forse dimenticati l’anda (aise.it/made-in-italy/…) e rianda (ladiscussione.com/105231/economi…) di Federalberghi sul green pass? Era ovvio che sarebbe finita così!

E poi, visto che preoccupa tanto il fascismo, e visto che ci si vanta di essere votati da elettori già di sinistra (chissà perché? 😇), magari una riflessione su quanto sia fascista conculcare i diritti di milioni di persone per obbedire a personaggi così volubili andrebbe fatta!

E allora, così come chi in Parlamento elabora la linea non va a fare i conti in tasca agli amministratori, chi amministra si fidi di chi elabora la linea. Ci vuole più dialogo e più rispetto, altrimenti si rischiano errori e inutili tensioni.

Comunque, guardiamo avanti: per fortuna simili comportamenti imperdonabili sono stati tenuti da personaggi decisamente non indimenticabili. Non ci sarà nemmeno bisogno di comprendere.

Concludo: prima di chiedere con tanta eloquenza scuse a chi elabora e difende la linea del partito, suggerisco in futuro di sciacquarsi la bocca. Non col bianco, però, altrimenti… finisce così! 😉 Pax et bonum! 🙏👋