Una parte di questa crisi parte da più lontano, ovvero dalla crisi di domanda di trasporti susseguita alla grande crisi Lehman, che spinse i noli fino a 400 $ a teu (oggi 7-8000) mandando in fallimento alcune compagnie (Hanjin su tutte) e riducendo le flotte
in questo momento la ridotta capacità del sistema è riconducibile anche ad azioni speculative (navi esistenti ma ferme), ciò non toglie che la carenza di navi sia reale, assommandosi all'indisponibilità di container per altri motivi
i container, come detto, sono indisponibili per motivi logistici ma anche, secondariamente, di produzione degli stessi a fronte di domanda crescente, a causa di carenza/maggiori costi legata a materie prime (acciaio) nei siti di produzione
un altro aspetto da non sottovalutare è il raggiungimento del pieno stivaggio delle navi, che grazie ad una domanda enorme sfavorisce i carichi pesanti, penalizzando intere categorie di merce (in prevalenza materie prime, granaglie e semilavorati) e interi distretti produttivi
Con la seguente dinamica: un teu di riso (tondini di ferro, condizionatori...) normalmente viaggia tra 18 e 26 T.
Avendo le navi limiti di peso, viene favorito il massimo stivaggio di container a carico leggero (<12-15 t) per evidente convenienza, 1 ctnr = 1 nolo
costringendo gli operatori a dimezzare il carico per ctnr di queste merci pesanti raddoppiando i costi (22 t di riso in 2 teu anziché 1) e rallentando il circuito ulteriormente
ci sono molti grandi porti direttamente collegati a distretti specifici (ad es Xingang mi pare, collegato a lavorati e semilavorati per edilizia in ferro) completamente in stallo per questi motivi, generando pesanti danni anche al distretto stesso
spero di essermi spiegato, a chi interessa.
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mio fratello è appena rientrato dal Perù, dove ha potuto constatare perché convenga #combattere per salvare il ns paese, nonostante tutto
la sua ragazza, nata li e assente da circa 10 anni invece, ha potuto constatare il degrado in cui è precipitato il suo paese, con un aumento dello squilibrio tra la Lima deluxe e il resto del paese, nonostante tecnologia e capitalismo rampanti
il progressivo degrado che vediamo noi nei paesi occidentali è addirittura blando rispetto a ciò che sta provocando la globalizzazione selvaggia in questi paesi, a partire da inquinamento (rilevabile già dall'aereo) e divario sociale, altro che svolta green
si sta attraversando un periodo molto complicato per il trasporto su gomma e su ferrovia e lo stress sulle catene logistiche continua a essere particolarmente alto.
In questo momento manca, sulla normale operatività giornaliera, il 25% delle macchine e
dall’entrata in vigore delle norme sul Green Pass, lo scorso 15 ottobre, si è vissuto anche difficoltà operative sull’accesso ai varchi portuali, ai depositi e agli stabilimenti che riguardano gli autisti non vaccinati che per ottenere la Carta Verde devono sottoporsi a tampone
ogni 48 ore.
Un altro fattore che incide in maniera forte sul costo chilometrico è l’aumento, oltre ai pneumatici, alla AD BLUE, ecc., del prezzo del gasolio.
nella dichiarazione di Fedriga, dai contenuti odiosi, c'è un fatto incontrovertibile: non serve il gp per inserire un controllo sociale informatizzato e capillare.
Il nodo cruciale della questione è l'introduzione del metodo, la sua accettazione.
solo la storia ci dirà se quello era veramente lo scopo della misura, ma nei fatti noi sappiamo che cosa è già successo: le nostre società sono in larga maggioranza pronte ad accettarlo.
Il danno c'è già.
i principi con cui è stata conculcata questa incredibile acquiescenza sono il senso di colpa e l'onestah: le persone si ritengono distinte dalla società che sono abituati a disprezzare.
Si dicono: male non fare paura non avere.
Ma non funziona così.
bè ma allora sereni, a spanne significa l'80% in meno di ricoveri del peggior picco mai avuto, è tutto finito, no?
Chi ha voglia di tirar giù due conti per vedere se è corretto?
27 novembre 2020:
38000 ricoveri di cui 3810 ti.
Si tratterebbe dunque di 7600 ricoveri per 760 ti a fronte di un 30-40mila casi giornalieri accertati.
Vediamo...
Attualmente siamo a circa 3700 ricoveri e 350 ti a fronte di 5500 casi giornalieri (vado a memoria, siamo li).
Se moltiplico per 7 questi dati ho 38500 casi giornalieri, 25900 ricoveri e 2450 ti che, sempre molto a spanne fa: un po' meglio, fatevi voi le percentuali.
Per quanti mi dicono: dobbiamo tornare a produrre qua.
Non sono un esperto, tuttavia ritengo che, se pure allo studio, riportare per lo meno la quota di produzione strategica dopo 30 anni di delocalizzazione, comporta problemi enormi, affrontabili quasi esclusivamente dagli stati
mi spiego meglio: se tu fino al 2000 producevi porcellane, ma ora lavori solo con import, non solo dovresti ripristinare la manifattura (maestranze, macchine utensili ecc) che non hai più e forse si è nel frattempo rarefatta (vedasi interventi prof Cesare Pozzi)
ma devi con molta probabilità andare a ripristinare le forniture di materie prime, o semilavorati.
E questo è più complicato: perché in 30 anni e in modo esponenziale queste sono occupate dalla "Cina"...e non sei più in casa tua (es: se ti serve il rame del Congo segue
Per capire la situazione politica bisogna comprendere bene quali e quanti sono i ricattati dal greenpass lavoro.
E non sono solo i lavoratori, ma anche le imprese, che sono sotto questo aspetto e in certi casi ancora più sotto scacco dei lavoratori
come già detto le imprese, pur di non essere espulse dal mercato devono avere la merce "sugli scaffali", a qualsiasi prezzo e anche a fronte di margini che si stanno sbriciolando
a causa dei problemi e enormi causati dal covid alla supplychain, la merce costa sempre di più, i costi di trasporto sono quasi decuplicati, il tempo di consegna è raddoppiato e in sempre più frequenti casi non parte nemmeno più