«Un popolo di euromiracolati», titola senza senso del ridicolo @MilanoFinanza.
Da quando siamo entrati nella UE (1992) e nell’Eurozona (1997 col rientro nello SME) l’Italia ha privatizzato più di tutti, sia in termini assoluti (110 miliardi) che in percentuale al PIL (il 10%).
Siamo contribuenti netti della UE: circa 200 miliardi di euro dal 1992 al 2027, nonostante la “pioggia di miliardi” del Recovery Fund.
Veniamo da quasi 30 anni di avanzi primari, cioè di taglio della spesa pubblica: circa 900 miliardi di euro dal 1992 a oggi.
Gli investimenti pubblici sono stati tagliati del 30%.
Rispetto al 2001, il PIL è crollato del 7% (siamo tornati ai livelli del 1995, un salto indietro di quasi 30 anni), quello pro capite è crollato dell’11,8%, quello per occupato del 12,6%.
La domanda interna è crollata dell’8,6%.
La produzione industriale è crollata del 25,4%
Le retribuzioni lorde sono state tagliate del 7%.
Il reddito delle famiglie è sceso del 5,4%.
Il tasso di risparmio è passato dal 28% degli anni 80 all’attuale 3%.
Il numero di poveri assoluti è triplicato, passando da 1,9 milioni (3,3%) del 2005 ai 5,6 (9,4%) del 2020.
Abbiamo un tasso di disoccupazione imposta del 10% circa.
Ogni anno circa 200.000 italiani sono costretti a lasciare il Paese per mancanza di lavoro e di salari dignitosi. La maggior parte di questi sono giovani laureati.
Il "dividendo dell'euro" è questo. I tassi di interesse sul debito invece sono scesi in tutto il mondo con la stessa dinamica, sia nei Paesi senza euro che fuori dall’Unione Europea.
Gli unici ad averci guadagnato sono i ricchi, l’1% della popolazione italiana. Ancora di più ci ha guadagnato lo 0,1% più ricco. Che ha visto più che raddoppiare sia la ricchezza che il reddito.
Ecco, gli unici “euromiracolati” sono quelli che da 30 anni si arricchiscono a nostre spese.
E i servi che vengono pagati per diffondere notizie false in nome della propaganda liberal-unionista.
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"Pronto soccorso al collasso!". Molto meno degli inverni precedenti. Confronto accessi medi della prima decade di dicembre:
2021 2018 2019 2020
Abruzzo 1.154 1.263 1.287 433
Basilicata 291 420 438 206
Anche oggi vi ricordo che non esiste nessuna emergenza sanitaria e che le scelte discriminatorie e dispotiche operate dal Governo Draghi sono esclusivamente di natura politica #supergreenpass
L'Italia con 3,1 posti letto ogni 1.000 abitanti è tra gli ultimi Paesi europei. La Germania, prima, ne ha 7,9. Nel 1976 l'Italia aveva 10,7 posti letto ogni 1.000 abitanti. Più del triplo rispetto a oggi.
Per quanto riguarda i posti letto di terapia intensiva l’Italia si piazza dietro a Germania, Austria, Belgio, Francia, Svizzera, Ungheria, Inghilterra, Polonia, e Spagna. La Germania, prima, ne conta 33,9 ogni 100.000 abitanti. Circa il quadruplo dell’Italia con 8,6 posti letto.
Ci stanno tante, troppe persone che ritengono Patria una parolaccia. Intrinsecamente fascista, addirittura. Che associano il patriottismo al nazismo. O peggio.
In Italia ci sono 5,6 milioni di persone in condizioni di povertà assoluta, 8 milioni in condizioni di povertà relativa.
Quasi 16 milioni di italiani tra disoccupati e inattivi, il 26,6% della popolazione totale.
Tra questi, 2,2 milioni sono NEET, cioè giovani non occupati e non in istruzione e formazione. Si tratta circa di 1 giovane su 3.
Negli ultimi 10 anni 900.000 italiani hanno lasciato l’Italia per mancanza di lavoro: 3 su 4 hanno 25 anni o più, 1 su 4 è in possesso di una laurea.
«L’euro è un dispositivo deflattivo che impedisce agli Stati di autofinanziarsi battendo moneta o emettendo bond garantiti da una Banca di Stato; il che obbliga gli Stati dell’area euro a entrare nei mercati e a passare dalle svalutazioni competitive delle monete nazionali
(in vigore dopo il crollo del sistema di Bretton Woods e prima dello stabilizzarsi dello SME) alle svalutazioni economiche, giuridiche e organizzative del lavoro all’interno di ciascuno Stato, e a competere sulla produttività, sull’innovazione e sulle esportazioni.
L’euro è lo strumento di una economia che lotta primariamente contro l’inflazione e che non si cura troppo dell’occupazione perché prevede che questa sia garantita (sempre in modo flessibile, s’intende)
«RARAMENTE HO VISTO QUESTO VIRUS VINCERE DA SOLO PER MERITO SUO»
Secondo uno studio pubblicato dall’Università di Pavia su Public Health¹, il 57%% dei 106.600 morti in eccesso avuti nel 2020 non è imputabile al Covid-19, ma all’interruzione delle cure ospedaliere.
Dalle visite non urgenti agli screening: 1,3 milioni di ricoveri in meno rispetto al 2019 (-17%), di cui circa 620.000 chirurgici saltati, 747.011 ricoveri programmati e 554.123 urgenti.
Ma non basta.
Secondo un’indagine condotta da Anaao-Assomed² a ogni posto letto in meno per 1.000 abitanti è associato un aumento del 2% della mortalità legata al Covid nei primi 8 mesi del 2020.
«Dopo aver visto sui giornali servizi su "No Vax" ospedalizzati, spauriti e "pentiti" - roba da far impallidire le confessioni pubbliche delle purghe staliniane -,
dopo aver sentito esimi professionisti dire che bisognerebbe far pagare di tasca propria le cure a chi si ammala senza aver fatto di tutto per evitare di ammalarsi, l'ultimo orizzonte di civiltà è dato dai medici che oggi si "rivoltano" all'idea di curare "i No Vax"
(e chissà chi ci mettono in questa categoria, un martello buono per mille chiodi).
Di tutte le schifezze, di tutte le forme di avvelenamento della vita civile che si potevano perpetrare, questa classe dirigente - con i suoi giornali - è riuscita ad alimentare le peggiori.