Anche oggi vi ricordo che non esiste nessuna emergenza sanitaria e che le scelte discriminatorie e dispotiche operate dal Governo Draghi sono esclusivamente di natura politica #supergreenpass
L'Italia con 3,1 posti letto ogni 1.000 abitanti è tra gli ultimi Paesi europei. La Germania, prima, ne ha 7,9. Nel 1976 l'Italia aveva 10,7 posti letto ogni 1.000 abitanti. Più del triplo rispetto a oggi.
Per quanto riguarda i posti letto di terapia intensiva l’Italia si piazza dietro a Germania, Austria, Belgio, Francia, Svizzera, Ungheria, Inghilterra, Polonia, e Spagna. La Germania, prima, ne conta 33,9 ogni 100.000 abitanti. Circa il quadruplo dell’Italia con 8,6 posti letto.
Ci stanno tante, troppe persone che ritengono Patria una parolaccia. Intrinsecamente fascista, addirittura. Che associano il patriottismo al nazismo. O peggio.
In Italia ci sono 5,6 milioni di persone in condizioni di povertà assoluta, 8 milioni in condizioni di povertà relativa.
Quasi 16 milioni di italiani tra disoccupati e inattivi, il 26,6% della popolazione totale.
Tra questi, 2,2 milioni sono NEET, cioè giovani non occupati e non in istruzione e formazione. Si tratta circa di 1 giovane su 3.
Negli ultimi 10 anni 900.000 italiani hanno lasciato l’Italia per mancanza di lavoro: 3 su 4 hanno 25 anni o più, 1 su 4 è in possesso di una laurea.
«L’euro è un dispositivo deflattivo che impedisce agli Stati di autofinanziarsi battendo moneta o emettendo bond garantiti da una Banca di Stato; il che obbliga gli Stati dell’area euro a entrare nei mercati e a passare dalle svalutazioni competitive delle monete nazionali
(in vigore dopo il crollo del sistema di Bretton Woods e prima dello stabilizzarsi dello SME) alle svalutazioni economiche, giuridiche e organizzative del lavoro all’interno di ciascuno Stato, e a competere sulla produttività, sull’innovazione e sulle esportazioni.
L’euro è lo strumento di una economia che lotta primariamente contro l’inflazione e che non si cura troppo dell’occupazione perché prevede che questa sia garantita (sempre in modo flessibile, s’intende)
«RARAMENTE HO VISTO QUESTO VIRUS VINCERE DA SOLO PER MERITO SUO»
Secondo uno studio pubblicato dall’Università di Pavia su Public Health¹, il 57%% dei 106.600 morti in eccesso avuti nel 2020 non è imputabile al Covid-19, ma all’interruzione delle cure ospedaliere.
Dalle visite non urgenti agli screening: 1,3 milioni di ricoveri in meno rispetto al 2019 (-17%), di cui circa 620.000 chirurgici saltati, 747.011 ricoveri programmati e 554.123 urgenti.
Ma non basta.
Secondo un’indagine condotta da Anaao-Assomed² a ogni posto letto in meno per 1.000 abitanti è associato un aumento del 2% della mortalità legata al Covid nei primi 8 mesi del 2020.
«Dopo aver visto sui giornali servizi su "No Vax" ospedalizzati, spauriti e "pentiti" - roba da far impallidire le confessioni pubbliche delle purghe staliniane -,
dopo aver sentito esimi professionisti dire che bisognerebbe far pagare di tasca propria le cure a chi si ammala senza aver fatto di tutto per evitare di ammalarsi, l'ultimo orizzonte di civiltà è dato dai medici che oggi si "rivoltano" all'idea di curare "i No Vax"
(e chissà chi ci mettono in questa categoria, un martello buono per mille chiodi).
Di tutte le schifezze, di tutte le forme di avvelenamento della vita civile che si potevano perpetrare, questa classe dirigente - con i suoi giornali - è riuscita ad alimentare le peggiori.
«In realtà siamo morti un po' tutti, qui. Anche noi vivi. Ma quando ho chiamato il numero di emergenza, l'operatrice mi ha chiesto solo: Respira?, e mio padre, giuro, tutto sommato, respirava. Era il 17 marzo. Quando è stato ricoverato, era il 29: ed era troppo tardi, ormai.
Aveva i polmoni compromessi. E però era lucido. Siamo stati su Skype fino all'ultimo, mia sorella, mia madre, io, tutti i nipoti, tutti insieme, ed è stato una specie di funerale in vita - è stato feroce. Non andate via, diceva. Non andate via.
Prendeva dell'acqua, e diceva: Sto qui. Sto qui, torno subito. Non andate via. E aveva una carica virale minima. Se solo avessi risposto: Non so. Non so, perché sono un panettiere, di mestiere, non un medico, non so se mio padre respira, come respira, come posso saperlo?
«Quando l'ATS di Bergamo ci ha raccomandato di visitare i malati per telefono, per non contagiarci e non contagiare, mi sono comprato 600 euro di mascherine e una Vaporella, e ho continuato a visitare casa a casa.
Ma non perché sono un eroe. Perché sono un medico. E dove dovrei stare: tra i sani? E finora, tra i miei pazienti ho avuto zero morti. Non esiste terapia. E su questo sono chiaro. Non prometto niente. Non curo il virus. Curo le sue complicanze, però. E cioè la polmonite.
Perché il sistema immunitario possa concentrarsi sul virus: e arrivare da sé dove la scienza, per ora, non arriva. Perché poi un'epidemia è questione di matematica, oltre che di medicina. E uno stetoscopio da cento euro è essenziale quanto una terapia intensiva.