È assurdo che tocchi a me informare un amico che la zia 70enne, positiva e sintomatica al covid, obesa, diabetica, non vaccinata, deve essere indirizzata al più presto, dal suo medico di medicina generale, presso un centro specializzato nell’infusione di anticorpi monoclonali.
Questo è successo sabato scorso. Informato da me alle 21,00 l’amico chiama subito il numero verde regionale per informazioni, ma, sorpresa, alle 20,00 chiude tutto. Il medico curante, ovviamente, di sabato e domenica è irreperibile. Alla faccia della pandemia.
Intanto gli fornisco il modulo che deve compilare il Medico di Medicina Generale (MMG).
In realtà i criteri che rendono un paziente covid elegibile alla terapia con anticorpi monoclonali (criteri di selezione) hanno subito un aggiornamento. Questo è il nuovo modulo che deve compilare il Medico di Medicina Generale (MMG).
Domenica l’amico ricontatta il numero verde regionale del Lazio. L’operatore gli conferma che è necessario che sia il suo Medico di Medicina Generale ad indirizzarlo alla terapia con monoclonali, compilando l’apposito modulo.
Oggi, finalmente, previo risultato a babbo morto del molecolare, riesce a prendere un appuntamento per mercoledì al centro infusionale della Columbus.
Evelina Tacconelli, professore ordinario di Malattie infettive e direttore della clinica di Malattie infettive dell’azienda ospedaliera universitaria di Verona.
“Una dose di anticorpi monoclonali, somministrata al paziente con Covid-19 nei primi tre giorni di infezione…”.
Proprio perché la somministrazione di anticorpi monoclonali dev’essere tempestiva, secondo la prof Tacconelli non è necessario il test molecolare, “è sufficiente un test rapido positivo” affinché si realizzi il “dovere del Medico di Medicina Generale di segnalare il caso”.
Domande del senatore Bagnai a cui il direttore generale dell’AIFA Magrini non ha risposto.
Quanto sta investendo l’AIFA nell’informare i cittadini circa le modalità di esercizio della farmacovigilanza passiva? Cioè, vengono informati i cittadini? Sanno cosa fare nel caso siano vittime di evento avverso? 🔽
Abbiamo delle statistiche su eventi avversi in età pediatrica suddivisi per fasce di età? 🔽
Nei pazienti Covid in cui si interviene precocemente, entro le 72 ore, è veramente difficile il passaggio nella seconda fase, quella più negativa della malattia. Noi abbiamo avuto 1 ospedalizzazione nei pazienti in cui siamo intervenuti rapidamente, entro le 72 ore, 🔽
mentre nell’altro gruppo ne abbiamo avute ben 14. Non solo, noi abbiamo anche documentato che nei pazienti che abbiamo curato entro le 72 ore, solo in un caso, degli 85 curati molto precocemente, alla radiografia del torace effettuata dopo la guarigione, 🔽
c’erano degli esiti di polmonite interstiziale virale. Viceversa, nel gruppo trattato tardivamente, c’erano ben 30 persone che avevano avuto la polmonite. 🔽
Paziente zero positivo a Omicron: “Superata una dura prova”.
Neanche un sintomo. Né lui né i suoi due figli, la madre, la suocera e una badante. Tutti contagiati e sempre stati in buona salute fino alla negativizzazione.
Famiglia di amici tutti vaccinati e contagiati dalla variante Delta: moglie, marito, due figlie, i genitori e la sorella della moglie. Tutti sintomatici da diversi giorni. Febbre che va e viene, tosse, anosmia, malasseri vari. La mamma anziana ha desaturato.
Anche l’Oms conferma: Omicron più contagiosa ma più lieve.
Uno studio clinico, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, dell’Ospedale Cotugno di Napoli, ha evidenziato che il trattamento con due flaconcini al giorno di Bioarginina®, già dopo 10 giorni dall’inizio della somministrazione, determini una riduzione 🔽
del supporto respiratorio in oltre il 70% dei pazienti trattati, ricoverati in sub-intensiva e affetti da Covid severo, con un deciso miglioramento della funzionalità respiratoria, 🔽
con la conseguente riduzione nei tempi di degenza: 25 giorni rispetto a 46 di degenza media dei pazienti in trattamento con il placebo.
Ora c’è l’evidenza scientifica: la cura domiciliare di #Speranza per i malati Covid, ovvero somministrare subito la #tachipirina e rimanere in vigile attesa, aumenta i ricoveri per polmonite interstiziale e il rischio di morte, specie negli anziani.
Nell'aprile scorso, Remuzzi e Suter hanno presentato una ricerca clinica che ha fatto molto discutere. Sono stati messi a confronto due gruppi di pazienti, il primo curato secondo la ricetta Speranza, cioè tachipirina e vigile attesa, e l'altro con i Fans. pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34127959/
Nella stessa direzione va una ricerca condotta dall'Istituto indiano di tecnologia di Madras e pubblicata sul portale Medrxiv. Lo studio conferma l'effìcacia e la sicurezza anti Covid di un altro Fans, l'indometacina, rispetto alla tachipirina. 🔽
I furbacchioni dell’Fda americana, sapendo che il vaccino ormai produce anticorpi contro un virus che non c’è più hanno provveduto anche a cambiarne la definizione. Il vaccino è diventato un farmaco che non “produce immunità” ma “stimola anticorpi” verso un virus che non c’è più.