In presenza di una variante che si diffonde molto più rapidamente e sembra parzialmente compromettere la copertura offerta dai vaccini, imporre tamponi regolari anche ai vaccinati è una misura di buon senso.
Se questo crea un problema di comunicazione sull'utilità di vaccinarsi, è un problema diverso che ricade sulle spalle di chi ha passato mesi a vendere i vaccini come la panacea, la soluzione finale per tornare ad ammassarsi ovunque fregandosene della pandemia.
Che la vaccinazione avrebbe risolto tutto i problemi era una cazzata sei mesi fa, è una cazzata ancora più grossa oggi.
Chi ha propinato questa balla sesquipedale deve dichiarare di aver fallito su tutta la linea, scusarsi in ginocchio di ceci e andare a casa.
Invece chi ha preso in giro l'Italia per quasi un anno giovedì si riunirà per decidere una strategia di gestione della situazione.
E due sono le cose: o sconfesserà 10 mesi di decisioni sbagliate se non folli o continuerà su una linea che porta tutti verso il baratro.
O si reintroducono restrizioni serie (svuotare gli uffici ed i mezzi pubblici, ridurre sensibilmente la capienza massima di tutti i locali aperti al pubblico, azzerare le occasioni di assembramento al chiuso), o ci avviamo ad essere il Brasile della variante #Omicron.
Se l'idea è limitare l'agibilita solo nel tempo libero ed imporre tamponi per la socialità, ma lasciare le persone ad ammassarsi sugli autobus, negli open space e nelle tavole calde come ora, allora #Draghi (e svariati suoi ministri, a partire da #Brunetta) è un #Trump qualsiasi.
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