12.333 ricoveri ordinari su 63.614 posti letto totali e 1.251 ricoveri in TI su 9.137 posti disponibili. L'unica emergenza sanitaria è quella dei tagli al SSN e ai posti letto. L'unica emergenza di cui preoccuparsi è quella democratica dovuta dall'attuale classe politica.
I tagli effettuati al SSN negli ultimi decenni hanno portato l'Italia dai 10,6 posti letto per 1.000 abitanti del 1976 ai 3,2 attuali. Uno dei più bassi in Europa. La Germania ha 7,9 posti letto ogni 1.000 abitanti.
Per quanto riguarda i posti letto di terapia intensiva l’Italia si piazza dietro a Germania, Austria, Belgio, Francia, Svizzera, Ungheria, Inghilterra, Polonia, e Spagna. La Germania ne conta 33,9 ogni 100.000 abitanti. Il quadruplo dell’Italia (8,6 posti letto).
Non è un caso infatti che i pronto soccorso, le degenze ordinarie, quelle di TI e gli ospedali in genere finiscano ogni inverno, ben prima del Covid, sotto pressione col ritorno delle sindromi respiratorie stagionali (influenze, raffreddori, bronchioliti, ecc.).
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"In Germania non hanno bisogno dei limiti al contante perché non sono corrotti ed evasori come gli italiani. Loro sono un popolo civile!". Peccato che la Germania vanti primati per evasione, corruzione, riciclaggio e scandali di vario tipo. Ricordiamo i più importanti.
«Un popolo di euromiracolati», titola senza senso del ridicolo @MilanoFinanza.
Da quando siamo entrati nella UE (1992) e nell’Eurozona (1997 col rientro nello SME) l’Italia ha privatizzato più di tutti, sia in termini assoluti (110 miliardi) che in percentuale al PIL (il 10%).
Siamo contribuenti netti della UE: circa 200 miliardi di euro dal 1992 al 2027, nonostante la “pioggia di miliardi” del Recovery Fund.
Veniamo da quasi 30 anni di avanzi primari, cioè di taglio della spesa pubblica: circa 900 miliardi di euro dal 1992 a oggi.
Gli investimenti pubblici sono stati tagliati del 30%.
Rispetto al 2001, il PIL è crollato del 7% (siamo tornati ai livelli del 1995, un salto indietro di quasi 30 anni), quello pro capite è crollato dell’11,8%, quello per occupato del 12,6%.
"Pronto soccorso al collasso!". Molto meno degli inverni precedenti. Confronto accessi medi della prima decade di dicembre:
2021 2018 2019 2020
Abruzzo 1.154 1.263 1.287 433
Basilicata 291 420 438 206
Anche oggi vi ricordo che non esiste nessuna emergenza sanitaria e che le scelte discriminatorie e dispotiche operate dal Governo Draghi sono esclusivamente di natura politica #supergreenpass
L'Italia con 3,1 posti letto ogni 1.000 abitanti è tra gli ultimi Paesi europei. La Germania, prima, ne ha 7,9. Nel 1976 l'Italia aveva 10,7 posti letto ogni 1.000 abitanti. Più del triplo rispetto a oggi.
Per quanto riguarda i posti letto di terapia intensiva l’Italia si piazza dietro a Germania, Austria, Belgio, Francia, Svizzera, Ungheria, Inghilterra, Polonia, e Spagna. La Germania, prima, ne conta 33,9 ogni 100.000 abitanti. Circa il quadruplo dell’Italia con 8,6 posti letto.
Ci stanno tante, troppe persone che ritengono Patria una parolaccia. Intrinsecamente fascista, addirittura. Che associano il patriottismo al nazismo. O peggio.
In Italia ci sono 5,6 milioni di persone in condizioni di povertà assoluta, 8 milioni in condizioni di povertà relativa.
Quasi 16 milioni di italiani tra disoccupati e inattivi, il 26,6% della popolazione totale.
Tra questi, 2,2 milioni sono NEET, cioè giovani non occupati e non in istruzione e formazione. Si tratta circa di 1 giovane su 3.
Negli ultimi 10 anni 900.000 italiani hanno lasciato l’Italia per mancanza di lavoro: 3 su 4 hanno 25 anni o più, 1 su 4 è in possesso di una laurea.
«L’euro è un dispositivo deflattivo che impedisce agli Stati di autofinanziarsi battendo moneta o emettendo bond garantiti da una Banca di Stato; il che obbliga gli Stati dell’area euro a entrare nei mercati e a passare dalle svalutazioni competitive delle monete nazionali
(in vigore dopo il crollo del sistema di Bretton Woods e prima dello stabilizzarsi dello SME) alle svalutazioni economiche, giuridiche e organizzative del lavoro all’interno di ciascuno Stato, e a competere sulla produttività, sull’innovazione e sulle esportazioni.
L’euro è lo strumento di una economia che lotta primariamente contro l’inflazione e che non si cura troppo dell’occupazione perché prevede che questa sia garantita (sempre in modo flessibile, s’intende)